La poesia scritta da un tedesco sull’Italia

Preso da sconforto , dopo le notizie sulle Kazake spatriete e oranghi, riporto la poesia di un signore abbastanza conosciuto.

Noch ist Italien, wie ichs verließ, noch stäuben die Wege,
Noch ist der Fremde geprellt, stell er sich, wie er auch will.
Deutsche Rechtlichkeit suchst du in allen Winkeln vergebens,
Leben und Weben ist hier, aber nicht Ordnung und Zucht;
Jeder sorgt nur für sich, ist eitel, misstrauet dem andern,
Und die meister des Staats sorgen nur wieder für sich.
Schön ist das Land! doch ach! Faustinen find ich nicht wieder.
Das ist Italien nicht mehr, das ich mit Schmerzen verließ.

 L’Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade,
ancora truffe al forestiero, si presenti come vuole.<br />Onestà tedesca ovunque cercherai invano,
c’è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina;
ognuno pensa per sé, è vano, dell’altro diffida,
e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé.
Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo.
Non è più questa l’Italia che lasciai con dolore.

Il ragazzo era Goethe, l’anno era il 1790.

Dopo aver passato sue anni in Italia nel 1786 Goethe ritorna , pronto per un altro viaggio , ma la corruzione dei politici e  la furbizia Italiana lo obbligheranno ad un triste ritorno.

Per fortune che questi problemi sono risolti, dopo alcuni secoli.

O no?  

P.S. vi siete accorti della vera notizia di oggi?
In un mese altri 33 miliardi di debito pubblico e nel telegiornale ho contato quattro assicurazioni diverse dei vari politici.
“non chiederemo aiuto all’Europa”
“non servirà una nuova manovra”
“i conti dell’INPS sono a posto”
“Il governo non è a rischio”

Tutte balle, se non quest’inverno il botto lo faremo il prossimo anno, vedrete.