Il falso mandato di arresto di Ratzinger.

è circolata la “bufala” di un mandato di arresto per il caro vecchietto che indossava cappelli buffi, nel Vaticano.
Questa associazione ITCCS , si occupa di “pubblicizzare” le presunte malefatte del clero cattolico.
Occhio, non è un vero e proprio tribunale , ma una associazione fortemente anticlericale e anticattolica, che usa toni particolarmente feroci contro il Pontefice (lettura interessante, comunque), si capisce anche dal suo motto “for a Pope-Free World”:

In particolare quest’ultimo casino sarebbe dovuto agli abusi subiti dai giovani nativi americani nel Canada, deceduti negli istituti cattolici nel numero di cinquantamila.
Ecco, magari questo numero è esagerato , ma è plausibile che qualcosa sia successo, specie se pensiamo a quello che è successo in Irlanda e all’ultimo scandalo canadese.

Il problema canadese pare fosse legato alla forzata reclusione dei giovani nativi americani in istituti religiosi , volti a “purificarli” e a trasformarli in buoni cittadini , della durata di cento anni , fino al 1970..
E non solo , pare che la pratica di seviziare e inchiappettare i ragazzini sia uno sport molto diffuso nel clero , sono innumerevoli le testimonianze in tal senso.
E il buon vecchio Ratzy cosa c’entra?
C’entra, dato che come presidente della Congregazione per la dottrina della fede era il responsabile della giustizia ecclesiastica e l’autorità a cui ci si doveva rivolgere in caso di problemi.
Purtroppo ci sono prove di vari casi dove Ratzinger non sarebbe intervenuto davanti a casi di abusi conclamati, senza neanche rimuovere il sacerdote implicato.
Secondo la legge si tratterebbe di reati, comunque prescritti, ma sempre reati.
A difesa del buon Ratzy, però viene la riforma da lui voluta delle norme regolanti le indagini ed i processi sui sacerdoti rei di abusi sessuali su minori o su persone con preoblemi psichici.
Certo , il processo ci sarà, e sarà gestito dalla Chiesa, ma comunque c’è l’obbligo (in vigore dal 2010 circa) di  informare le autorità civili:
 “Va sempre dato seguito alle disposizioni della legge civile per quanto riguarda il deferimento di crimini alle autorità preposte”, è stata inserita nella Sezione dedicata alle “Procedure preliminari”. Ciò significa che nella prassi proposta dalla Congregazione per la Dottrina della Fede occorre provvedere per tempo ad ottemperare alle disposizioni di legge vigenti nei diversi Paesi e non nel corso del procedimento canonico o successivamente ad esso. 
Cosa rimane, dopo questo ragionamento?
Forse la Chiesa, paludata da millenarie tradizioni e letargica a reagire ai cambiamenti nella società odierna è troppo lenta per la società odierna, ed è destinata a contare sempre di meno nel mondo.