Ma il collasso definitivo non è ancora arrivato.
Ancora.
Nel resto del paese cominciano ad apparire i primi segnali di cedimento, e forse di protesta contro il regime di Kiev.
Si vede che lo spray per dipingere i muri era finito.
Odessa, forte esplosione nella zona “Diamant“, la polizia indaga.
Non era certo la prima bomba esplosa negli ultimi giorni, solo che questa volta è molto più forte l’esplosione.
Shebelinka, vicino a Karkov, un altro treno pieno di carburante prende fuoco “misteriosamente”.
Nel mese scorso un altro treno aveva preso fuoco nella stessa zona per “autocombustione”, seguito da un altro pieno di munizioni, oltre alle solite esplosioni notturne”di rito” davanti a caserme e uffici statali..
Tutto materiale destinato al fronte, ovvio.
Da una esplosione ogni due o tre giorni siamo passati ai tre al giorno attuali, subito dopo la ripresa totale dei combattimenti.
Il presidente Poroshemo, nell’indifferenza generale dei media occidentali, ha ordinato all’esercito ucraino di fermare i “terroristi” ( e la loro avanzata, ovvio) con “qualsiasi” mezzo, compreso il bombardamento delle città.
La guerra è ripartita alla grande, con le solite vittime civili e militari.
Nel frattempo la centrale nucleare di Yuzhnoukrainsk ha creato qualche problema.
A seguito della scarsità di gas il riscaldamento centralizzato nei vari condomini è tenuto al minimo.
Per riscaldarsi la popolazione fa un uso smodato delle stufette elettriche.
Purtroppo la penuria di carbone adatto per le centrali ucraine ( la quasi totalità proveniva dalla zona di Lugansk, quella controllata dai separatisti) ha causato una grave penuria anche di energia.
Ne consegue che le centrali nucleari del paese sono “tirate al massimo” e le stazioni di smistamento ogni tanto prendono fuoco, a causa del sovraccarico.
Nel frattempo i politici di Kiev si arrabattano con i soliti problemi,ma si son dati una mano, si sono appena raddoppiati lo stipendio…..