Non esultiamo troppo: l’importante non è la vittoria di Trump, ma la sconfitta di Hillary.

Raccolta di aneddoti curiosi sull’elezione di Trump e sui postumi post elettorali.

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Curiosamente il cartone satirico dei Simpson di 16 anni fa, che prevedeva una impossibile vittoria di Trump si è avverato. Ha indovinato persino il colore della cravatta.

Coincidenze.

L’ultimo soldato rimasto a difendere il forte.

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Ho visto l’ambasciatore americano a Mosca, Michael McFaul sbroccare sui social e pubblicare la frase: “ Putin ha interferito nelle nostre elezione ed ha avuto successo. Bravo”.

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Il nostro amico insiste, e da ambasciatore nominato direttamente de Hillary e Kerry non perde l’occasione per ricordare che i poveri ucraini non devono comunque  abbandonare i padroni americani.  Un uomo ligio al dovere fino all’ultimo. Bravo McFault.

Lavoranti a cottimo o patrioti?

Fervono le non amplissime proteste contro il neoeletto presidente. Trump, preso dal nervosismo ha definito chi protesta un “lavorante pagato”, per poi correggere il tiro poco dopo.

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Che ci sia qualcosa di vero?

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Su Craiglist, continuano le ricerche di dimostranti pagati 15-18 dollari all’ora, persone che devono farsi vedere urlando slogan e sventolando cartelli contro Trump. I numeri  telefonici paiono essere quelli di alcune associazioni “spontanee” di volontari del partito democratico. Una veloce ricerca su Craiglist ve ne farà trovare molte altri, di annunci simili. Sempre e solo coincidenze, ovvio. Non mi unisco alle voci insistenti che parlano di Soros, il nostro vecchio amico, come finanziatore di queste iniziative del tutto spontanee e disinteressate.

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Ovviamente ci sono anche degli oppositori non pagati, ci mancherebbe, l’accanimento dei media nel descrivere moti di centinaia o di migliaia di persone al massimo, è ammirevole. A proposito non è sbagliato il cartello. Facist è la definizione in slang di un governo o un politico autoritario.

Terra dei Pazzi

A Kiev, nella terra dei pazzi la prima reazione è stata scomposta, subito i vari estremisti hanno cancellato dai social i loro commenti ingiuriosi contro Trump.

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Uno per tutti, il tweet recentemente sparito, di Yuriy Sergeyev, l’ambasciatore ucraino presso le Nazioni Unite.

Ma molti si stanno chiedendo cosa ne è stato dei vecchi compagni di partito di Trump.

Newt Gringich, il senatore McCain e i “falchi” del partito repubblicano, tutti “amici” dell’Ucraina, ovvero nemici della Russia. Si aspetta l’insediamento del nuovo presidente e la nomina di personaggi chiave come il nuovo segretario di Stato, per avere qualche speranza di dialogo “costruttivo” come prima, ovvero la promessa di armi e soldi da usare contro la Russia.

Nel frattempo L’ucraina è costretta a rivolgersi ai poteri europei, ovvero i governi di Francia e Germania per avere sostegno. Ma alle condizioni europee, ovvero la cessazione delle ostilità e il rispetto dei mai neanche sfiorati da parte ucraina accordi di Minsk.

Russia.

In Russia la reazione è stata unanime, alla dichiarazione della vittoria di Trump, la Duma, il parlamento russo ha profuso un sonoro applauso. Ma non per festeggiare la vittoria, ma per celebrare una sconfitta, quella della Clinton, ovvero una persona che si era disposta anche alla guerra per poter “piegare” i riottosi moscoviti.

Già al 10 si facevano i conti, per il momento Mosca non si aspetta neanche un allentamento totale elle sanzioni, viste le condizioni economiche e i cambiamenti in corso nella politica planetaria, ci si aspetta solamente un mantenimento dello status quo e una allentamento nelle tensioni in Siria. Come al solito la Russia prende tempo, in attesa dell’inverno.

Media

Bondarenko, un analista politico che vive a Kiev, ricorda a tutti i media i titoli dei giornali francesi subito dopo la fuga di Napoleone, dall’isola d’Elba:

“Il Mostro corso rompe i lacci e sbarca nel golfo di Juan”

“l’Orco è a Grasse”

“l’Usurpatore è entrato a Grenoble”

“Bonaparte cattura Lyon”

“Napoleone è vicino a Fontaineblau”

“Stasera Sua maestà Imperiale arriverà nella leale Parigi e ordinerà un banchetto a Palace Tullieres”

Malgrado tutto un cambiamento del genere non si è ancora visto nei media americani, tutti ferocemente contro Trump, con pochissime eccezioni.

Segno che sanno qualcosa che noi non sappiamo.

Elezioni o no la partita è ancora aperta.

Star

ai nella storia, americana o meno, si è mai visto una tale bordata di oppositori contro un candidato:

TUTTE le persone famose, con una sola eccezione, facenti parte dello “Stars System” Americano hanno sostenuto il partito democratico.

Cosa significa, che le idee del partito democratico sono migliori?

Certo che no, questo significa che i media influenzano le vite ed i destini di questi personaggi molto di più di quanto immaginiamo.

Senza visibilità pubblica, non sono niente, e se vogliono continuare a fare film o a vendere libri, devono sottostare ai capricci dei loro padroni.

Restate collegati, ne vedrete delle belle!

By Nuke di liberticida

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