La guerra in Ucraina continua, zitta zitta la Russia caccia milioni di immigrati provenienti da Kiev.

Già me li vero i molti estimatori del primo ministro russo Mevdeved, che viene considerato “filooccidentale” o “moderato”.
Malgrado i suoi toni suadenti, diversi da quelli del presidente Putin, più protagonista, anche Medvedev, difende le sue idee con fermezza.
Dopo gli attentati a Beslan e nel teatro di Mosca fu lui a dire che “staneremo i terroristi anche se si nascondessero in un cesso” e a firmare l’ordine esecutivo che portò alla morte “inaspettata” dei capi ceceni.
Adesso ha firmato un’altra legge.
Gli immigrati ucraini che lavorano in Russia dovranno dotarsi di un permesso di lavoro, e non potranno più effettuare il vecchio giochino.<br />Prima bastava recarsi fuori dalle frontiere russe, timbrare il passaporto e rientrare per atri novanta giorni, e così via.
Adesso, secondo le leggi russe dopo essere rimasti come “turisti” in russia per tre mesi dovranno rientrare solo dopo un anno.
I datori di lavoro non potranno più assumerli senza permesso di lavoro.
E si parla di una quantità di persone non ancora censite, le stime parlano da quattro milioni e mezzo a sei milioni.
Di questi solo quattrocentomila sono dotati di permesso di soggiorno e di lavoro, gli altri si arrangiavano come potevano.
Se non si è occidentali e si è muniti di un ottimo stipendio, ottenere il permesso di soggiorno annuale in Russia non è per niente facile, ne ho parlato qui.
Cosa comporterà questo?
Milioni di persone dovranno tornare in Ucraina,  dovranno cercare di diventare cittadini russi, rinunciando alla cittadinanza ucraina oppure riuscire ad ottenere un permesso di lavoro.
E ottenere un permesso di lavoro significa, tra le altre cose, visite mediche,  esami di diritto, lingua e storia russa, file lunghe interi giorni all’addiaccio davanti alle stazioni della milizia e essere estradati con foglio di via alla minima infrazione, anche solo attraversare la strada non sulle righe pedonali può essere sufficiente.
Il PIL Ucraino dipende per circa il 20% dalle rimesse degli immigrati che lavorano in Russia…..
Ovviamente il primo gennaio si apriranno le frontiere tra i vari stati del CSI, e per gli immigrati del Kazakistan e della Bielorussia sarà facile arrivare a Mosca e prendere il posto degli ucraini, grazie a normative per loro leggermente meno restrittive rispetto al passato.
I “giornaloni” si sono dimenticati di riportare questa piccola notizia, complimenti.
Le conseguenze per l’economia ucraina saranno apocalittiche.

E’ la guerra.

P.S: indovinate dove si recheranno questi milioni di persone senza lavoro? Siete pronti?