Aggiornamento dalla Terra Dei Pazzi: deficit, sequestri e ammerregani.

Continuiamo con la solita rassegna sulla Terra Dei Pazzi, la povera Ucraina.
Ho appena parlato con un abitante delle zone attigue alla Transinistria, distante circa cento chilometri.
Si parla di “invasione russa”, probabilmente da parte dei millecinquecento soldati di Mosca presenti nella zona, e di altri “fossi” scavati con perizia e di colonne di militari ucraini che affluiscono nella zona.
Una mossa così imbecille da parte del governo di Kiev e così manifestamente inutile , in fondo si tratta della zona della nazione ucraina più lontana dalle frontiere russe, che ci si può aspettare qualsiasi cosa, anche la cazzata più grossa di tutte:
l’attacco ucraino alle forze di Mosca o al territorio controllato dai russi.

Davvero , posso capire i problemi del governo di Kiev, però dare inizio ad una guerra impossibile da vincere, contro un esercito immensamente superiore mi sembra davvero una grossa cazzata.

Gli americani cominciano a dare qualche piccolo segno di preoccupazione, anche i giornali statunitensi si accorgono che il debito pubblico USA è ingestibile.
Scenario apocalittico, pare che ogni famiglia americana debba pagare 750 dollari aggiuntivi di tasse solo per “mantenere” il debito attuale, e molte di più per diminuirlo.
Se i tassi di interesse del debito pubblico non salgono rispetto ai tassi vicini allo zero attuali, altrimenti la missione diventa quasi impossibile.
Le ricette dei due partiti al potere sono molto diverse, i repubblicani premono per un drastico taglio della spesa pubblica e dell’assistenzialismo, in un paese dove 54 milioni di persone ricorrono ai sussidi per mangiare e molti milioni non hanno accesso a cure mediche gratuite.
I democratici , invece si rivelano keynesiani  e premono per “aumentare” la spesa pubblcica a debito, per “rilanciare l’economia”.
La situazione è seria, i tagli alla spesa pubblica deprimerebbero l’economia, mentre una umento dlel spesa sarebbe disastroso per la tenuta dei conti.
Prima o poi anche gliinvestitori si accorgeranno di questo e chiederanno più soldi per acquistare i titoli del debito pubblico americano, e, a quel punto…bum!

Come al solito gli ammerregani hanno la soluzione, una bella guerra, e i burattini del governo ucraino forse sono pronti a combatterla per loro, fino all’ultimo loro abitante.
I problemi economici Usa, negati fino allo spasmo dai giornaloni italiani (e questo dovrebbe dirvi qualcosa) hanno parecchio a che fare con la crisi ucraina.

Intanto il prode cittadino USA Valentin Nalyvachenko, così è scritto il suo nome sul passaporto statunitense, è stato destituito per “crimini assortiti” dal presidente ucraino Poroshemo.
Parliamo del capo dei servizi segreti ucraini, ovvio.
Lo so che l’ammerrega è la Terra Dei Buoni, dei Giusti e delle Torte Di Mele, ma quale specie di deficiente nominerebbe un cittadino USA come capo dei servizi segreti?
Lo stesso tipo di deficiente che assume Natalia Yaresko, un ex funzionario di ambasciata Usa, cittadina americana e agente CIA a tempo perso, come ministro dell’economia e della finanza, immagino.
Lo stesso deficiente assoluto che propone all’ex ministro inglese Tony Blair di far parte del comitato per le riforme.
Ma non basta, la stessa persona nomina un tizio proveniente dalla Georgia, un certo Saakashvili, ricercato nel suo paese per omicidio, appropriazione indebita, frode elettorale, tortura a altre cosucce che non mi ricordo, come governatore della regione di Odessa e presidente del comitato di controllo delle privatizzazioni.
Non so voi, ma io rimango ancora sbigottito quando ci penso.

Parliamo del povero Poroshemo, ovvio, spalleggiato dagli altri pari suoi, attualmente al governo in Ucraina.

Bisogna che controlli nel vocabolario cosa diavolo vuol dire “curriculum” in Ucraino, In russo vuol dire “un elenco delle cose che il tizio ha fatto, così che tu possa scegliere il migliore”.

Boh?

Intanto in Russia le sanzioni si sono fatte sentire, ma non gravemente some speravano i paesei anglosassoni (Canada, UK e Australia sono perfino peggio degli americani, scome sentimento antirusso).
Pare che le sanzioni stesse abbiano dato una bella scossa al governo russo, che ha reagito in modo abbastanza equilibrato.
Dopo la svalutazione iniziale, il rublo si è stabilizzato, non solo, le riserve valutarie ed auree ,che erano calata bruscamente hanno ricominciato a risalire, e il debito pubblico russo estero è diminuito.
Situazione tesa, ma molto lontana dall’imminente “collasso” previsto.
Cina, India e paesi limitrofi hanno contribuito, con aiuti finanziari e, soprattutto con migliaia di miliardi di dollari in commesse per le aziende russe.

A questo punto si riapre “inaspettatamente” il caso Yukoz.
Ovvero un tizio, ricercato in Russia per cinque omicidi e rifugiatosi in Israele, che ha comprato ule azioni di uan azienda russa, la Yukos.
Questa azienda, un colosso petrolifero era stata acquistata in modo “truffaldino” per una fesseria a scapito di decine di migliaia di piccoli risparmiatori e azionisti russi, che hanno perso tutto.
Una delle prime cose che fece Putin fu di nazionalizzarla nuovamente, tra il plauso della popolazione russa.
il tizio, ovvero il miliardario Leonid Nevzlim, ha acquistato a 360 milioni di euro le quote della società, non con sede legale in Russia, e ha aperto una causa per ottenere il risarcimento dei danni della privatizzazione.
La corte di arbitrato internazionale lo ricompensa con cinquanta miliardi di dollari di indennizzo.
Quasi centocinquanta volte l’investimento iniziale, non c’è male davvero.
“inaspettatamente alcuni stati europei cominciano a fare casino, prima il Belgio, poi anche la Francia e l’Austria pare che stiano “cominciando” a sequestrare conti correnti e beni di proprietà dello stato russo per consegnare i proventi al buon Leonid.
La Francia addirittura aveva sequestrato anche i conti correnti delle ambasciate e dei consolati di Mosca, poi gli è venuta in mente che esiste una cosa che si chiama “immunità diplomatica” e ha desistito…
Al momento non si capisce bene cosa succede, ma è chiaro che, dietro a tutto questo casino, c’è qualcuno che parla inglese.
Mi è venuto in mente cosa accomuna queste tre nazioni, tutte non utilizzano in grande quantità il petrolio o il gas proveniente dalla Russia, venduto da grandi colossi energetici statali.
ovviamente se questa strana pratica prendesse piede gli stati europei dovrebbero sequestrare i loro stessi pagamenti versati a questi colossi, dando il via ad un qualcosa di imprevedibile.
Come minimo i rubinetti del gas e del petrolio verrebbero chiusi, fino al versamento nelle banche di Mosca dei pagamenti e dei soldi congelati nei conti correnti.
Inoltre Francia, Belgio ed Austria, tramite aziende o banche situate nel loro territori, in Russia posseggono molti, ma molti più beni di quelli sequestrabili in Europa…