Discutere con “le piccole vedette ucraine” su internet, uno sforzo titanico.

Chi, come me si occupa molto del problema ucraino fa spesso la conoscenza con “l’altra parte”, ovvero sostenitori della “causa ucraina”, tetragoni ad ogni ragionamento e che mi sfracassano le appendici testicolari con la “sconfitta della Russia”.
premetto che, per quanto ne so la Russia non è affatto sconfitta, anzi, militarmente si è impegnata ben poco in Ucraina.
Però costoro mi sfracellano gli zebedei con la “vittoria dell’Europa” alle elezioni di qualche giorno fa e mi dicono che “il paese è risorto e” e un “meraviglioso futuro” li aspetta.
Io, invece, da buon osservatore “terzo” ho assillato molti con le mie fosche previsioni.
D’altro canto finora i fatti mi danno ragione.

Proviamo a dare una chiave di lettura dell’immane casino ucraino leggermente diversa da quella dei media mainstream occidentali.
Il problema ucraino nasce nel 2009, quando la recessione colpisce il mondo sul serio e molti nodi vengono al pettine.
Arriva Yanukovich, il presidente regolarmente eletto , non un dittatore, come dipinto da molti.
Come tutti i suoi predecessori si barcamena tra est e ovest, tenendo in buon conto la Russia, che a forza di sconti sul prezzo del gas  ha dato al paese circa cento miliardi di dollari di contributi, negli anni.
Ovviamente il paese è rimasto allo stato della Russia fino a pochi anni fa, ovvero il periodo di Eltsin, con pochi oligarchi che hanno comprato le aziende statali per un pezzo di pane e hanno portato i profitti all’estero, un vero saccheggio che continua tutt’ora..
Yanu, lo chiameremo così per fare prima, sa che alcune parti del paese sono “filorusse” e altre, soprattutto l’estremo ovest sono “antirusse”.
Continua a blandire Mosca e gli Occidentali, intanto brucia buona parte delle riserve di valuta estera del paese per tenere sotto controllo il cambio.
Nel 2010 contatta il Fondo Monetario Internazionale chiedendo un prestito.
Le condizioni del FMI sono così draconiane ( taglio immediato di un quinto dei dipendenti pubblici, privatizzazioni, aumento delle tasse, taglio della spesa pubblica e aumento di 4-5 volte delle tariffe) che si spaventa e comincia un delicato avvicinamento a Mosca.
Mosca che si dice a favore di un riavvicinamento, però il prezzo è alto, in cambio dei loro soldi pretendono il completo controllo delle fabbriche e delle infrastrutture del paese.
E magari qualche base militare qua e là.
Arriviamo a fine 2013, il pese è sull’orlo del default, e Yanu fa un ultimo tentativo , un prestito da tre miliardi di dollari da Mosca, a condizioni abbastanza brutali, tra cui una clausola che permetterà a Mosca di richiederli tutti entro gennaio 2015.
Intanto il malcontento del popolo cresce e comincia il “Maidan”, ovvero quella che all’inizio era la protesta dei disoccupati e dei pensionati, contro lo strapotere e le ruberie di politici e oligarchi.
A Febbraio diventa pale un cambio di rotta, una minoranza della popolazione, rappresentata dai partiti neonazisti, ottiene il controllo della piazza e il governo cade, sotto il peso della protesta, grazie anche a provvidenziali “cecchini” che sparano indifferentemente sulla polizia e sui manifestanti.
Viene formato un nuovo governo ad interim, e cominciano i primi problemi con la minoranza russa dell’est.
Ne avevo parlato già a marzo,prima dell’inizio della guerra civile.
Incidentalmente nel frattempo una regione del paese, la Crimea si dichiara indipendente e diventa parte della Federazione Russa, praticamente senza nessuna resistenza di Kiev.
Ad aprile cominciano i combattimenti sul serio e l’esercito ucraino , più forte e più armato avanza.
Fino ad agosto, quando l’offensiva si schianta brutalmente contro la resistenza dei separatisti.
Devo ricordare due battaglie, tra le tante di quei mesi, Saur Mogila e Lyovask, in entrambe sono moti migliaia di soldati ucraini sotto le bombe.
Migliaia di soldati in ognuna di queste due battaglie.
Per non parlare dei tanti scontri dove i morti si sono contati “solamente ” a decine e centinaia.
La responsabilità non è delle fantomatiche e inesistenti “colonne di carri russi”, ma della stupidità del governo di Kiev.
I veri responsabili sono il buon Poroshenko, il presidente eletto, e Yanukovich, entrambi protagonisti delle elezioni di qualche giorno fa.
Il governo di Kiev voleva “festeggiare” la “ripresa” del Dombass per il 24 agosto, e diede il via ad una paradossale avanzata, senza un esercito preparato , senza supporto aereo, l’aviazione era stata distrutta nel frattempo, e senza coordinazione, comunicazioni e logistica.
Ovviamente molti soldati morirono o finirono circondati in pieno territorio nemico, senza rifornimenti.
Il governo di Kiev diede ordine di proseguire nell’attacco  e ordinò espressamente ai militari di non cedere o arrendersi.
Il risultato è stato il quasi annientamento dell’esercito di Kiev, da parte dei separatisti.
Non è una cosa strana, fior di eserciti sono stati sconfitti dalle popolazioni che difendevano i loro territori.
A questo punto arriviamo ad oggi, l’economia ucraina è al collasso, le banche sono in crisi e le riserve di valuta straniera sono al lumicino, di questo ne avevo già parlato.
Tutto il casino è cominciato solo in febbraio, ufficialmente, anche se le radici della crisi risalivano a diversi anni prima.
Otto mesi, in cui c’è stato un colpo di stato, una annessione, una guerra civile (persa), crisi economica, crollo della produzione industriale e del sistema bancario.
Io , visto il trend, prevedo che questo sia soltanto l’inizio, e che il tutto andrà avanti fino alla completa dissoluzione del paese, politica, economica e civile.
Forse il governo dei pagliacci e la “democrazia” risolveranno tutto , e entro cinque anni gli ucraini saranno molto più ricchi, come ci ripetono incessantemente i telegiornali ucraini.
E questo è un messaggio rivolto agli italiani tranquilli e beati, che ascoltano le fanfaronate di Renzi pensando che le cose non cambieranno mai.
La verità è che i problemi si necrotizzano nel corso degli anni, aumentati dai politici stupidi ed inetti, se ci sono.
Nascondere la testa sotto la sabbia non serve, se non si fa qualcosa di drastico prima o poi i nodi vengono al pettine, e la situazione diventa brutta.
E quando le cose si fanno brutte potete vedere quanto velocemente tutto va a puttane.
In quel caso fate così, prendete la “democrazia” e provate a farci il pieno all’automobile, raccogliete i “valori europei” (quali che siano , io non lo so) fatene una bella scorta e provate a farci la spesa al supermercato.
Nel caso non fosse possibile fatevi una bella insalata di “diritti civili” e provate a riempirvi la pancia.

Poi mi raccontate.

P.S: Poum, Valerio, Wolf, e tante altre  “piccole vedete ucraine” , sedute davanti ad un computer a cianciare sulle macerie del vostro disgraziato paese, e a “combattere contro i russi” in un italiano tutto sommato decente, questo post è per voi.
Auguri.