“Storica decisione: gli Stati Uniti diventano esportatori di petrolio” o no?

Penso sia il caso di commentare questa roboante annuncio de il Sole24 ore:

Storica decisione del Dipartimento del commercio: gli Stati Uniti diventano esportatori di petrolio.

Questo tipo di annuncio si ripete ciclicamente, e fa il paio con le “esportazioni di gas che salveranno l’Europa dai russi cattivi“.
A prescindere dalla fluttuazioni del prezzo del greggio che eventualmente questa notiziona può comportare, ricordo a tutti un dato importante, gli Stati Uniti sono grandi importatori di greggio, non esportatori.

Nella fattispecie tutte le previsioni prevedono nei prossimi anni il 30% circa del fabbisogno Usa importato dall’estero, e questa percentuale non scenderà mai di molto, anzi, i dati della produzione interna futura “potrebbero” essere seriamente sovrastimati.
Nella fattispecie, a meno di un miracoloso aumento della produzione di gas shale e/o di un grossa riduzione dei consumi interni, non si vede come sia possibile che la percentuale del 2012 di greggio importato del 40% arrivi al 25% nel 2016,
Finora i dati reali hanno smentito questa fantasiosa previsione, ma siamo nel 2014, tante cose possono succedere…
Ovviamente parte di questo greggio arriva dal Canada, , ma anche alcune nazioni, come i russi cattivi fanno la loro parte, inviando quotidianamente petroliere negli Usa.
Contestualizziamo la notizia per quello che è:
Due piccole aziende sono riuscite ad avere il permesso di esportazione per petrolio parzialmente raffinato, in modo da aggirare le disposizioni USA che impediscono l’esportazione del greggio.

Non vedo tracce di “indipendenza energetica”, e voi?


Tante aziende Usa hanno richiesto il permesso per esportare il gas, malgrado anche in questo caso gli usa siano grandi importatori, e le previsioni continuino a dire che lo saranno perlomeno fino al 2035.
 
Questo grafico va commentato, mentre i dati sulla produzione del petrolio sono aggiornati al 2012 (e presto al 2013) e , come avete visto nella tabella precedente, i dati futuri sono calcolati con il”fantasimetro”, per quanto riguarda il gas naturale i dati sono fermi al 2009.
Maliziosi possono pensare che i dati reali si scostano già adesso dalle previsioni degli scorsi anni, e di molto (io direi almeno il 20%) rendendo vana anche la futura “indipendenza energetica” del 2035, e di brutto.


Non fa parte di un piano dei massoni rettiliani per conquistare il mondo , ma della liberalizzazione sfrenata del mercato estrattivo Usa e del relativo commercio.

Dato che il mercato del greggio e del gas presenta delle fluttuazioni stagionali, i distributori potrebbero  a volte essere tentati di vendere il petrolio o il gas americano in Europa, dove i prezzi sono più stabili e , in quel periodo, più alti.
Per ovvi motivi, dato che gli USA sono importatori e tutto quello che esportano dovrà essere importato nuovamente, non saranno mai quantità tali da influenzare il mercato energetico globale.
In caso di una improbabile crisi del petrolio russo e del blocco delle importazioni, il petrolio Usa non arriverebbe, solo in marzo hanno importato un milione e ottocentomila barili al giorno di greggio dai russi cattivi, e avrebbero i loro bravi problemi a farne a meno.

Contrariamente a quello che molti pensano queste due tabelle e le loro fantasiose previsioni, hanno molto a che vedere con l’Europa, e i piccoli problemi recentemente verificatisi in Ucraina, Iraq e vari paesi del mondo, e tantissimo a che fare con la estrema necessità degli Stati Uniti, di continuare a sostenere il dollaro come valuta di riferimento internazionale.