La guerra del Dombass, a prescindere da chi vince o perde , dobbiamo pensare al “dopo”.

E’ un paio di giorni che i barcameno sulla situazione dei combattimenti nell’est ucraina non sono ancora capito se il governo di Kiev Riuscirà o meno a isolare la città di Donetsk dal resto del Dombass.
Circondare uno dei due capisaldi dei separatisti , quello più devbole militarmente e lontano dai confini russi, sarebbe una bella vittoria strategica, per il governo di Kiev.
Vedremo, per il momento il loro tentativo non sta riuscendo, ma continuano a far arrivare uomini e mezzi nella zona.
I separatisti, dal canto loro stanno equipaggiando i loro uomini con vestiti invernali, pare che non siano tanto decisi ad arrendersi.
Possiamo stabilire alcuni punti.

Il governo di Kiev ha speso ogni singolo dollaro arrivato dall’occidente per acquistare armi , munizioni e benzina, e anche qualcosa di più, pare.
Non so cosa ne penseranno i soloni del FMI, ma questi non sono provvedimenti che risollevano l’economia, pare.
La Grivnia ha finalmente superato la soglia psicologica dei 12 per un dollaro e il governo ha appena implementato una tassa di emergenza dell’1,5% sugli stipendi degli statali, per pagare le spese di guerra.
Questo possiamo vederla come una vittoria strategica per la Russia, che, ricordiamo, non vuole invadere l’Ucraina, se non è costretta, vuole che l’intero paese vada in malora da solo, collassi e che ci sia un cambio di governo.
Un nuovo regime, non necessariamente democratico, che sia più favorevole a Mosca.
Lo spendere tutti i soldi in armi, l’aumento generalizzato di tasse ed utenze, e la perdita di potere di acquisto degli ucraini  in seguito alla svalutazione, sono tutti passi che non fanno prospettare un destino favoloso per il paese.
In Ucraina sono quasi tutti persone normali, con una famiglia, un mutuo da pagare e un lavoro.
Persone che non sono tanto interessate a chi è al potere, ma vogliono avere una vita tranquilla e la speranza di un futuro migliore.
Anche se gli ucraini dell’est odiano il governo di Kiev e i fanatici dell’ovest, a loro interessa più che altro che il lor futuro sia migliore.
Se il governo di Kiev riuscisse nel miracolo di risollevare il paese dal baratro economico in cui si sono gettati, beh, lo seguirebbero senza problemi, tollererebbero anche qualche nazista che gira dalle loro parti per dipingere di azzurro e giallo le cassette della posta.
Oddio, magari nel Dombass, no, troppe bombe sono piovute, ma nel resto dell’est probabilmente si.
A questo punto la palla passa nel campo dell’occidente, e degli Usa in particolare.
Una nazione che ha buttato giù nel cesso almeno duemila miliardi di dollari per due guerre inconcludenti come Iraq e Afghanistan, potrà ben spendere un centinaio di miliardi di dollari  “a gratis” per risollevare l’economia ucraina.
Questa è la domanda che bisogna porsi, secondo me non ci sono le condizioni politiche per farlo, negli USA  I Neocon e i Tea Party non permetteranno mai di dare soldi a “degli stranieri”, i soliti matti che sono dispostissimi a spendere per bombe e missili non capiscono che possono vincere la guerra regalando i soldi, e non bombardando.
In Europa molti non capiranno la necessità di elargire soldi a fondo perduto ad una nazione fallita, con il concreto rischio che gli oligarchi se ne intaschino la maggior parte.
Portogallo, Grecia e Spagna, che hanno pagato un bel prezzo per il “risanamento dell’economia” non accetteranno mai che si regalino soldi a Kiev..
Se perdesse la guerra civile Kiev dovrebbe fare a meno del PIL del Dombass, se vincesse non avrebbe i soldi per ricostruirlo…
Bel dilemma.
Ricordo a tutti che il popolo di Kiev e il governo  si aspettano una pioggia di soldi che arrivi, permetta di pagare il gas russo, ripari le strade, i palazzi distrutti e permetta al governo di aumentare pensioni e stipendi degli statali.
I giovani potranno emigrare in Europa a milioni e i vecchi staranno seduti davanti alla casetta ad aspettare i soldi che gli spettano, dollari od euro, non importa.
Questo è quello che dichiara incessantemente la propaganda di Kiev, ogni giorno.
Ieri il cioccolataio Poroshenko ha dichiarato che:
“l’Europa dichiarerà il Dombass zona franca e miriadi di aziende arriveranno per investire e costruire nuove fabbriche, entro pochi mesi”
Intanto l’inverno si avvicina.