Aggiornamento dal Dombass e sulle miniere di carbone locali.

Il cioccolataio Poroshenko, presidente dell’ucraina il 27 fiemrà un tattato di associazione con l’Unione Europea, com edovreste sapere.

Uno dei motivi che ha pinato il presidente a firmare un traballante accordo di pace con i separastisti del Dombass è che non sarebbe stato carino farlo durante i combattimenti.
Guerra civile che difficilmente si interromperà, da una parte i separatisti hanno ribadito la loro ferma intenzione di non deporre larmi, dall’altra Poroshenko ne ha approfittato per inviare nel Dombass la 1a Brigata corazzata, che era di stanza nell’ovest.
A differenza delle raccogliticce milizie , e dei coscritti della guardia nazionale, che no hanno la vogia di combattere fino in fondo, la !a brigata è ben addestrata, bene armata a pronta. Finora il governo di Kiev la teneva di riserva in caso di attacco russo.<br />Strelkov, il comandante militare dei separatisti del Dombass, parla nei suoi rapporti di scaramucce notture con soldati ucraini stranamente determinati e reattivi, ovvero truppe che reagiscono e cercano di circondare gli autori delle imboscate.
Sembra che vogliano dare la spallata finale, anche se, ovviamente, il mettere i loro migliori soldati così vicini al confine , dà l’idea di come la situazione sia critica e di come il Dombass debba essere “liberato” al più presto, a qualsiasi costo.
Oltre a loro Kiev non ha praticamente altre forze esperte da contrapporre all’esercito russo, ma comunque la disparità di forze e di mezzi è così alta che non avrebbe fatto alcuna differenza.

Ma questa è un’altra storia, temo che ne dovrò riparlare la prossima settimana, se non viene stilato un armistizio.

Il Dombass, e l’est in generale sono il cuore economico del paese, sede di industrie pesanti e di miniere.
Soprattutto nel Dombass viene estratto gran parte del carbone ucraino e , a causa dei combattimenti e del danneggiamento di alcune linee elettriche sono a rischio le attività estrattive.
Cinque milioni di tonnellate di carbone al mese, che vengono utilizzati per alimentare le aziende metallurgiche, per il resto dell’industria e per generare energia a livello locale.
Il resto dell’Ucraina non dipende così tanto dal carbone per generare energia, grazie alle dighe sul Dnepr e alle centrali nucleari.
Il motivo di tanto accanimeto di Kiev è chiaro, senza le miniere del Dombass l’intero apparato produttivo delle regioni circostanti rischia di andare in crisi, fomentando altri possibili focolai di rivolta.
Chi si piglia il Dombass si piglia tutto l’est Ucraina.
E la Russia, in questo frangente deve solo sperare che i separatisti tengano duro ancora un po, tutta l’economia ucraina è su filo del rasoio, anzi, secondo molti la situazione sarebbe già compromessa, per via della crisi del gas, del rallentamento con l’export della Russia,  della crisi fiscale (dato che molte aziende non pagano le tasse perché situate in zona di combattimento o  ferme, il gettito cala) e altro.
Prossimamente analizzeremo il trattato con l’unione e le conseguenze che ci saranno per le aziende e la popolazione ucraina.