Mondo Dei Pazzi: Siria, elezioni, blocchi stradali e le MIstral.

Le tendenze si stanno mantenendo tali, per fortuna pare che i combattimenti nel Donbass siano scemati di molto.
Le forze armate di entrambe le parti sono all’erta, ma pare che molti dei “battaglioni” neonazisti siano stati smobilitati o ridotti di organico.
Purtroppo la cronaca nera ucraina narra di molti incidenti relativi a quest “reduci”, tornati a casa con bombe a mano e armi pesanti.
Se la guerra non ricomincia questi saranno comunque un be problema, nei prossimi anni.

Il governo di Kiev però deve fare qualcosa, e l’aver cessato le ostilità , a ridosso delle elezioni sembra quasi una resa (quasi?).

I leader dei tatari in esilio ovvero quei due o tre politici crimeani cacciati a viva forza dopo l’annessione alla Russia hanno pensato bene di creare un “blocco” al confine, negando il passaggio dei generi alimentari.

Lo scopo, neanche tanto nascosto è quello di “affamare” gli abitanti della Crimea.
Ho chiesto ad un residente locale, in quel di Sebastopoli, il tizio che mi ragguaglia sulle vicende della penisola annessa, che ci fossero problemi a approvvigionarsi.

Magazzini pieni e scaffali dei supermercati pure, la televisione russa parla di 90% dei prodotti alimentari provenienti dalla Federazione e non dall’Ucraina.
I magazzini locali, invece parlano di una percentuale di poco oltre l’ottanta per cento.
Hanno esagerato, ma non di molto.
Verdura e frutta subiranno un aumento di circa il 15 per cento, e non su tutti i prodotti, a seguito del “blocco” totale delle frontiere.
Soffriranno anche alcune aziende crimeane, ma l’interscambio tra Crimea e Ucraina è nettamente a favore dei produttori ucraini.
Questo è tutto.
Visto, cari trollini filo-ucraini , che “scremo” anche la propaganda russa?

In particolare le importazioni ucraine si risolverebbero in alcuni prodotti alimentari, ovvero frutta ed ortaggi, che costano meno rispetto alla Russia.
Gli ucraini starebbero affamando non i “russi” oltreconfine, ma i loro stessi produttori agricoli, già piegati dalla crisi economica, dall’aumento di prezzo dei fertilizzati e del gasolio del 300%, e dalla guerra civile.
La produzione agricola ucraina subirà comunque un bel calo di oltre il 5%, quest’anno.
I leader organizzatori del blocco stradale, che faticano a gestire le centinaia di camion fermi al confine in attesa di controlli e delle migliaia di auto dietro che strombazzano faticano già a gestire la situazione.
I contadini locali si sono già rivolti a loro inferociti, e , da quelle parti, non si chiama l’avvocato, si usa buttare una bomba a mano dentro al tua macchina quando sei fermo al semaforo o robe del genere, in modo da far capire l’intensità del “disappunto”.
Viene subito fatta una controproposta dai “bloccatori”:
Le merci non passeranno, ma faremo un mercato al confine in modo da permettere ai crimeani di venire a fare la spesa a prezzi ridotti.
Oltre al concetto di “Curriculum“, bisogna anche fargli capire quello di “Blocco” , da quelle parti.
Blocco” significa impedimento al passaggio, non “la merce passa lo stesso , ma a condizioni restrittive“, altrimenti diventa solo una “rottura di coglioni“.
La letargica giustizia ucraina si sveglia, e comincia ad accorgerci che questi posti di blocco, organizzato da privati, è illegale anche da loro.
Il solito casino a cui siamo abituati, infarcito dalle dichiarazioni di politici e giornalisti estremisti che vanno ripetendo che “è bello non rispettare la legge, se lo sia fa per combattere i russi“.
E lo dicono pure in televisione, i coglioni.
Ancora non hanno capito che , a volte, è meglio stare zitti ed aspettare l’evolvere degli eventi.

Oggi il portavoce dei nazisti ammette candidamente che i camion passeranno il confine, cosa che si può già constatare stamattina, ma solo dopo il pagamento di un “obolo” di mille dollari per mezzo.
Un privato cittadino che va in televisione, ammette candidamente di aver bloccato il traffico e di prendere tangenti per far passare i mezzi pesanti.
Tutto molto ucraino.

Però, abituati come eravamo a cazzate immani, tutto questo agitarsi appare solo come un triste espediente elettorale, e realizzato pure male, come  al solito.

Visto che , tra code lunghissime e proteste il blocco dei prodotti alimentari pare non sostenibile a lungo ai tatari si sono accodati i nazisti “reduci” dal fronte, in cerca di nuove fonti di guadagno, i primi arresti vi sono stati già ieri, dopo solo un giorno di blocco, tra chi si faceva pagare per lasciar passare i camion pieni di verdure, (come è intelligente la dichiarazione di cui sopra, diffusa oggi, incredibile!)
E viene bloccata la linea ferroviaria merci diretta verso la Crimea.
Pare che il materiale più importante che viene spedito attraverso quella linea sia la ilmenite estratta dalle miniere ucraine, un ossido di ferro e titanio utilizzato per estrarne il titanio o il famoso “ossido di titanio bianco” per le vernici.
Ne viene colpita pesantemente una industria Crimeana, la Titan, di proprietà dell’oligarca ucraino Dimitri Firtash, sospettato di collusioni con la Russia.
Questa azienda da da vivere a cinquemila persone, e sarebbe un colpo per l’economia della Crimea.
Ma diamo una occhiata, chi ci rimetterebbe e ci ci guadagnerebbe per davvero.
Dei cinquemila lavoratori solo 400 sono cittadini russi, tecnici specializzati e personale addetto alla supervisione, il resto della forza lavoro è composto da immigrati ucraini, gli unici disposti a lavorare in quella fabbrica così vecchia e in condizioni così pericolose.
Per separare il titanio dall’Ilmenite occorre fonderlo in un bagno di acido solforico, è chiaro che si tratta di una operazione molto delicata.
Altro autogol ucraino, agricoltori, lavoratori delle miniere a spasso insieme agli immigrati.
E la “Titan” di Omsk, Russia, suo principale concorrente, che si appresta a assorbire nuove quote i mercato, con sommo dispiacere, sono già i leader mondiali, ma male non fa.
Tra due giorni la fabbrica in Crimea verrà chiusa, e i 4600 immigrati ucraini mandati al confine a esprimere il loro “disappunto” nei confronti di chi ha organizzato il blocco.
La scorsa notte già un conflitto a fuoco ha interessato  la linea ferroviaria, tra nazisti e guardie di confine ucraine.

Povera, povera nazione, diretta da incompetenti.

Un “frullo” di emozione ci viene stavolta dalle dichiarazioni dei dirigenti del Donbass, ovvero la zona controllata dai separatisti.
Pare che stavolta siano riusciti davvero a far cessare l’esportazione in “Nero” di carbone verso l’ucraina, carbone assolutamente vitale ed insostituibile per le acciaierie e le centrali elettriche.
I russi si sono offerti “generosamente” di comprarlo tutto loro, che benefattori.
E questo inverno sarà molto dura, per quel di Kiev.
I politici ucraini si sono accorti che il carbone nel Donbass è di una qualità che si può trovare solo lì o in Russia, nell’intero pianeta ( il miglior carbone del pianeta, nientemeno) e a prezzi ridotti, e si sono accorti che le centrali elettriche e le acciaierie  sono progettate per funzionare solamente con quel minerale, pena la distruzione degli impianti.
Eppure fanno finta di niente, forse sperano che la fatina dei dentini del cazzo venga ad aiutarli, chissà.
Tutto questo è molto ucraino, ma la “moda” si è diffusa anche in altre nazioni, vedo.

Intanto Zakarchenko, il leader dei separatisti, è anche lui a ridosso delle elezioni locali, e fa pubblicamente dichiarazioni “tranquillizzanti”, ovvero:
abbandoneremo unilateralmente gli accordi di Minsk se non verremo ascoltati”
“al minimo tentativo di accordi con la NATO, da parte dell’Ucraina attaccheremo“.
Fanno i bulli in controtendenza con le dichiarazioni precedenti, molto più caute, e proprio dopo degli incontri al vertice tra russi ed americani.
La mia forte impressione di “sganciamento” americano in Ucraina è confermata.
Anche alcuni politici ucraini e dei commentatori televisivi locali abbastanza noti dicono apertamente che: “dovremo tornare in ginocchio dai Russi
il vostro lo aveva predetto che sarebbe successo, entro due anni, a partire dal  marzo dell’anno scorso.
Pochi dubbi su chi abbia vinto la guerra civile  sul campo, se mai ce n’erano, ovvero il topolino le ha suonate sonoramente all’elefante, tanto che adesso i numero di soldati della piccola repubblica è quasi pari a quello dell’Ucraina, mentre prima dell’inizio della guerra il rapporto era minimo 1:3.
Dove saranno finiti i soldati ucraini che mancano all’appello, e “dimenticati” dalle statistiche ufficiali di Kiev e dell’ONU?

Ah, saperlo…

Rivolgiamo la nostra attenzione sulle due “Mistral” le navi portaelicotteri prodotte in Francia e destinate prima alla Russia, e poi “bloccate” in seguito a non si sa cosa, in teoria non dovevano neanche rientrare nelle sanzioni.
L’accordo si è concluso con il pagamento dei danni e degli anticipi pagati dalla Russia, e adesso dalle navi si stanno smantellando, a spese della Francia, i componenti militari installati a bordo dai russi.

Pare che adesso le due navi le compreranno gli egiziani.
Egiziani che intanto hanno comprato 54 elicotteri dalla Russia, quelli progettati per essere installati a bordo delle navi.

Visto l’andazzo, spero che i militari de Cairo pagheranno dopo la consegna delle due portaelicottrei, non si sa mai.

E la Siria?

Beh, l’intervento militare russo in zona si è palesato, e molti aerei ed elicotteri d’assalto sono arrivati in Siria di “sorpresa”, ovvero spiazzando completamente i servizi americani.
Anche durante la guerra nel Donbass la’pporto di intelligence statunitense sul campo si è rivelato particolarmente poco efficace, ma forse fa parte di una strategia sottile, che tende a farci credere la NSA e la CIA come un branco di incompetenti.
Eppure centinaia di agenti della CIA erano presenti sul campo stesso, sostenuti dalle tecnologia più sofisticate.
Dopo pochi giorni di combattimento l’esercito di Assad, aiutato da militari iraniani e dagli Hezbollah libanesi, ha subito vinto importanti battaglie contro i fanatici islamisti.
Il risultato è stato una fulminea visita a sorpresa in Russia del premier israeliano, che ha protestato contro questi avvenimenti.
Avrebbe “intimato” a Putin di cessare l’aiuto al governo di Assad, e in risposta il leader russo ha detto “perché?”.
Pare che il leader israeliano sia tornato a casa spiazzato.
La cosa da da pensare, quando l’esercito siriano avanza i turchi li bombardano, anche gli americani spesso “sbagliano bersaglio”.
Quando avanzano i curdi pure,
Si alzano proteste perfino da Israele, a favore dei “terroristi” islamici.
Se non fosse impossibile sembrerebbe quasi che l’apporto russo ai soldati di Assad consiste principalmente nell’impedire agli eserciti occidentali di bombardarli per “errore”.

La guerra “contro il terrorismo” sbandierata dagli occidentali, migliaia di attacchi aerei,  missili del costo di milioni di dollari lanciati contro jeep con una mitragliatrice sopra, sembra sempre di più una presa per il culo.
Una costosa presa per il culo.

Ah, il Mondo Dei Pazzi.