Pianeta Dei Pazzi: Italia, e le ultime sulla terza guerra mondiale.

Mi distacco un attimo da Siria e ucraina per arrivare la bel paese, sulla incredibile vicenda del ministro Poletti, che candidamente dichiara:
 “l’orario di lavoro non deve essere l’unico indicatore per determinare uno stipendio”.
Beh, poteva andare peggio, poteva proporre di toglierlo tutto, l’indicatore dello stipendio, così l’erogazione o meno della paga sarebbe lasciato a discrezione del datore di lavoro:

“ok, per questo mese hai lavorato abbastanza, riposati due o tre ore che domani si ricomincia.
Ti aspetto domattina alle 4 , e prima di cominciare pulisci i bagni”

Buffo che lo abbia detto un esponente di un governo di cento sinistra.

Cosa volete che vi dica, in Russia, ai tempi, a discorsi del genere si rispondeva:
“tu fai finta di pagarmi e io farò finta di lavorare”.
E’ chiaro che la dedizione del lavoratore è comminata allo stipendio, non ai piani avventurosi del datore di lavoro, o perlomeno dovrebbe essere così.
Come al solito, però , una discussione del genere è abbastanza irrilevante, la tempesta si sta formando fuori dall’Italia e decidere che ogni lavoratore è un dirigente e pagarlo in conseguenza, oppure trasformarlo in schiavo sottopagato incatenato alla scrivania, non cambierà molto le cose, temo.

Siria e Turchia: terza guerra mondiale, fronte sud orientale

Chi non si è appena risvegliato dal coma saprà della crisi russo-turca.

Riepiloghiamo, un aereo militare  russo si avvicina al confine turco e viene abbattuto.
Durante lo scontro perderanno la vita uno dei piloti dell’aereo, ucciso da terroristi turchi dediti alla “liberazione” di parte del territorio siriano.
il secondo pilota verrà rintracciato e riportato a casa, e durante questa operazione perderà la vita un soldato delle forze speciali russe.
Sembrerebbe un incidente di frontiera qualsiasi, ma i miliziani turchi, ovvero il loro capo Ablasian Cemil, figlio di un politico turco, posterà in rete il video dell’abbattimento del pilota spesso, fulminato dai “patrioti” mentre era ancora in aria con il paracadute.
E si vanterà pubblicamente di averlo fatto lui stesso.

Fonti dichiareranno che l’azione turca scaturisce dagli attacchi russi contro le autobotti che contrabbandano petrolio siriano e contro i terroristi “turcomanni”, esponenti, pare, dei “lupi grigi”.
I russi, aiutati da fonti americane e belghe, dichiareranno che l’intrusione dell’aereo russo in territorio turco , non c’è stata affatto, oppure è stata del tutto trascurabile, e normale durante un attacco così vicino al confine.

E questo è quello che è successo.

Purtroppo i due paesi sono entrambi presieduti da un governo forte e ben coeso, che fa capo ad una unica persona, Edorgan in Turchia e Putin in Russia.
Ovviamente il nolo del contendere è l’intenzione di entrambi di controllare il territorio siriano, o perlomeno parte di esso.

Cosa ti combinano i due zuzzerrelloni?

Edorgan da il via ad una reazione scomposta e non del tutto lucida, diciamo.

Prima di tutto non contatta i russi, dando spiegazioni ma chiama subito la Nato, come se fosse stato lui l’aggredito.
Poi dichiara “se aerei russi lo fanno ancora li abbatteremo comunque”.

Dall’altra parte , Putin, come se non aspettasse altro , da il via, prima ad una serie di dichiarazioni di fuoco, poi, nell’ordine:

Vieta alle aziende turistiche russe di vendere viaggi per la Turchia, e parliamo di milioni di turisti. Parecchi milioni.

Dichiara che la causa dell’abbattimento dell’aereo russo è l’intralcio da parte dei russi del lucroso commercio di petrolio di contrabbando tra ISIS e Turchia.

Rimette il regime del visto ai cittadini turchi che si devono recare in Russia.

Edorgan non si fa pregare e risponde:
“ma no sono i russi e i siriani che contrabbandano petrolio con Assad!”

Ma, proprio ieri, dopo aver incontrato i rappresentanti degli industriali turchi, che lamentano la possibile perdita di affari miliardari (in dollari, non in lire turche) si affretta a chiedere scusa, a dire che “non succederà più” e si adopera a far ritornare la salma del pilota in Russia.

Dal punto di vista orientale Edorgan ha perso la battaglia, ovvero si è dimostrato debole e “ha perso la faccia”, mentre Putin, per il momento, è riuscito a mantenere la la sua immagine di “uomo forte”.
Immagino che avrà nuovi capelli bianchi, ma ce l’ha fatta.
Ieri un altro fatto, un aereo russo ha sfiorato il confine israeliani, e non è stato abbattuto, anche, gli israeliani si son dimostrati comprensivi e hanno detto “cose che capitano”.

Una situazione veramente da Pazzi.

P.S. penso di dover rispondere ad un commentatore arguto che mi rinfaccia sul mio blog di non parlare dei rapporti tra Russia e Israele, e di come mai la Russia non stia “velocemente” risolvendo la questione aperta dell’abbattimento dell’aereo in Sinai.
Ora , non è che i russi siano dei mostri di velocità, hanno la strana tendenza a metterci del tempo a  decidere, e prima continuano a voler sapere chi ha davvero abbattuto quel volo, e come.
Che siano stati i barbuti, i servizi israeliani, francesi , americani o egiziani ha la sua importanza.
I pazzerelli israeliani, fanatici religiosi come e più dei barbuti, vano tenuti buoni, altrimenti ti bombardano, anche con armi nucleari.
Rimane strano l’atteggiamento USA, che da una parte fa affari con sauditi, mette da una parte gli israeliani e da un’altra ancora fa finta di credere che gli altri governi regionali non c’entrano.
Caro H… mi piacerebbe sapere cosa succederà adesso, ma, credimi, non lo sa nessuno, da quelle parti.

Ucraina, fronte nord orientale della terza guerra mondiale.

Nella povera terra ucraina le cose continuano come prima, la televisione dichiara che l’unica lingua che i cittadini devono parlare è l’ucraino, e lo fa in russo, dato che è la prima lingua parlata da due terzi della popolazione.

Il punto nodale delle discussioni è l’abbattimento da parte di alcuni nazionalisti delle linee che forniscono energia elettrica alla Crimea, con un milione e otto di persone che adesso ricevono corrente elettrica a rotazione, circa 6-8 ore al giorno.
Vi risparmio la narrazione dettagliata degli avvenimenti dal punto di vista ucraino, con il governo che dichiara ufficialmente che farà ripristinare le linee e poi smentisce, e “privati cittadini” che bloccano i lavori di riparazione a più riprese, prendendo a coltellate i poliziotti che cercano di mandarli via.
Ai crimeani non rimane altro che tenere duro per qualche altra settimana, quando saranno attivate le linee elettriche che porteranno energia alla penisola dalla Russia continentale.

Quello che è interessante è la reazione dei media ucraini a tutta questa situazione, una guerra “fredda” neanche tanto fredda.
Secondo i commentatori televisivi di Kiev a far saltare i piloni non sarebbero i nazionalisti ucraini, che si sono filmati e hanno mostrato in rete le loro malefatte ma “sabotatori russi”.
Non solo, dato che, per ritorsione , la Russia ha bloccato ogni rifornimento di carbone, e, per motivi tecnici che è troppo lungo spiegare, solo il carbone russo può alimentare le centrali ucraine, non c’è problema:
“il governo di kiev troverà una soluzione, e , in ogni caso, se rimarrete sena energia elettrica la colpa sarà dei russi”.

Non solo, sull’annoso problema del gas ho sentito dire, sempre nelle televisioni ucraine, e in russo:
“Non acquisteremo più gas dalla Russia, dato che costa meno, ma acquisteremo gas russo dalla Slovacchia pagandolo di più. e il prossimo anno otterremo l’indipendenza energetica!”

Forse è un problema di traduzione, ma giuro, dicono proprio così, ogni santo giorno.
La verità è che la Slovacchia, per via del contratto “take or pay” che gli impone di comprare gas dalla Russia anche se non lo consuma, ha delle eccedenze ed è ben felice di rivenderla agli ucraini a prezzo maggiorato:
Ma non durerà, il governo di Mosca, per via delle “mutate condizioni economiche” ha deciso di togliere , bontà sua, la clausola alla Slovacchia, a partire dai prossimi mesi.
Cosa non si fa per aiutare un paese europeo in difficoltà.
La verità è che la Russia vuole soldi in anticipo, mentre la Slovacchia, per via delle pressioni europee, concede gas a credito, ma fonti bene informate mi assicurano che lo stop è molto vicino, se non arrivano soldi dalla Comunità Europea stessa.
Il governo di Kiev non ha neanche soldi per comprare mutande e viveri ai soldati impegnati in missione di combattimento, ve lo dice uno che ha parlato con le mamme che spediscono scatolette, sapone  e biancheria intima ai loro figli al fronte, non scherzo.

Ora, non so bene cosa succederà nei prossimi giorni, ma temo che sarà un “natale interessante”, come quello siriano.

Inutile sarebbe parlarvi delle contorsioni politiche, ovvero con i partiti di governo che hanno perso le elezioni, vinte dalle “opposizioni”.
E dire che i partiti di opposizione veri in Ucraina sono stati dichiarati illegali o falcidiati da decine di omicidi politici.
Altrimenti chissà cosa succedeva.
In alcune parti del paese hanno vinto gli esponenti degli oligarchi locali, o della mafia, che poi è la stessa cosa.
In altre parti non si è votato e in altre estremisti vogliono rifarle perché i risultati no sono “coerenti con il governo”.
Cosa volete che vi dica, neanche in Africa durante i colpi di stato , si è mai visto un casino simile.
Ora un paio di note di Costume:

Questo è il nuovo tank “Azovev”, realizzato da uno dei battaglioni paramilitari, che, un anno e mezzo fa hanno occupato una fabbrica di mezzi blindati, illegalmente, of course.
Si tratterebbe di un accrocco costruito sopra il telaio di un vecchio carro armato T 64, prodotto negli anni 60 dotato di due torrette e dalla forma che ricorda un cassonetto della spazzatura, secondo i commentatori russi, che non sono proprio imparziali, devo dire.

Secondo alcuni commentatori arguti, che fanno notare che l’accrocco è stato presentato al ministero dell’interno ucraino, e non ai militari, la probabile destinazione del coso sarebbe l’uso in aree urbane, per schiacciare folle di contestatori.
Altri definiscono questo oggetto non un blindato, ma il “cosplay” di un blindato, da utilizzare per feste e altre ricorrenze,
Si spiegherebbero le due torrette, dotate di mitragliatrici, utili contro un altro blindato come un buco del culo sul gomito (cit.).
Devo dire che un qualsiasi blindato farebbe lo stesso lavoro, contro una folla di contestatori, armati di armi leggere.
Magari gommato, così non sbriciola le strade e consuma meno.

Cosa dire?  La solita, titanica cazzata,  a cui siamo tanto abituati.

Per finire torniamo all’argomento mio preferito, i fossi.
Mi riferisco ai fossi progettati dal governo ucraino per “sbarrare” la via a gli invasori russi.
Considerando il Donbass, l’Ucraina ha un totale di milleduecento chilometri di confine comune coon Russia e Bielorussia, stato che viene considerato “amico” di Mosca.

Ecco il progetto originario, un bel fosso largo sei metri e profondo due, con un terrapieno davanti, in stile fortificazione degli antichi romani.
Di seguito dovevano essere poste delle barriere di filo spinato, con torri di avvistamento ogni due o tre chilometri.

Ecco il nuovo progetto, con le torri a venti chilometri l’una dall’altra. A dieci chilometri di distanza, ovvero proprio nello spazio in mezzo tra due torri eventuali invasori potrebbero far passare interi convogli di mezzi, insieme al circo Barnum, e le sentinelle, soprattutto di notte, non si accorgerebbero di niente.

L’inaugurazione del primo tratto di “fosso” venne presieduta in pompa magna dal primo ministro Yatseniuk.
Purtroppo dopo pochi mesi iniziarono i primi “problemi tecnici”, ovvero si scoprì che di notte i contadini locali si fregavano le recinzioni e le torri, lasciate incustodite da guardie poco zelanti.
Si dovette ricominciare da capo con un nuovo progetto.
Le reti spariscono, sostituite da raggi misteriosi, in grado di penetrare l’aria per chilometri e chilometri, in modo da formare una barriere elettronica.
Ora, realizzare una strada lunga 1200 chilometri lungo il confine, con la bellezza di sessanta torri  e zeppa di sensori elettronici, è un affare parecchio costoso.
Dalle disastrate riserve ucraine il primo ministro Yatseniuk è riuscito a farsi dare sei milioni di mezzo di dollari, una bella cifra, ma del tutto insufficiente a pagare la benzina dei mezzi, se in lavoro dovesse partire sul serio.

Ecco una bella foto, questo è il “tratto dimostrativo” di alcuni chilometri realizzato secondo il vecchio progetto, , il tratto dove si sono fregati prima le recinzioni e poi si sta smontando il resto, pezzo dopo pezzo.
Pare che per fare quel piccolo tratto il nostro amico Yatsi sia riuscito a spendere parecchi milioni di euro, provenienti dalle finanze europee, per “migliorare la sicurezza del confine”.
Ecco le foto dei lavori, costati milioni e milioni di euro

Inizio lavori

seconda fase

lavori terminati, prima del fotografo e dopo la torretta praticamente non c’è niente, nuda terra.

Cosa volete che abbia fatto, con sei miserabili milioni di euro?
Niente, dopo alcuni mesi la commissione ancora non ha deciso cosa fare, anche se nel frattempo i soldi sono spariti verso destinazioni sconosciute.

Rimane, di tutta questa follia, dei fossi e dei campi minati piazzati da volontari qua e là, pericolosi per i contadini locali, piuttosto che per le forze di un ipotetico invasore russo.

E poi gli ucraini si lamentano che i militari russi li prendono in giro.

Ah, la Terra Dei Pazzi.