ll punto sulle trattative per il gas in ucraina. Si fa presto a riassumere, Kiev non ha i soldi per pagare

Oggi, giovedì 30 ottobre la delegazione russa presente alla trattativa tripartita con Ucraina e UE si è allontanata, per poi essere ripresa per la giacchetta, dopo le richieste europee di non tornare a casa.

Il problema non è il prezzo del gas, il problema è che Kiev i soldi per pagare il gas rimasto insoluto non li ha, non ha neanche gli 1,4 miliardi di dollari che afferma di avere “pronti in uno o due giorni”.

Alcuni giorni fa, al colloquio di Milano il presidente russo Putin fece la sua proposta:

“pagate 3,5 miliardi di dollari entro dicembre e altri 1,5 anticipati, altrimenti niente gas.”

Per la precisione le sue parole furono più o meno queste, scusatemi per la traduzione:
“In Russia ed in Ucraina quando un uomo invita una donna a cena è lui che paga.
Pare che in Europa si faccia a metà, ma da noi non è così.

Però adesso siete stati voi ad invitare l’Ucraina e siete voi che dovete pagare il conto.
Se l’Ucraina non è in grado di pagare pagherete voi, altrimenti potete fare un prestito ponte.”
Insomma niente soldi niente gas.
Sembrerebbe che la situazione sia chiara, ma i problemi non sono economici, sono politici.
In passato , in casi simili si buttarono via centinaia di miliardi di dollari, per “risollevare” altri stati ex sovietici, Polonia in primis.
La Russia stessa ha finanziato l’economia ucraina per almeno cento miliardi di dollari, con commesse alle loro aziende statali e sconti sul gas.
Ogni parte in causa ha i suoi buoni motivi per non cedere.
Il governo russo non può certo fare concessioni al governo di Kiev, dopo la guerra civile nell’est e le dichiarazioni di ministri e tanti esponenti del governo ucraino, diciamo che i più gentili hanno detto “russi vaffanculo”.
Sarebbe un segno di debolezza e gli elettori non lo perdonerebbero.
L’UE è in piena crisi, anche la corazzata tedesca comincia a dare i primi segni di affaticamento e gli elettori di molti paesi non accetterebbero “regali” a nazioni straniere.
Non sono pacchi di riso o coperte è gas che in teoria viene fatturato e venduto alle aziende ed ai cittadini ucraini, eppure deve essere “regalato”, di quello parlerò più avanti.
Il governo di Kiev si trova in una situazione difficile, già il paese era sull’orlo del collasso prima del colpo di stato di febbraio, adesso ci si è accorti che tutti i soldi  arrivati da UE e FMI sono stati spesi per la fallimentare guerra civile degli scorsi mesi.
Eppure la Naftogaz, l’azienda di stato Ucraina, dovrebbe essere florida, vende il gas agli utilizzatori, incassa e paga le fatture della Russia e degli altri fornitori, tutto normale.
Malgrado sia sotto controllo statale i colossi dell’energia russa tipo la Gazprom incassano molto , e guadagnano tanto, una parte considerevole degli introiti del governo di Mosca sono le tasse sul reddito pagate da costoro.
In Ucraina non funziona così, le aziende statali servono prima di tutto come comodo parcheggio per i politici in pensione ed i loro parenti, un esercito di scalda-sedie lautamente pagati, che solo gli italiani possono immaginare.
Poi, con la scusa di “aiutare le fasce deboli della popolazione” il gas venne venduto a MENO del prezzo di costo, prima ai “poveri”, poi praticamente a tutti gli utenti, fabbriche comprese.
cominciò un boom dell’energia a basso costo, e nacquero fabbriche come quelle che realizzano fertilizzanti con il gas naturale, invece del petrolio, e cose simili.
Ogni anno il governo di Kiev ripianava le perdite.
Adesso il governo di Kiev parla di una “tariffa unica del gas”, da far pagare indifferentemente a tutti, aziende e privati, pari a circa 500 dollari ogni mille metri cubi.
In molti si troveranno a pagare da tre a quattro volte rispetto a prima.
Ma non è finita, tutte le aziende del settore energetico ucraine sono in perdita, le centrali a carbone andavano avanti a forza di sussidi, l’azienda che gestisce le centrali nucleari ha dichiarato entusiasticamente che le perdite dell’esercizio dello scorso trimestre sono pari a “soli” 260 milioni di dollari.
Mi risulta che anche le centrali idroelettriche siano in perdita…
E forse la follia di far pagare l’energia a 4 centesimi di dollaro al Kilowatt ai privati c’entra qualcosa.
Insomma il governo russo ha fatto i conti e pretende che l’Europa paghi i conti ucraini, se Kiev non riesce a pagare, mettendo tutti di fronte alle proprie responsabilità.
E credo che la strategia sia quella di mettere gli ucraini stessi davanti alla “bellezza” della vita in Europa, ai conti da pagare e alle bollette “europee”, tra le altre cose.
Ricordo agli italiani che il gas nelle abitazioni attualmente costa circa 1000 euro ogni mille metri cubi, ovvero già più del doppio di quanto pagheranno gli ucraini questo inverno.

Spero che questa mia lunga sparata abbia fatto capire che cosa sta succedendo adesso a Bruxelles.
Per finire facciamo una carrellata delle reazioni dei vari paesi europei:
L’Austria ha detto che “i paesi europei dovranno pagare il conto di Kiev”.
Barroso ha parlato per conto della Spagna e ha detto: “Ogni nazione deve farsi carico delle proprie responsabilità, non possiamo pagare i conti degli altri, comunque l’UE fornirà un miliardo di euro in prestito che potrà servire”.
Gli inglesi , grazie a Cameron hanno fatto capire che nuove tasse per pagare la bolletta ad altri non saranno bene accette.
I tedeschi, beh, la Merkel , come al solito sta zitta, non dice niente e aspetta di vedere cosa succede, per poi accodarsi al carro del vincitore.
I giornaloni italiani sono i più notevoli, parlano di “irragionevole cocciutaggine” di Mosca….

Ma non è finita, se anche Kiev potesse riuscire a cavarsela, magari prelevando di nascosto il gas europeo di transito, con alcuni paesi che fanno finta di niente e lasciano fare, un’altra grossa tegola aspetta il governo.
A fine 2013 il governo russo fece un prestito di tre miliardi di dollari all’Ucraina, con precise clausole.
Una di queste era che qualora il debito ucraino salisse sopra il 60% il governo di Mosca poteva richiedere immediatamente l’intera somma in una unica soluzione.
Tutti i rapporti parlano chiaro, a gennaio il governo di Kiev dovrà pubblicare il rapporto sul debito dell’ultimo trimestre del 2014, e tutti gli analisti scrivono di un debito saluto dal 30% al 68%, come minimo.
Molti temono che Putin si affretterà a presentare il conto, causando altri imbarazzi all’UE…