L’alimentazione forzata a Guantanamo , il sondino e il Ramadam

Come saprete è iniziato il Ramadam, ovvero il periodo di digiuno dirante il giorno di coloro che professano la fede musulmana.
C’è una ristretta quantità di persone che, nello stesso periodo, hanno un problema.
Sono quel centinaio di detenuti a Giuantanamo , circa, che sono in sciopero della fame.
Come dovreste sapere, la maggior parte degli attuali detenuti nella prigione Cubana sono rinchiusi da anni senza nessun processo, e molti di essi dovrebbero essere addirittura liberati.
Gli Usa non sanno ancora come risolvere il problema, dato che vorrebbero rinchiuderli in altre prigioni , ma non appena i prigionieri raggiungessero il suolo americano , comincerebbero i guai.

Pertanto molti dei detenuti hanno cominciato lo sciopero della fame, per protestare contro il loro stato di “prigionieri non processati”, spesso da più di un decennio.
Oserei dire che se avesse fatto una cosa del genere Fidel Castro, sempre lì a Cuba , gli Usa avrebbero piantato un casino.
Secondo un pragmatismo tutto americano le autorità hanno pensato bene di alimentare forzatamente i prigionieri, e, dato che siamo nel periodo del Ramadam,  bontà loro , saranno costretti a nutrirsi solo di notte.
Ma come funziona esattamente la faccenda?
Si usa un sondino naso Gastrico , tipo questo:
Un tubicino di plastica morbida, che viene infilato nel naso e , da li , attraverso esofago e trachea, raggiunge lo stomaco.
Ecco lo schema di funzionamento.
Il sondino viene utilizzato prevalentemente per pazienti con problemi di deglutizione, non disturba molto e si può tenere per lungo tempo.
Certo , chi lo usa dovrebbe essere d’accordo con il medico che glielo prescrive, perlomeno.
Il guaio è che i prigionieri di Guantanamo non sono assolutamente d’accordo con questa pratica, loro vogliono uscire da lì o morire nel tentativo, senza compromessi.
Cosa gli fanno , quindi?
Li prelevano , li legano su di un lettino, gli immobilizzano la faccia e inseriscono il sondino , che può essere fastidioso, ma non come unfilare un tubo da idraulico su per il naso.
Poi, con una pompa si inserisce il cibo nello stomaco, si aspetta che abbia digerito il tutto e poi lo si riporta in cella.
E poi si controlla per qualche tempo che il prigioniero non vomiti.
Diverse volte al giorno.
Sbaglierò, ma mi sembra una procedura abbastanza invasiva, cosa ne dite?
Anzi, pensandoci bene il tutto rischia di passare come una violazione dei diritti umani.
Ma si sa, loro sono terroristi, non contano.