La Terra Dei Pazzi , e sui sequestri in Belgio e Francia di beni russi.

Il governo di Kiev continua con la sua opera di “ristrutturazione”, per il momento appare che la destituzione del capo dei servizi segreti Navyalchenko, sia una delle scaramucce della vera battaglia, la lotta tra il presidente Poroshemo (Poroshenko) e il primo ministro Yatseniuk.
Da quello che si capisce quest’ultimo è su posizioni molto più antirusse del primo, ma gli ammerregani stanno sostenendo il presidente in carica, dato che non c’è nessun altro politico o “statista”, in grado di sostituirlo.
Dopo di lui solo altro caos.
la notizia di questi giorni, invece è il “congelamento ” di beni russi in Belgio, Francia e , forse, Austria.

Si tratterebbe di un ricorso degli attuali proprietari della Yukos, una società nazionalizzata dal governo russo e che avrebbe ricevuto da un giudizio arbitrale un risarcimento di cinquanta miliardi di dollari.

Il problema per la Russia non è il risarcimento in se, anche se si tratta di una bella cifra, un eventuale accomodamento extragiudiziale lo ridurrebbe di parecchio, ma il fatto che a ricevere i soldi in gran parte sarebbe questo tizio qui, Leonid Nevzlim, ex manager Rosneft, condannato a venti anni in Russia per evasione fiscale e condannato all’ergastolo per avere organizzato cinque omicidi di suoi oppositori.
Costui ha comprato le quote della Yukoz dai precedenti proprietari e ha dato il via alla causa, spalleggiato, da israeliani e americani, che, come si sa, sono “molto influenti”.
Il risarcimento ottenuto , se ci riuscisse, sarebbe pari a centocinquanta volte la somma da lui investita, acquistando alcuni anni fa le quote della defunta Yukos, ovvero una società situata a Gibilterra.
Soggetto a mandato di cattura internazionale vive in Israele da anni.
Ora, chiaramente i vecchi proprietari della Yukos, non erano ben visti in Russia, l’appropriazione con frode della società petrolifera statale è un chiaro esempio delle “privatizzazioni di allora”, fatte da personaggi senza scrupoli e senza soldi.
In questo caso i soldi per la privatizzazione, pochi, arrivarono dal saccheggio di fondi pensione e di una banca, che fallì, lasciando senza pensione e senza risparmi centinaia di migliaia di russi.
Dal punto di vista del governo russo pagare anche un solo dollaro a questa gente, causerebbe una grave perdita di consensi.

Intanto un giudice del Belgio dà retta , pare, agli avvocati di Nevzlim e dà il via a congelamenti di asset e conti correnti appartenenti ai russi in generale, non solo allo stato russo.
Vengono congelati conti correnti e proprietà di privati cittadini russi, di aziende, della chiesa ortodossa, e dell’ambasciata di Mosca.
Quest’ultimo atto potrebbe essere preso come un atto di guerra, e la Russia ha risposto subito invocando l’immunità diplomatica.
La risposta del Belgio è stata che “la loro magistratura è indipendente, non sapevamo niente” e che “ci si sta attivando“.
Un sequestro quasi analogo è avvenuto in Francia, anche, se, per il momento sono stati colpiti solo gli asset di alcuni media russi, RT e la TASS, molto, molto scomodi per gli europei, per via del loro seguito in Occidente.

Anche l’Austria si è attivata per il “congelamento di beni”, ma per il momento la soluzione è diplomatica, prima di tutto viene consultato il governo russo che ha risposto “col cazzo che pago!” e ha dato via a consultazioni diplomatiche a ricorsi legali.

Malgrado in alcuni siti trollini filoucraini mi abbiano parlato di una “gigantesca ondata di sequestri“, per il momento appare solo evidente la completa imbecillità del governo e della magistratura belgi.
Da una parte abbiamo magistrati che congelano beni di una ambasciata, e dall’altra un governo  completamente preso di sorpresa.

Italiani non lamentatevi, c’è chi è messo peggio.

Intanto ieri si viene a sapere che alcune nazioni europee, ecco l’elenco,  Irlanda, Finlandia, Croazia, Malta, Slovenia, Slovacchia, Lituania e Spagna, non hanno mai dato il via a congelamenti o di beni di entità o privati cittadini russi, dato che “non hanno mai ricevuto comunicazioni in merito alle sanzioni“.
Il Lussemburgo ancora non ha finito di “valutare la situazione“, ci viene fatto sapere, ovvero i russi non hanno ancora finito di trasferire tutti i conti.

L’Itaglia, da parte sua è il paese che ha “congelato” più beni in assoluto, a livello mondiale, oltre venti milioni di euro appartenenti ad un fedelissimo di Putin.
La Germania, che, come saprete, ha rapporti fortissimi con la Russia, anche se l’interscambio tra le due nazioni si è ridotto di circa venti miliardi di euro (e la Merkel ha accusato il colpo) ha sequestrato circa cento ventimila euro in contanti, e due cavalli da corsa appartenenti al governatore della Cecenia, l’eccentrico Kadyrov.

Insomma europei in ordine sparso e poca, pochissima voglia di dare il via alle sanzioni.

Il risultato?

Un furore legittimo dei russi, che si vedono sequestrare asset “ab cappellam” e degli americani, che dicono “gli europei non sono capaci neanche di obbedire agli ordini.”

Bella mossa.

P.S. vorrei dare una dritta ai francesi, che non sanno dove trovare beni del “governo russo”.
Beh , se volte potete congelare i pagamenti dal governo russo al gruppo francese Vinci (760 milioni di euro in arrivo), oppure controllare la Total, che in Russia partecipa a parte del business estrattivo in Russia, miliardi di barili di petrolio ancora da estrarre.
Certo , la Vinci perderebbe la concessione di 1600 chilometri di autostrade appena costruite, e la Total circa cento miliardi in dollari di ricavi futuri,oltre a titanici investimenti…
La legalità deve venire prima di tutto, giusto?