Molti avranno sentito parlare della strage di Volnovaya, un autobus pieno di civili colpito da un ordigno esplosivo.
Dieci morti e parecchi feriti.
Ovviamente il governo di Kiev strumentalizza la notizia e parla di “strage dei russi”.
Notizia amplificata dai medi occidentali, con la notevole comparsa del “fatto quotidiano”, che titola in rete “attacco dei filorussi a bus”, titolo cambiato poche ore dopo in semplice “attentato”.
Le proteste nei commenti erano veramente troppe.
Non è la prima volta che il Fatto Quotidiano si rivela un media atlantista, ma questa è un’altra storia.
Prima di tutto vediamo nella mappa dove è avvenuto il fatto.
La mappa è di origine ucraina, quindi possiamo stabilire con buona approssimazione che il fronte dei separatisti è lontano almeno dieci chilometri.
Le fonti del Dombass parlano del fatto che la zona è raggiungibile da loro solo con armi pesanti posizionate vicino al confine della zona da loro controllata, fatto che negano recisamente.
Orbene, in rete potete vedere gli effetti di queste artiglierie pesanti, un autobus raggiunto dagli effetti di una esplosione a pochi metri, sarebbe stato fatto letteralmente a brandelli.
Inoltre bisogna ricordare che l’autobus proveniva da Donetsk, ovvero dalla capitale dei separatisti, e i passeggeri erano perlopiù pensionati che andavano a ritirare la pensione in una città li vicino, dato che Kiev ha bloccato i trasferimenti nelle zone contese.
Quindi i cittadini del Dombass si sarebbero bombardati da soli….secondo Kiev.
Rimane un aspetto tecnico, e purtroppo bisogna visionare le foto dell’autobus.
Ecco l’autobus sforacchiato ma non completamente distrutto
Ed ecco il particolare dei vetri che sono rimasti interi.
Dalle foto gli specialisti russi hanno dedotto che è praticamente impossibile trattasi di un colpo di artiglieria pesante, non ci sarebbero stati sopravvissuti e dell’autobus non vedremo che uno scheletro in fiamme.
Alcuni fotogrammi di un video diffuso dalle forse ucraine sono illuminanti, la strada prospiciente la zona del disastro è costellata di scritte “attenti-mine”.
Grazie all’incredibile quantità di video e di immagini presenti in rete, gli analisti hanno stabilito con quasi assoluta certezza che trattasi dello scoppio di una mina direzionale fabbricata in epoca sovietica, il modello MON-50.
La prima foto mostra chiaramente il classico andamento “a imbuto” dell’esplosione, tipico, appunto delle mine direzionali.
Il tipo di danno presente sull’autobus, la scarsa penetrazione delle schegge e il fatto stesso che la maggior parte dei passeggeri dell’autobus siano sopravvissuti fanno propendere gli esperti per questa ipotesi.
A questo punto proviamo a fare una lista..
Ci sono tre possibilità:
- Una mina posizionata dall’esercito ucraino si è ribaltata, ruotata o si è attivata per sbaglio
- la mina stessa è stata attivata dall’esercito ucraino per creare un “false flag” e darne la colpa ai separatisti, il fatto stesso che le vittime provenissero dal Dombass, le farebbe rientrane nel numero di quelli che, per loro, sarebbero “perdite accettabili”.
- Un commando di militari separatisti si avvicina di notte , e , coltello fra i denti , piazza una mina in mezzo ad un campo minato per colpire i militari di Kiev. Non appena vedono uno dei loro autobus azionano il telecomando. Il fatto stesso di rimanere a debita distanza e colpire nottetempo il ceckpoint nemico pieno di militari addormentati non li sfiora minimamente.