Il tasso di cambio dela valuta ucraina, un esempio da manuale: come la banca centrale di Kiev ha bruciato le riserve di valuta estera.

Un articolo illuminante mi ha colpito, è la dimostrazione che a Kiev è rimasta almeno una persona in grado di pensare lucidamente.
In altri post vi avevo parlato della strana tendenza della valuta ucraina a rimanere stabile e a non svalutare, strano, per un paese in deficit di bilancia commerciale, con una guerra civile in corso e con l’economia che va a picco.
Il mio errore è stato pensare che ci fosse uno stato straniero dietro, non avrei mai pensato che la banca centrale ucraina volesse bruciare così le proprie riserve di valuta.

Negli ultimi giorni la tendenza si è invertita , e la valuta è schizzata verso l’alto.
Il grafico è molto chiaro.
Per chi esporta è una bella notizia, per tutti gli altri no, visto che il prezzo del gas e dell’energia è legato al cambio, e già le tariffe sono aumentate di un buon 50%.
La banca centrale ucraina, guidata dal governo, per ragioni politiche ha deciso di tenere artificialmente basso il tasso di cambio, acquistando le Grivnie e utilizzando le riserve di valuta estera.
Il tasso obbiettivo era intorno agli 11,7 Grivnie per un dollaro, alto , ma non tantissimo rispetto al valore medio di 10-10,5 prima del Maidan.

Attenzione, però , le banche ucraine se ne sono accorte, e hanno cominciato a comprare Grivnie e rivendere, si sono tenuti corti, tanto sapevano che non appena la valuta saliva, la banca centrale avrebbe acquistato, per far scendere il prezzo,  in pratica hanno speculato sulle microvariazioni giornaliere.
L’articolo che ho citato, si butta in una ardita speculazione, afferma che la banca centrale si sia buttata in questa impresa per favorire alcuni oligarchi ucraini, tipo Firtash, che potrebbero in un futuro essere colpiti dalle sanzioni.
Ci ho pensato su e non riesco a capire come la politica della banca centrale di esaurire le riserve di valuta, possa aiutare un oligarca e in quel modo, poi, si tratta di una palese marchetta a favore del governo ucraino, un modo per screditare i miliardari che sono “tiepidi” nei confronti di Mosca..

Uno dei due è un ricco banchiere ebreo , sostenitore dei partiti di estrema destra israeliani e ucraini, e anche  del sionismo, l’altro è un tizio con il cappello

Rimane una domanda, cui prodest, a chi giova?
Alle banche.

Proviamo a fare una ricerca facile facile e vediamo chi è il più grande banchiere ucraino.
Igor Kolomoisky, il proprietario di Privat Bank, il più grande gruppo bancario del paese, che ha anche tante filiali all’estero, comode per acquistare e vendere valuta straniera, grande sostenitore del governo ucraino e dei tanti partiti nazifascisti..
La banca che in cui lo stato ucraino versa gli aiuti internazionali, man mano che arrivano, a fronte di un decreto del primo ministro, il buon Yatseniuk.
Sembra poco, ma sapete, quando la gente si affretta a ritirare i soldi dai conti con la velocità di uno scoiattolo con la coda in fiamme, avere qualche miliarduzzo parcheggiato nei conti può aiutare a capitalizzare la banca.
Incidentalmente la Privat Bank, insieme a qualche banca controllata dagli stranieri tipo Unicredit, grazie all’iniezione di denaro liquido poteva essere perfettamente in grado di effettuare l’attività di compravendita..
Non solo , a differenza di altri Igor poteva essere avvertito poco prima dell’acquisto della Grivnia da parte della banca centrale, lucrandoci ci un bel po’.
Ma io sono un birichino, lo sapete, chi potrebbe pensare che un uomo che ha un suo piccolo esercito privato, composto da ,mercenari filonazisti, e che ha messo una taglia sui separatisti, vivi o morti, possa speculare sulla valuta del proprio paese? 
I detentori del debito pubblico ucraino sono abbastanza tranquilli, di solito le obbligazioni sono in dollari.
E ce ne sono per ventisette miliardi in scadenza, da qui a fine anno.

Sarà un lungo inverno.

P.S. il fondo di garanzia interbancario ucraino ha finito i soldi e almeno quattro banche del paese stanno per fallire,
Se volete vi dico anche quali, ma è meglio non rovinare la sorpresa ai risparmiatori.