I malanni dell’industria automobilistica

Sono tanti i drastici tagli di posti di lavoro, circa 629.000 eliminati in Cina, India, Germania e Stati Uniti nel solo 2019. Questi sono i tagli solo nelle fabbriche dirette di produzione di veicoli, ma chi compone accessori e altre componenti presumibilmente diminuiranno in simile proporzione (e non è un dettaglio da poco). Non è semplice trovare statistiche precise sull’occupazione nell’industria automobilistica/autobus/camion a livello globale.

OICA http://www.oica.net/ spesso pubblica qualche tabella, ma i dati non sono sempre aggiornatissimi. Altre tabelle raccolgono dati, ma non usano gli stessi parametri, per osservare l’occupazione dei principali paesi produttori di veicoli. Si può così riassumere la situazione. Numeri di occupati nella produzione di veicoli per 8 paesi PRIMA dei tagli di lavoro del 2019 (dati 2017-2019):

Solo quest’anno si contano 570.000 posti tagliati in India e in Cina. In questi giorni la casa automobilistica tedesca Audi (controllata da Volkswagen) ha annunciato l’eliminazione di 9.500 posti di lavoro nei prossimi cinque anni. BMW ha annunciato tagli per oltre 12 miliardi di euro entro il 2022. Bosch ridurrà di altri 500 posti di lavoro nella città di Reutlingen. Volkswagen ha tagliato 30.000 posti di lavoro negli ultimi tre anni. Ford sta attualmente tagliando 12.000 posti di lavoro in Europa e 7.000 in Nord America. Nissan ha tagliato 12.500 posti di lavoro in tutto il mondo. General Motors prevede di chiudere quattro stabilimenti in USA e Canada e così saltano 8.000 posti di lavoro. Mercedes-Benz ha annunciato ridurrà più di 10.000 posti di lavoro nei prossimi due anni.

Con queste cifre – è una strage – nonostante i problemi di derivazione diverse e definizione lievemente diverse, molti analisti del settore affermano che nel corso del 2019 c’è una riduzione complessiva del 16,8% del numero di lavoratori che producono veicoli in Cina USA Germania e India.

Le case automobilistiche giustificano il taglio dei posti di lavoro col calo globale delle vendite e l’intera ristrutturazione del settore automobilistico, dove i GRETINI richiedono l’introduzione di veicoli elettrici e i più sognatori vorrebbero subito veicoli a guida autonoma. Si può dire che l’industria automobilistica è in mezzo alla più grande bufera e trasformazione della sua storia. Senza dimenticare che tutto questo richiede grandi investimenti.

Tutto questo ha portato a misure drastiche, famiglie intere con la vita devastata, non parliamo di qualche piccolo licenziamento, parliamo di problemi che coinvolgono nazioni in cui questo settore aveva voce importante.

C’è anche da considerare come sta cambiando la concentrazione del pianeta:

  • Nelle aree rurali c’è sempre la classica richiesta dei normali veicoli a motore
  • Le aree metropolitane si stanno espandendo (nessuna esclusa), questi grossi centri urbani vogliono trasporti diversi: più efficienti, meno inquinanti perché una grossa massa vive in un’area molto ristretta, aree che vogliono trasporti affidabili e funzionanti 24 ore al giorno/7 giorni su 7/ 365 giorni all’anno/con servizio frequente.

Persone a reddito basso e anche a reddito elevato che vivono in aree urbane (gomito a gomito) che indicano una differente esigenza di trasporto. Quindi si delinea il bisogno di un migliore trasporto urbano per il ceto più basso e la necessità di soddisfare la classe più abbiente.

E’ stato illuminante parlare con una persona che mi ha cambiato la prospettiva, è troppo facile incolpare SOLO i gretini e i creduloni dei cambiamenti climatici. Certo questi ci sono e rimangono, ma in realtà è la concentrazione del pianeta che sta cambiando. Nelle aree rurali avremo il classico mondo fatto di mezzi che da sempre vediamo, ma nelle aree urbane si sta concentrando in maniera massiccia una grossa fetta della popolazione, quest’ultima ha realmente necessità diverse ed esigenze diverse.

Ora però non chiedetemi di proteggere Ursula von der Leyen che vuole spendere 3 trilioni di euro per la “protezione del clima”. Questa è una roba che non si può vedere, ma se la tedesca fosse stata più illuminata avrebbe capito e spiegato che molte zone necessitano realmente di una NUOVA RISTRUTTURAZIONE perché è il mondo e i flussi migratori interni+esterni che cambia. Sarebbe stata la donna che poteva spiegare il vero motivo per cui si va verso la mobilità elettrica, a patto che affermasse con chiarezza che in altre zone non è attuabile. Sarebbe meglio spendere i 3 trilioni di euro per investire in quello che il mercato vero richiede e non in inutili gretinismi.

Alessia C. F. di Liberticida e OraZero