Ucraina, Crimea, UE – il problema dei passaporti.

Tutti si stanno concentrando sul problema Crimea-Ucraina e non pensano a cosa succederà dopo.

Già nel 2005 il governo ucraino si stava preoccupando dei doppi passaporti.
Fina dal 2009 sarebbe illegale possedere un doppio passaporto in Ucraina, ovvero un cittadino che dovesse avere una doppia cittadinanza, perderebbe di fatto lo status di cittadino ucraino, ovvero dovrebbe rientrare nel proprio paese natale con il visto e richiedere un permesso di soggiorno se volesse rimanere.

Sarebbe, dato che la legge, che prevede una multa abbastanza piccola e l’arresto fino a dieci anni, è scarsamente rispettata.

Questo provvedimento schizofrenico nacque dalla Russia, che cominciò, e lo fa tutt’ora , a rilasciare passaporti russi a chi lo facesse richiesta, è sufficiente parlare correntemente il russo, aver avuto cittadinanza sovietica nel 1991 o essere discendenti di cittadini sovietici.
Dato che nel 1991 l’Ucraina era parte dell’impero sovietico….<br />
E questa politica viene anche fatta, di nascosto , da alcuni stati europei.
 La Polonia concede abbastanza facilmente la cittadinanza a Ucraini con discendenti polacchi, così come Romania e Moldavia.
Uno scontro strisciante per l’integrazione osteggiato da Kiev, ed in particolare dal governo “dimissionato”, quello di Yanukovich, che non vedeva di buon occhio il desiderio di Mosca di regalare a chi ne facesse richiesta un bel passaporto russo.

Voi direte, ma come mai un Ucraino , che può andare in Russia quando vuole, senza visto,deve violare la legge ucraina per aver un passaporto russo?

Bella domanda ,questa.

Un Ucraino può andare in Russia quando vuole, ma, se vuole lavorare o stabilircisi, deve chiedere un permesso di soggiorno.

Per uno straniero avere un permesso di soggiorno per lavoro in Russia  non è una cosa semplice.
Prima di tutto deve presentare analisi e visite mediche che dimostrino che non è affetto da una lista lunghissima di malanni cronici e malattie infettive, deve essere anche visibilmente in buona salute, altrimenti niet, nada, sei fuori.

Il permesso di soggiorno, inoltre, è valido solo un anno e permette di lavorare in un sola specifica zona russa, se si viene beccati a lavorare fuori  sono guai.
Da marzo 2013 gli immigrati devono dimostrare di essere in buona salute, in Russia e , dal luglio dello scorso anno devono avere superato anche un esame in lingua diritto e società russa.

Chi venisse beccato a violare la legge in qualsiasi modo , compreso anche l’attraversamento fuori dalle strisce pedonali rischia il foglio di via immediato , con arresto e accompagnamento coatto alla frontiera più vicina, non necessariamente quella giusta, per intendersi..

Come tutte le leggi nei paesi dell’Est il rispetto è relativo, per gli ucraini viaggiare per la Russia e confondersi tra la folla è facile , e non si rischia di essere fermati dalla polizia per reato di “stranieritudine” da una polizia molto zelante quando vede una faccia non russa.
Ci sono a vario titolo almeno tre milioni e mezzo di Ucraini Ufficiali in Russia , e , probabilmente il numero è più alto , se si considerano i clandestini.

Vedremo nei prossimi giorni come si comporterà il governo di Kiev, che darà un giro di vite alla Crimea, con controllo delle forniture e della frontiera.
Già a Sebastopoli è presente un nutrito gruppo di genitori che protesta contro Kiev, che trattiene i militari di leva della zona , impedendogli di tornare a casa, sospettando che non tornerebbero indietro (e forse hanno ragione).
La geopolitica a questo punto interesserà il destino di milioni di persone, ovvero gli ucraini che vivono e lavorano in Russia, che temono l’instaurarsi di un sistema di visti e i filoeuropei, che  intenderebbero stabilirsi a vivere in Europa, fuggendo dal loro paese che vede stati poveri come la Romania e la Bulgaria molto più ricchi di loro.

Le autorità di Kiev negano, ma effettivamente gli ucraini che vivono in Russia e hanno un buon lavoro, e con il passaporto russo, stanno cercando di farli arrivare in Russia, e la presenza di famiglia di immigrati nelle città di confine con le regioni di ucraine Karkov e del Dombass è molto presente.

penso che difficilmente le autorità europee si affretterebbero ad aprire le frontiere prima di avere instaurato un “percorso virtuoso” di risanamento , a fronte di tagli alla spesa pubblica, riduzione del debito pubblico e tutte quelle belle cose a cui ci stiamo abituando.
E solo uno stato stabilizzato , privo di tensioni interne e debito pubblico sotto controllo può essere un candidato per l’ingresso nell’Unione Europea, non certo Kiev, che ha appena messo a”al sicuro” le riserve auree spedendole in America….

La Crimea , da domani è il banco di prova per la Russia e per questoa”guerra dei passaporti”.
Se lo stato Russo davvero intendesse davvero assorbire questa penisola, russificarla e portarla allo standard di vita russo, non altissimo per noi , ma comunque con pensioni e stipendi da due fino a quattro volte quelli ucraini, e con un accenno di stato sociale , che a Kiev non esiste (agevolazioni per i figli, sanità accettabile e qualche aiuto per i meno abbienti) allora avrebbe la strada in discesa per far vedere agli Ucraini cosa succede a chi sceglie di andare dalla loro parte.
E un eventuale inasprimento da parte del governo di Kiev relativamente alla libera circolazione della persona causerebbe gravi problemi ai tanti milioni di ucraini in Russia.

E qui si spiega la estrema contrarietà del governo di Kiev e di molte diplomazie occidentali alla annessione improvvisa e inaspettata della Crimea da parte della Russia.
la Crimea diventerebbe un esperimento sociale, una vetrina della Russia che , lustrandola a dovere e riempiendola di soldi, farebbe vedere agli ucraini il futuro meraviglioso che li aspetta nel caso tornassero “a casa”.
Come la Cecenia , russificata a forza di bombe (duecentomila morti tra la popolazione civile) e da decine di miliardi di euro di aiuti a fondo perduto.
Dall’altra parte l’Europa può solo offrire prestiti da restituire a caro prezzo, e frontiere chiuse.
Già molti vedono con riluttanza la calata di milioni di romeni e bulgari nella legittima ricerca di un futuro migliore.
Milioni di ucraini in cerca di occasioni, in un mercato già saturo , non sarebbero visti di buon occhio dai tedeschi e dai paesi del Nord Europa.
Ci sono le elezioni europee e i politici non possono neanche promettere a medio termine l’apertura delle frontiere, altrimenti molti perderebbero dei voti.
Fino a maggio chi volesse avere elle promesse in quel senso sarebbe deluso, e dopo, con un probabile aumento in alcuni paese dei partiti di estrema destra, pure.

Le prossime settimane sono importanti, vedremo  una isterica reazione di Kiev al fatto compiuto in Crimea, con mosse che, a lungo termine gli causeranno molti problemi, e che i Russi si aspettano, anzi, sperano con tutte le forze.

E la massa pronta a trasferirsi nella ridente Europa avranno un brusco risveglio, quando le buone intenzioni del FMI si paleseranno.

Viviamo in tempi interessanti.