Il Mistero dei Tre Bambini: simbolismi celati. Seconda parte

Nota di Nuke.

Continua l’opera immensa di Diacono Martino per aiutare alcuni, forse non tutti, ad orientarsi nel pazzo mondo che ci circonda, qui trovate la prima parte del mistero del bambino,

La risposta, come saprete, è dentro di noi.

 

Il Mistero dei Tre Bambini

II Parte

La seconda parte dell’articolo tenterà di collocare, almeno a grandi linee, questo mistero di Giovanni, erede di Cristo che deve profetizzare ancora davanti a popoli, nazioni e Re (Ap. 10,11) in una visione temporale. Sappiamo che Giovanni è colui che non deve morire e questo “non deve morire” non può palesarsi in un’eternità di vita corporale, ma, come molto più accettabile, in un’eternità di spirito che permane sulla terra.

Giovanni è colui che mantiene fermo lo sguardo come un’aquila e questo sguardo fermo sulla Verità che è Cristo non può significare altro che questo spirito è testimone di Cristo. Essere testimone della Verità indica che questo spirito deve farsi voce per ricordare agli uomini di non deviare dalla strada di Cristo. Non avrebbe senso infatti il suo restare nel mondo secondo quando Cristo aveva detto (Gesù gli risponde: Se voglio che lui rimanga finché io venga, a te che importa? Tu seguimi. Si diffuse perciò tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto; ma Gesù non gli disse: non muore, ma: se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa – Gv. 21, 19-23) se non per il fatto che gli uomini tendano a dimenticare le cose di Dio.

Dio soccorre tramite un uomo che si fa strumento della Sua Volontà. I Santi (quelli veri) sono stati Voce di Dio per ricordare alla Chiesa di rimanere ferma nella Verità. Perché allora non potrebbe essere la stessa cosa per colui che rivela i segreti e ci dona la sintesi delle apparenti antinomie bibliche?

Accadde agli Ebrei nel deserto che eressero un vitello d’oro che adorarono perché non videro il ritorno di Mosè Dal libro dell’Esodo (Es 32, 1-35 vedasi anche Libro di Neemia 9,16-21)

1 Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne e gli disse: «Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto». 2 Aronne rispose loro: «Togliete i pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a me». 3 Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne. 4 Egli li ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora dissero: «Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto!». 5 Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: «Domani sarà festa in onore del Signore». 6 Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento). Questa descrizione mi sembra quella di oggi. Tradiscono Dio per le idee del mondo e si danno al divertimento perché senza Dio tutto è permesso anche le più grandi abiezioni che vengono non solo giustificate, ma anche sancite per Legge e questo è il crollo della società. Nascono allora delle forme psichiche alle quali l’uomo delega la soluzione dei propri problemi, forme che non essendo legate allo Spirito, rimangono telluricamente legate alla terra: forme senza né elevazione, né mistero avviluppate a discorsi “culturali” da parte degli “intellettuali” della modernità che pertanto diventano i ciechi che guidano gli altri ciechi. I

ani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora dissero: «Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto!». 5 Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: «Domani sarà festa in onore del Signore». 6 Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento). Questa descrizione mi sembra quella di oggi. Tradiscono Dio per le idee del mondo e si danno al divertimento perché senza Dio tutto è permesso anche le più grandi abiezioni che vengono non solo giustificate, ma anche sancite per Legge e questo è il crollo della società. Nascono allora delle forme psichiche alle quali l’uomo delega la soluzione dei propri problemi, forme che non essendo legate allo Spirito, rimangono telluricamente legate alla terra: forme senza né elevazione, né mistero avviluppate a discorsi “culturali” da parte degli “intellettuali” della modernità che pertanto diventano i ciechi che guidano gli altri ciechi.

“costruttori sociali” sono i nuovi “semidei” innalzati da coloro che hanno dimenticato la presenza di Dio nella storia. Questo “capolavoro della satanocrazia” è stato iniziato molti secoli prima da quegli spiriti che sono sempre stati avversi alla Civiltà e che sono sempre “fraterni amici” dei distruttori della Civiltà. Antagonismo e lotta di classe hanno assunto il controllo delle menti perché l’odio instillato nelle menti è diventato la dinamite che innesca ostilità irreconciliabile tra uomini.

Nasce il mondo delle opinioni ed ogni opinione diventa verità e queste pseudo verità sono in lotta tra loro. La teologia e la filosofia non cercano più il mistero ma cercando di destrutturare il tessuto sociale ed anch’esse sono in lotta le une contro le altre nella piena ostilità reciproca. Manca il punto di unità che hanno eliminato. Lentamente siamo caduti nel nichilismo e la domanda se la Ragione non abbia avuto torto torna come uno spauracchio per coloro che si sono legati a questi pseudo-principi. Tutto viene preparato al fine di evitare che l’uomo rifletta nel silenzio della propria coscienza. Tutto viene argomentato, urlato e pianificato per addomesticare i popoli. La Ragione è il nuovo Vitello d’oro che viene adorato dai “costruttori sociali” ed imposto al popolo per mezzo di una anti-creazione educativa che parte sin dalla scuola.

Ma Dio interviene sempre nella storia e sconvolgerà i piani di coloro che hanno voluto sostituirsi a Lui ed alla Sua Bontà per tutti gli uomini che, pur nell’errore, lo cercano perché sentono che manca qualcosa.

Così come accade agli Ebrei nel deserto:

Essi si erano dimenticati delle promesse di Dio ed è per questo che Mosè distrusse il vitello d’oro. Dimenticarsi è facile per un uomo preso dalle vicende del mondo e pertanto, proprio perché noi siamo carne e pensieri, tendiamo a dimenticare Cristo, quindi c’è sempre stato qualcuno che si è fatto voce per ricordarcelo.

Se proiettiamo il significato simbolico di questo evento nei nostri tempi possiamo evidenziare le seguenti conformità:

  1. La Chiesa che deve ricordare Cristo si perde nei dialoghi con il mondo e con le idee materialiste del mondo ed inizia ad allontanarsi dalla Parola di Dio per creare delle neo-parole (anti-parole) umane sostituendo con sottigliezze i significati: solidarietà piuttosto di Carità, pace nel mondo piuttosto che Pace in Cristo, ricchezza terrena piuttosto che Ricchezza spirituale, l’altro piuttosto che il Prossimo, dialogo piuttosto che Colloquio interiore, poveri nella materia piuttosto che Poveri di spirito. Tutto diventa materialista e pertanto la caduta nel dialogo con il marxismo e con le idee del mondo diventa palese. Chi è coerente con la Verità vuole trasformare la società sacralizzandola, vuole ripristinare il legame di Dio con ogni uomo facente parte della società e costoro sono perseguitati da questa specie di pensiero unico che vigila come un Torquemada nella Chiesa Cattolica.
  2. Se si nota infatti, i discorsi dei preti non hanno alcuna diversità da quelli di un sindacalista (almeno il sindacalista fa il suo mestiere). I preti sono diventati i nuovi mediatori con il “padronato”, al contrario di Cristo che andava a casa dei pubblicani e cenava con loro, parlava ai poveri, ai ricchi, ai diseredati, ai prìncipi, al centurione, alle milizie, al popolo. Non esisteva distinzione, sussisteva solo la volontà dei singoli di ascoltarlo. Le distinzioni che poi sono pervenute a quelle di classe sono comparse successivamente, sempre da parte di quegli uomini, che nel deserto spirituale innalzano il loro Vitello d’oro che è il materialismo più becero e feroce.
  3. “I sistemi sociali che trasformano la persona umana in cosa e in strumento del processo economico, che disconoscono la libertà dello spirito e violentano la coscienza umana, debbono dunque essere riprovati dalla coscienza cristiana. L’anima umana è per il Cristianesimo la cosa più preziosa e dunque un ordine sociale che la contamini è inaccettabile…” (N Berdjaev – Cristianesimo e lotta di classe – ed. La Casa di Matriona 1931 Ymca Press Parigi -1977 La casa di Matriona)

Il Terzo millennio

Abbiamo spiegato che il Terzo millennio è il millennio della Resurrezione e come per Dio 1000 anni sono un giorno. Il simbolismo che deduciamo dalla Resurrezione (che è Verità) di Cristo è come per due giorni sia stato sotto la pietra (la pietra rappresenta la Legge) ed il terzo giorno sia resuscitato. Ora nel mondo vi sono stati due millenni di Legge che però, come spiega San Paolo è fonte di maledizione (Gal. 3,1-14) perché essa viene usata per giudicare gli altri non per soppesare i propri errori ed avere quindi misericordia verso il prossimo anche lui immerso nelle debolezze. Tutte le forme arbitrarie di persecuzione sono frutto della Legge. Il terzo millennio pertanto inizia nel 2001.

All’inizio del terzo millennio si sono espresse ed ancora operano delle forze oscure che cercano di schiacciare questa libertà che Dio vuole per la terra. È pertanto possibile che la Voce di Giovanni si sia fatta conoscere prima dell’inizio del Terzo Millennio attraverso qualcuno che deve aver sacrificato la propria vita per far percepire questa Verità e che deve essere stato perseguitato dalla Chiesa che non ne ha voluto sapere di questa voce, troppo presa nei suoi giri d’affari ed oggi sprofondata nei suoi scandali, con grande sconcerto di quella parte della stessa che è intimamente incolpevole ed ama Cristo sopra ogni cosa. È pertanto ipotizzabile che chi ha parlato sia stato qualcuno che deve aver potuto operare in una sorta di nascondimento pubblico (è un ossimoro ma ha il suo senso) e preparato da qualcun altro che doveva rappresentare lo spirito del Battista. Ci doveva essere un annunciatore ed un annunciato che si dovevano conoscere e rispettare.

Se Giovanni è erede di Cristo ed il quadro di Raffaello indica che Gesù e il Battista sono insieme a lui, indica altresì che il Battista è spirito che manifesta. Il ruolo del Consolatore viene ulteriormente chiarito da Cristo Giovanni (14,23-29): «Il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» e qui nasce la coincidenza fra “lo spirito che deve rimanere sulla terra” e lo “Spirito Santo che vi insegnerà ogni cosa” quindi lo spirito che rimane sulla terra è pregno di Spirito Santo ed insegnerà ogni cosa.

Come farà ad insegnare? Il capitolo 10 dell’Apocalisse lo spiega:

Capitolo 10

1 Poi vidi un altro angelo potente che scendeva dal cielo, avvolto in una nuvola; sopra il suo capo era l’arcobaleno; la sua faccia era come il sole, e i suoi piedi come colonne di fuoco;
2 e aveva in mano un libretto aperto; ed egli posò il suo piè destro sul mare e il sinistro sulla terra;
3 e gridò con gran voce, nel modo che ruggisce il leone; e quando ebbe gridato, i sette tuoni fecero udire le loro voci.
4 E quando i sette tuoni ebbero fatto udire le loro voci, io stavo per scrivere; ma udii una voce dal cielo che mi disse: Suggella le cose che i sette tuoni hanno proferite, e non le scrivere.
5 E l’angelo che io avevo veduto stare in piè sul mare e sulla terra,
6 levò la man destra al cielo e giurò per Colui che vive nei secoli dei secoli, il quale ha creato il cielo e le cose che sono in esso e la terra e le cose che sono in essa e il mare e le cose che sono in esso, che non ci sarebbe più indugio;
7 ma che nei giorni della voce del settimo angelo, quand’egli sonerebbe, si compirebbe il mistero di Dio, secondo ch’Egli ha annunziato ai suoi servitori, i profeti.
8 E la voce che io avevo udita dal cielo mi parlò di nuovo e disse: Va’, prendi il libro che è aperto in mano all’angelo che sta in piè sul mare e sulla terra.
9 E io andai dall’angelo, dicendogli di darmi il libretto. Ed egli mi disse: Prendilo, e divoralo: esso sarà amaro alle tue viscere, ma in bocca ti sarà dolce come miele.
10 Presi il libretto di mano all’angelo, e lo divorai; e mi fu dolce in bocca, come miele; ma quando l’ebbi divorato, le mie viscere sentirono amarezza.
11 E mi fu detto: Bisogna che tu profetizzi di nuovo sopra molti popoli e nazioni e lingue e re.

Ciò che ci ha incuriosito è questo capitolo 10. A Giovanni viene detto di prendere un libretto e poi inizialmente gli si chiede di non scrivere, poi alla fine di mangiarlo. Che significa “non scrivere” significa che non è il tempo voluto da Dio. Poi lo deve mangiare e gli sarà dolce alla bocca ed amaro al ventre e questo significherebbe che il mangiare un libro è come quando noi divoriamo un libro con grande felicità per ciò che ci comunica. “Sarà amaro al ventre” significa che il ministero di Giovanni sarà ripieno di amarezza per l’ostilità di quelli che dovrebbero prima di tutto ascoltarlo ma che lo rifiutano. Il riferimento a questo misterioso libretto non è cosa secondaria anzi in esso debbono essere scritte delle parole che rivelino la Volontà d’Amore di Dio ed è qualcosa di grandioso, di rilevante, di principale, di inusuale; qualcosa che sia inaspettato e che ricorda, almeno nel mio cuore, il fatto che Egli viene come un ladro, clandestinamente, come una sorpresa per l’umanità, ma anche come qualcosa che sarà amaro, e che parte dell’umanità lo rigetterà così come parte della Chiesa. “Sopra il suo capo era l’arcobaleno” questo passo è importante perché è come se arrivasse un diluvio nuovo che è nel capo di chi deve annunciare il nuovo tempo e questa descrizione conferma che l’arcobaleno è un segno della pace di Dio con gli uomini, come accadde come con Noè, Dio si ricorda della sua promessa e pertanto pone sul capo dell’angelo potente un arcobaleno a ricordare gli uomini che Lui mantiene le promesse non come gli uomini che parlano tanto ed amano poco; fa comprendere che Dio è a conoscenza di tanti che sono vittime della menzogna e quindi questo diluvio che cosa non può essere se non la piena Rivelazione del Suo Amore per l’umanità?

Questo rifiuto è il rigetto al banchetto di Cristo che nuovamente si rivela nel Vangelo di Matteo:

 

«Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero.

«Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l’abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti.»   (Matteo 22,1-14)

Altro aspetto interessante è che questo misterioso libretto è concepito nel Capitolo 10 quindi siamo andati a cercare il significato del numero 10 che riportiamo:

Il numero Dieci simboleggia la perfezione, come anche l’annullamento di tutte le cose. 10 = 1+0 = 1 illustra l’eterno ricominciare. Il Dieci è il totale dei primi quattro numeri e perciò contiene la globalità dei principi universali. Corrisponde alla Tetraktys pitagorica, che insieme al sette lo considerava il numero più importante, in quanto è formato dalla somma delle prime quattro cifre (1+2+3+4=10), esprime la totalità, il compimento, la realizzazione finale. Il numero Dieci è divino poiché perfetto, in quanto riunisce in una nuova unità tutti i principi espressi nei numeri dall’uno al nove. Per questo motivo il numero Dieci è anche denominato Cielo, ad indicare sia la perfezione che il dissolvimento di tutte le cose, per il fatto che contiene tutte le possibili relazioni numeriche.
La comparazione della simbologia numerica e geometrica fa scoprire un’analogia tra il Dieci ed il punto entro il cerchio: nella tradizione esoterica il valore numerico di un centro o punto è uno, mentre quello di una circonferenza è nove, numero che moltiplicato per qualsiasi altro dà, per addizione delle cifre costituenti il risultato, sempre e soltanto sé stesso, esattamente come una circonferenza perpetuamente ritornante sul proprio tracciato. Tale simbologia suggerisce l’ipotesi che la decade rappresenti la perfezione relativa allo spazio-tempo circolare, ovvero la divina immanenza. Il Dieci indica il cambiamento che permette all’iniziato di evolvere, di crescere e di elevarsi spiritualmente. (Fonte: http://www.mitiemisteri.it/esoterismo/numeri/dieci.html)

mistero bambino

  1. il dito di Giovanni Battista indica il cuore di Giovanni Evangelista come a far capire “lui è quello che deve rimanere, lui è quello che ha sentito i battiti del Cuore di Cristo”.
  2. Lo sguardo della Vergine è rivolto a Giovanni mentre con la mano tiene il figlio questo spiega il fatto che Giovanni è colui che la prese con sé. Lo sguardo rappresenta l’amore nascosto della Theotokos per il suo figlio. Perché così come Cristo ha avuto in Giuseppe il Padre putativo, Giovanni ha avuto in Maria la Madre putativa.
  3. Cristo guarda Giovanni Battista e sembra come spiegare cosa significa la parola agnus ed i due sguardi sono paralleli.
  4. Il cerchio che avvolge il dipinto è significativo di perfezione come poco sopra accennato.

Conclusioni

A nostro avviso prima dell’inizio del Terzo millennio, al fine di preparare il mondo a comprendere il Misterium Iniquitatis ed il piano di salvezza di Dio per l’umanità, ci deve essere stato un uomo, un testimone della certezza e della Volontà di Amore di Dio che deve essere stato, in un certo senso, educato alla consapevolezza di sé da qualcuno che rappresentava questo Battista.

Perché ha senso che il messaggio pervenga prima del caos al fine di indicare agli uomini di buona volontà il punto fermo che è la Luce che Dio invia nel mondo, anche se parte degli uomini preferisce le tenebre alla luce. Che la Chiesa Cattolica stia perdendo sempre di più autorità è probabilmente dovuto al fatto che Dio l’ha abbandonata alle famose “passioni infami”, l’ha abbandonata a sé stessa, ai suoi dialoghi con le idee e le religioni del mondo. È rilevante notare come Dio sia togliendo autorità alla Chiesa. Abbandonandola alle idee del mondo, di queste idee diventa schiava e quindi perde potenza sia sugli uomini ma anche sui nemici di Cristo con i quali dialoga. Una volta c’erano i roghi, le torture, le inquisizioni, gli arresti, le intimidazioni oggi non siamo lontani da questo perché il metodo è più sottile ed usa la psicologia della paura o quelle forme neo-sataniche di censire tutti i propri potenziali nemici.

Certamente è difficile comprendere chi siano questi due personaggi, l’annunciatore e l’annunciato, ma e facile collocarli prima del Terzo millennio, quindi a cavallo tra gli anni 1917 (abbiamo preso spunto dalle Apparizioni di Fatima del 1917) e gli anni 2000 considerando come il 2000 come il punto finale della Rivelazione.

Nonostante tutto ciò che viene propinato da coloro che si sono fatti strumento consapevole od inconsapevole di questa volontà di dominio, rimane la certezza che è proprio attraverso questo misterioso libretto di Giovanni che Dio illuminerà le genti, perché è impossibile pensare che Egli ci lasci nel caos. Sarà un’operazione di lento smascheramento dove sempre più crolleranno gli idoli innalzati dall’umanità e che sono coloro che tentano di salvare il loro falso stile di vita senza Dio. Sempre più la Tri-Unità susciterà uomini e donne che si porranno il dubbio e si metteranno, anche inconsciamente, a servizio della società per farsi voce giovannea che rivela quanto possa l’Amore di Dio e quanto la sua presenza nella storia sia viva. Giovanni è la chiave, l’arcobaleno che ci ricorderà che Cristo vive, regna ed impera.

Note:

1 Dai «Discorsi» di sant`Agostino, vescovo (Disc. 293, 3; Pl 1328-1329)Giovanni è la voce. Del Signore invece si dice: «In principio era il Verbo» (Gv 1, 1). Giovanni è la voce che passa, Cristo è il Verbo eterno che era in principio. Se alla voce togli la parola, che cosa resta? […] Vediamo in proposito qual è il procedimento che si verifica nella sfera della comunicazione del pensiero. Quando penso ciò che devo dire, nel cuore fiorisce subito la parola. Volendo parlare a te, cerco in qual modo posso fare entrare in te quella parola, che si trova dentro di me. Le do suono e così, mediante la voce, parlo a te. Il suono della voce ti reca il contenuto intellettuale della parola e dopo averti rivelato il suo significato svanisce. Ma la parola recata a te dal suono è ormai nel tuo cuore, senza peraltro essersi allontanata dal mio. Non ti pare, dunque, che il suono stesso che è stato latore della parola ti dica: «Egli deve crescere e io invece diminuire»? (Gv 3, 30). Il suono della voce si è fatto sentire a servizio dell’intelligenza, e poi se n’è andato quasi dicendo: «Questa mia gioia si è compiuta» (Gv 3, 29). Teniamo ben salda la parola, non perdiamo la parola concepita nel cuore. Vuoi constatare come la voce passa e la divinità del Verbo resta? Dov’è ora il battesimo di Giovanni? Lo impartì e poi se ne andò. Ma il battesimo di Gesù continua ad essere amministrato. Tutti crediamo in Cristo, speriamo la salvezza in Cristo: questo volle significare la voce. E siccome è difficile distinguere la parola dalla voce, lo stesso Giovanni fu ritenuto il Cristo. La voce fu creduta la Parola; ma la voce si riconobbe tale per non recare danno alla Parola. Non sono io, disse, il Cristo, né Elia, né il profeta. (Cfr. http://www.gliscritti.it/antologia/entry/113)

2 La cattedrale di Roma è detta comunemente San Giovanni in Laterano, ma è dedicata al Santissimo Salvatore e ai santi Giovanni Battista ed Evangelista (notare che qui sono raffigurati tutti e tre come nella Madonna del Terranova di Raffaello). Quindi San Giovanni in Laterano è dedicata a a Cristo, Giovanni Battista e Giovanni il Teologo. Ciò vuol dire che nella tradizione c’è questa consapevolezza: il Santissimo Salvatore fra San Giovanni e San Giovanni; i due profeti: uno chiude l’Antico Testamento, l’altro apre il Nuovo. Giovanni Battista è testimone della fine e Giovanni il Teologo è testimone dell’inizio e come Giovanni era voce che gridava nel deserto, Giovanni il Teologo è Voce che grida nel deserto spirituale creato dal Misterium Iniquitatis.

3 “Chiudete bocca o empi! E voi fedeli, aprite le orecchie e udite ciò che dice Cristo. Egli dalla croce fa il suo testamento e sospende per un istante la salute del genere umano per assicurare l’onore di sua Madre! Giovanni sottoscrive il testamento del Cristo. Alla madre viene lasciata l’eredità, la difesa della sua purezza; al discepolo la tutela della Madre e il merito della pietà filiale. E da quel momento il discepolo la prese con sé. Né il Cristo, dunque, stabiliva un divorzio né Maria abbandonava il consorte. Ma con chi avrebbe dovuto abitare la Vergine se non con colui che sapeva essere l’erede del Figlio ed il custode della sua verginità” S. Ambrogio Il testamento di Gesù morente (ipd. 46,48 PL 16, 317-318 -323-333)

Fine Seconda parte

SCRITTO DA DIACONO MARTINO

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