Calderoli, gli oranghi , la parresia e lo statuto performativo.

Di Calderoli e di oranghi se ne è parlato molto , in questi giorni , e ne ho scritto anche nel mio post precedente, “la lega serra gli oranghi”.

lasciamo da parte gli insulti e le recriminazioni e proviamo a fare un ragionamento :

Perchè Calderoli deve dimettersi?

La logica lo imporrebbe, ma il suo partito , per ragioni politiche non lo permette.

E anche per considerazioni pratiche , l’elettorato beota dei leghisti e il problema tecnico di trovare un sostituto non completamente deficiente sono problemi pratici che Maroni dovrà risolvere, forse.

E , con la mia poca intelligenza e la mia scarsa cultura proverò a motivare la necessità delle dimissioni di Calderoli.
Calderolo, paragonando la Ministra Kyange ad un Orango ha esercitato il suo diritto di  parrēsia.

la  parrēsia (in greco “dire il vero”) è un enunciato fatto con convinzione di essere nel giusto.
La parrēsia è una maniera di dire la verità, non il contenuto di verità.
Dicendo quella cavolata Calderoli era assolutamente convinto di aver ragione , che le persone di colore sono degli inferiori e lui superiore.
Tipico enunciato razzista, lui fa parte di un movimento che appoggia in pieno le sue idee , e ci sta.
Però Calderoli è anche il vicepresidente del Senato, e quindi deve esercitare la parresia con una certa cautela.
In filosofia si parla dello statuto performativo delle parole.
Ovvero quando parla un politico le parole diventano reali, sono pesanti come macigni.
Come scriveva Foucault , quando un giudice dice “la seduta è aperta ” che sia o meno convinto del fatto , il processo ha inizio , quando un sacerdote o un pubblico ufficiale dichiara “siete sposati”, il matrimonio è sancito.
La parola detta da un pubblico ufficiale, da un politico a da una persona famosa , ha potere, in quanto tale.
Se un politico si alza de dice alla folla “facciamo la rivoluzione” e un certo numero di persone , anche solo una minoranza importante, gli dà retta, si fa la rivoluzione.
Quando dice “ammazzaimoli tutti , sono inferiori!” allora , sempre se ha abbastanza seguaci , vengono ammazzati davvero gli inferiori, e la storia insegna.
Se un politico Italiano , vicepresidente della Camera, cittadino Italiano critica una altra cittadina Italiana, ministro della repubblica, la paragona ad una scimmia e gli dice che farebbe meglio a ritornare nel Congo , dove è nata, commette un atto gravissimo.

E se non riesce a capire quello che ha fatto è un imbecille , e pertanto non è degno di ricoprire una delle più alte cariche dello stato.

E’ da cacciare non per quello che ha detto , ma perché lo ha detto.