Risposta al Sig. Vanoli sul Trapianto Fecale.

Ringrazio il SIg. Vanoli per la risposta e per la considerazione che ha avuto nel commentare il mio post.
Certo , non è stato molto accomodante, e lo capisco.
Parliamo adesso di coproterapia, ovvero la terapia a base si “trapianto fecale”, ovvero l’uso degli escrementi di un donatore o,meglio dei batteri contenuti in esso , per curare infezioni intestinali altrimenti difficili da trattare.

Secondo molti studi , come riportato in maniera davvero esemplare da Wikipedia, pare che ci sia qualcosa di vero.

Però , come riportato da molti studi si tratta di una terapia disperata per la cura di di infezioni patogene quando resistenti agli antibiotici, ovvero la colite pseudomembranosa e la colite ulcerosa.

In pratica si procede estraendo i batteri dalla “materia prima” fornita dal donatore e, utilizzando un sondino introdurre il prodotto dal naso o dal retto.
Ampia documentazione, per partire potete trovarla qui.
Negli studi , comunque si riportano le numerose cautele necessarie in questa pratica e si ribadisce la necessità di utilizzare come donatore un parente stretto , possibilmente coabitante, per ridurre i rischi di trasmissione di malattie, davvero altissimi, in questa pratica.
Trattamento come minimo di seconda linea, da utilizzarsi solo in casi disperati.
Uno studio del 2008 riporta la necessità di cautela nella pratica di questa inusuale branca della ricerca medica, per via ancora della scarsa casistica applicata.

Ok, questo è lo stato dell’arte al momento .

Riporto le parole testuali del Sig. Vanoli:

La coproterapia è una disciplina naturale che consiste nell’immersione in una vasca di feci umane calde, o nella loro somministrazione per bocca. E’ considerata un toccasana per la cura dell’epidermide, e per le comuni affezioni osteomuscolari, e/o per le malfunzioni intestinali.
Non è proprio così, anche se alcuni ricercatori hanno provato questa terapia su pazienti con la sindrome del colon irritabile, però, sempre facendo ricerche pare che questa sindrome sia “curabile “con placebo nel più del sessanta per cento dei casi, quindi qualsiasi cosa va bene , meglio una pillola omeopatica a base di zucchero.

Ricapitolando:
La coproterapia (o, meglio la batterio terapia fecale) esiste,  non è una toccasana universale per tutti i mali e  i bagni negli escrementi non sono contemplati nella medicina ufficiale, neanche in teoria 
E’ pratica poco comune e da pochi ritenuta valida, tutt’ora in fase sperimentale.
Esistono rischi come in tutte le pratiche mediche e il pericolo di contrarre infezioni è sempre in agguato.

Va bene così Sig. Vanoli?

P.S. il sito coproteraia.blogspot.org, è chiaramente uno scherzo, ve lo assicuro.
Il sig: Vanoli ci è cascato in pieno.