La colpa e la responsabilità dei politici.

Si sente parlare spesso di due parole :
Colpa 
Responsabilità.
Soprattutto la prima , nella vita politica, Alemanno parla della sua sconfitta elettorale come “colpa” del derby.
Beppe Grillo da la colpa del suo relativo calo di voti come di colpa degli Italiani, costituiti in massima parte da coglioni.
Oddio , su questa ultima affermazione potrei anche concordare, a volte.
La colpa è definibile come responsabilità oggettiva, ovvero aver fatto volontariamente determinate azioni che causano un effetto negativo.

La responsabilità politica, invece è è un concetto giuridico, politico e filosofico in base al quale si determina se un soggetto operante nello stato ed investito di una carica politica debba o meno rispondere (ed eventualmente a chi) delle scelte politiche compiute.
La differenza è sottile, ma c’è.
Se ragioniamo su questi concetti, allora dovrebbe essere implicito che un politico risponda degli eventuali errori commessi durante il suo mandato, a prescindere che siano volontari o meno.
In Italia non è così, pare.
Alla fine di una tornata elettorale, quando avvine uno scandalo , la colpa è sempre di qualcun altro.
Alemanno dà la colpa alle partite di apllone, Berlusconi ai giudici comunisti, Formigoni agli scontrini che non trova ecc. ecc..
Noi Italiani siamo come bambini all’asilo, cerchiamo qualcuno a cui dare la colpa e non ci assumiamo responsabilità.
Ma cosa vuol dire assumersi una responsabilità?
Non bisogna prendere un muro a testate o darsi fuoco, basta solo dire :
“ok, questa volta ho sbagliato”
In politica, perlomeno in Italia questa cosa si è vista molto , ma molto raramente.
Può darsi che questa peculiarità, tutta italiana , sia dovuta ad un aspetto culturale.
Siamo abituati da secoli a ripulirci l’anima con la confessione.
Si parla con un estraneo, gli si raccontano i fatti nostri, tanto lui è obbligato a non dirli a nessuno , si dicono due preghiere e si è a posto.
L’anima torna pulita , smacchiata con la candeggina, la colpa non esiste più.
All’estero , ricordiamomolo, le cose sono molto diverse, soprattutto nei paesi nordici dell’Europa di cui facciamo parte.
Sono uomini anche loro , sbagliano e fanno cazzate come tutti , ma quando vengono beccati  ne rispondono.
In quel caso possiamo parlare di responsabilità, ovvero un politico risponde del suo operato.
Ricapitolando Formigoni , in qualsiasi altro paese europeo (e forse anche del mondo, con pochissime eccezioni) si sarebbe dimesso, non fosse altro per il semplice fatto che ha vissuto per anni nel lusso e nel suo conto corrente non ci sono stati praticamente movimenti , ovvero viveva a sua insaputa.
In qualsiasi altro paese del mondo Berlusconi, qualora l’opinione pubblica fosse venuta a conoscenza della storia di Ruby, si sarebbe dimesso, ma proprio il giorno stesso.
I fatti:
 Ruby, una prostituta minorenne è stata rilasciata dalla questura di Milano e affidata ad una consigliere comunale , la Minetti , grazie ad una telefonata personale di Berlusconi.
Berlusconi asserisce che la ragazza, poverina, è nipote di Mubarak, l’ex dittatore egiziano.
E lo fa personalmente , non fa telefonare da un sottocoda, chiunque avrebbe fatto così, per non sputtanarsi (nel vero senso della parola).
La Minetti preleva la giovinetta e la scodella subito ad un’altra prostituta brasiliana.
E il resto è storia. 
Non chiedo molto, vorrei solo che , quando un politico viene beccato, abbia la buona grazia di dimettersi dal partito e sparire.
Come in qualsiasi altro paese civile, là dove i politici si dimettono quando vengono beccati a fumare in località dove c’è il divieto oppure dopo aver scambiato i punti dell’autovelox con la moglie (in questo caso è pure finito in galera )

non ci credete?

Guardate nel mio sito e ricercate politici che…