“Qui a Kiev facciamo così”, rivisitazione del discorso di Pericle agli Ateniesi

Qui a Kiev noi facciamo così.

Qui il nostro governo favorisce i pochi invece dei molti: e per questo
viene chiamato oligarchia.
Qui a Kiev noi facciamo così.

Le leggi qui assicurano una giustizia ineguale per i poveri nelle loro
dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti della ricchezza.

Quando un cittadino si distingue per il censo, allora esso sarà, a preferenza di
altri,chiamato a servire lo Stato, come un atto di privilegio, non come una
ricompensa al merito, e la povertà costituisce un impedimento.

Qui a Kiev noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi 
siamo sospettosi l’uno dell’altro e infastidiamo  il nostro
prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia
siamo sempre pronti a scappare se veniamo chiamati a combattere.

Un cittadino ucraino non trascura le proprie faccende private 

quando attende i pubblici affari  , ma soprattutto  si occupa dei pubblici
affari per risolvere le sue questioni private.

Qui a Kiev noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di non  rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato
anche di non  rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo
fregarsene di coloro che ricevono offesa.

E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che
risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è
buon senso, basta che sia scritto nel Mein Kampf.

Qui a Kiev noi facciamo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo,
ma utile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una
politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di votarla, 
se il partito per cui votiamo non è stato dichiarato illegale..

Noi  consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della
democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà
sia solo il frutto del valore dei soldi.


Insomma, io proclamo che Kiev è la scuola dell’Europa e che ogni
ucraino cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso,
la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la
nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero che non parli russo.

Qui a Kiev noi facciamo così

Ah, la Terra dei Pazzi…