L’eco della Puttanazza: Anche i big entrano in campo antirusso , tocca a Scalfari.

Entra in campo Scalfari, persona che i mie consulenti legali mi sconsigliano di collegare direttamente alla parola Puttanazza, manco fosse un qualsiasi giornalista de La Stampa o di Euronews. Eugenio Scalfari è un uomo d’onore, non certo una Puttanazza, orrore che mai penserò.

Puttana s. f. [dal fr. Ant. putain, caso obliquo di pute «donna di facili costumi», femm. Di put (v. putto1)], volg. –

L’enciclopedia Treccani ci aiuta su cosa significhi la parola Puttana, ma non è molto chiaro. E, dato che parliamo di Scalfari, rigorosamente ci tengo a non definirlo una Puttana. Ci tengo proprio.

Ma qui parliamo di semantica, arte molto desueta, e la differenza tra il significato di una parola e la sua percezione è difficile. A questo punto ci rivolgiamo al triangolo di Pierce:

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Come si può vedere dall’immagine, il significante è il segno grafico, il referente l’oggetto che si presume esistente nella realtà. Quello che andremo ad analizzare è invece il significato, ovverosia il contenuto mentale che abbiamo noi della parola puttana – quella roba nel vertice alto del triangolo insomma – e cercheremo di avvicinarlo il più possibile al referente, alla puttana come presunto esistente.

Chiaro no?

In questo ambito, quello giornalistico, andiamo ad associare la Puttana, ovvero una donna che vende il suo corpo per soldi alla accezione del giornalista che vende il suo ingegno per denaro. E io le chiamo le Puttanazze, questi signori (o signore, non siamo sessisti) qui. Chiarito il concetto ribadiamo che l’ottimo Scalfari non è certo una Puttanazza, ormai costui fa e scrive quello che vuole, dall’alto della sua posizione.

Ma quello che vuole dire , evidentemente, è molto antirusso. Che Sia Eugenio, a parlare per se stesso, dunque.

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Ho pensato di fare una cosa carina, riportandovi di seguito l’intervento scritto dall’ottimo Scalfari, davvero molto interessante. Ovviamente sarebbe un contenuto a pagamento, ma siamo tra amici e ci tengo a farvelo leggere gratis.

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L’Europa ha una ferita nel cuore, si chiama Russia, che ha a sua volta un’altra ferita, si chiama Siberia; e infine una ferita trasversale che è il fiume, si chiama Volga, dal gelido nord fino al Caspio e al Mar Nero, che è l’anticamera del Mediterraneo attraverso i Dardanelli.

Le religioni sono molteplici ed anche i popoli che le praticano: cristiani, tartari, turcomanni, unni, ucraini, rumeni, zingari, ebrei. La geografia ha eretto come confine i monti Urali.

La cultura a sua volta è al tempo stesso profondamente russa e altrettanto profondamente europea: Tolstoj, Dostoevskij, Gogol, Turgenev, Cechov, il futurismo, i menscevichi, i cadetti, i socialisti rivoluzionari, i bolscevichi di Lenin e Trotsky e Stalin e Berija, la Polonia, l’Ungheria, i Baltici. E i grandi imperatori russo-europei, da Pietro il grande a Caterina la grande.

La storia politica ha visto la Russia coinvolta da guerre in tutte le direzioni e spesso ad improvvisi cambiamenti di fronte. Nella prima guerra mondiale era alleata con la Francia, ma poi nel 1917 la rivoluzione bolscevica abbandonò il fronte. Nella seconda esordì con l’alleanza con i nazisti (il patto Molotov-Ribbentrop) per la spartizione della Polonia, ma dopo pochi mesi cambiò fronte e combatté con Francia Inghilterra e Stati Uniti d’America condividendo la lotta contro Hitler sino alla comune vittoria e alla divisione dei territori tra Est e Ovest, con Berlino anch’essa divisa in due, est ai Russi e ovest agli angloamericani. Infine, dopo la rivoluzione democratica, lo scioglimento dell’Urss, la rinascita della Russia, conclusa con la caduta del muro di Berlino. Ma a non dimenticarcene furono gli stessi russi a sconfiggere Napoleone, che arrivò fino alla conquista di Mosca, ma poi dovette ritirarsi con la sua armata distrutta e lui in esilio all’isola d’Elba (Guerra e pace di Tolstoj racconta infatti queste vicende e la vittoria del maresciallo Kutuzov).

Ebbene con questa Russia guidata da Putin l’Europa, l’America, la Cina, l’India, la Siria, l’Iran, l’Iraq, la Turchia e la costa orientale del Mediterraneo, hanno direttamente a che fare e così pure il rublo nei confronti dell’euro e del dollaro, così come gli oleodotti di gas e di petrolio con quanto ne segue nell’economia mondiale. Sembra, anche se non è ancora certificato, che Donald Trump debba in parte la sua vittoria sulla Clinton all’aiuto determinante di Putin e della sua interferenza contro Hillary. Assad è l’alleato siriano di Putin come del resto lo furono gli ufficiali egiziani quando fecero fuori il re Farouk dall’Egitto e insediarono Nagib al vertice del paese.

Questa è la Russia e la sua storia ed anche la nostra. Perfino Lawrence d’Arabia ebbe a che fare con la Russia oltre che con gli inglesi e i francesi.

La Russia è un serpente a sonagli che circola in tutto il mondo. Nella società globale si trova a suo agio. Non sempre il serpente a sonagli morde velenoso. Spesso, specie se viene accarezzato, circonda con disinvoltura il corpo di chi lo sopporta, ma se si arrabbiasse allora morde con morsi velenosi. Il Califfato musulmano lo sa per esperienza, ma anche Putin lo sa e può contribuire a distruggerlo meglio e di più di ogni altra potenza. Del resto anche le altre potenze occidentali lo sanno. Obama ha combattuto Putin e ancora lo combatte da potenza a potenza, ma i movimenti populisti non lo combattono, anzi. Del resto il comunismo finché esistette in Europa aveva i suoi profondi legami con la Russia comunista. Fu Enrico Berlinguer a rompere, Togliatti era ancora legato a filo doppio con l’Urss prima e con la Russia di Stalin dopo.

La guerra di Spagna si misurò anche con loro e la dittatura franchista nacque dalla battaglia contro il comunismo stalinista. Da dittatura a dittatura. C’è chi stritola il serpente a sonagli e chi ne è stritolato. La democrazia nasce se riesce a battere le dittature di qualunque colore siano. Non mi pare tuttavia che abbia molte carte da giocare.

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Questa cosa delle ferite non la capisco proprio.

Vabbè la geografia, nei libri russi si dice che la Russia “europea” ha come confine geografico i monti Urali, gli abitanti di Vladivostok, circa ottomila chilometri più ad est ci tengono a farvelo sapere di essere ancora cittadini russi. Gentile ad averci messo anche gli ucraini, grazie.

E il serpente a sonagli? Sulla storia dei russi che erano alleati con i tedeschi e che poi cambiarono malignamente fronte, c’è qualcosa da dire. Io nei libri che lessi vidi scritto che furono i tedeschi ad attaccare i russi a sorpresa, ma forse mi sbaglio. E per quanto riguarda la prima guerra mondiale ci fu una rivoluzione sanguinosa di mezzo. Precisazioni pedanti, ma che forse è meglio fare.

Hackerussi, sono stati certamente gli Hackerussi a far perdere Clinton contro Trump… Ma mettere qualcuno di decente come candidato no? Evidentemente la massa di persone che ancora non si è capacitata di come un essere così decisamente inadatto a partecipare ad una elezione – non abbia vinto – è molto corposa anche in Italia.

Ma che cosa c’entra Lawrence D’arabia? Indigestione di peperoni?

Di certo è che la Russia dello Zar era alleata agli inglesi nella lotta contro l’impero ottomano che lo vide protagonista, ma non certo come nemico.

“Togliatti legato a doppio filo con l’Urrs prima e la Russia di Stalin dopo”. Ok, e allora, mica c’è più il comunismo, in Russia, relegato a partito dell’opposizione. La guerra di Spagna poi, sembra quasi che i Franchisti abbiano vinto per il bene del paese.

Non sarà una puttanazza, ma Eugenio forse non è del tutto lucido. Sarà colpa degli hakerussi, evidentemente.

By Nuke di Liberticida