Seconda guerra mondiale, la tragicomica storia della torpediniera William D. Porter.

La torpediniera più pazza del mondo. ovvero dove nacque il detto:

 “Non sparate siamo Repubblicani!”

Storia breve ed intensa, quella della torpediniera William D.Porter, nave sfortunata fin dagli inizi. Un ottimo motivo per parlare anche della guerra, che non è quell’eroica pavana di soldati che caricano il nemico, bensì un confuso insieme di battaglie,  uomini inesperti e spaventati, che sparano alla cieca nella nebbia.
Orange, Texas, la nave è varata il 6 luglio 1943, in piena seconda guerra mondiale.

Capitanata dall’eroico comandante Wilfred A. Walter, parte subito male.
Durante il varo una ancora posizionata male divelle zattere, la pilotina, le passerelle e parte dell’attrezzatura di bordo di una nave gemella, ormeggiata lì a fianco.
L’ancora riporta solo lievi danni.
I capitano si rende subito conto che l’equipaggio, a parte lui e tre degli ufficiali, non ha mai visto neanche una barca a remi prima del varo, e dà inizio ad una serie di esercitazioni continue per temprare gli uomini al suo comando..
Una scelta che dire sciagurata è poco, visto quello che succederà in seguito.
Siamo in guerra e non ci si può fermare, per cui la prima missione della nave inizia subito:
fare da scorta all’incrociatore Iowa, intento a trasportare il presidente Roosevelt a Teheran, per incontrarsi segretamente il novembre 1943 con Stalin e Churchill. 

Tutto bene, la navigazione procede tranquilla , e tutte le navi sono all’erta, gli addetti ai sonar tesi, a cogliere il minimo segno di sommergibili nemici.
In pieno oceano parte a bordo della William D. Porter la solita esercitazione, gli addetti alle bombe di profondità azionano il meccanismo di sgancio a vuoto, contando…uno…due… tre… via…ops.

Un tonfo allarma subito il capitano che , non fa in tempo a dire “che cazzo succ..”.
Una enorme esplosione squassa le acque tranquille fino al quel momento.

Una delle bombe di profondità era stata lanciata, grazie al meccanismo di sgancio non proprio ben disabilitato.

Allarme generale , tutte le navi di scorta e la Iowa si lanciano in rotte a zig zag, per schivare i siluri nemici, e i sonar esplorano a tutto spiano.

Tocca al nostro amico Wilfred rompere il silenzio radio e dire: “scusate, mi è scappata una bomba di profondità, colpa mia”.

Un messaggio secco e breve , non certo di complimenti gli ha ricordato che il silenzio radio deve essere assoluto, e la navigazione continua.

Uno dei marinai a bordo della Porter cade in mare, e non verrà mai più ritrovato.
I motori subiscono dei guasti e la nave rimane indietro, dopo un altro mesto messaggio luminoso, che avvisa il resto della flotta dei problemi.
Eroici sforzi dei motoristi permettono alla Porter di ripartire e riprendere il suo posto nella scorta.
Le navi della flotta decidono di dare il via ad una esercitazione antiaerea, per dimostrare al Presidente Roosevelt l’efficienza delle navi che lo scortano.
Una serie di palloni viene lanciata in aria, e , visto che le batterie dell’Iowa non riescono a colpirli tutti,  il capitano Wilfred ordina al suo equipaggio di avvicinarsi e di aprire il fuoco con le batterie antiaeree.
Il momento culminante della storia, i motori avanti tutta, i cannoni che facevano fuoco all’impazzata e una serie di esercitazioni a bordo.
Gli addetti ai siluri simulano un attacco, e puntano ovviamente contro il bersaglio più grosso.
“siluro uno fuori, siluro due fuori, siluro tre… ops”
Whoooosh, un siluro parte veloce nell’acqua, armato e diretto proprio contro il centro della corazzata Iowa.
Neanche con un grande sforzo di immaginazione riusciamo a ricostruire  i sentimenti che deve aver provato il buon comandante Wilfred, conscio di essersi cacciato in un casino immenso.
Preso dal panico decide di non rompere subito il silenzio radio, che doveva interrompere solo in caso di assoluta emergenza.
Difficile capire come un caso del genere NON possa essere definito una assoluta emergenza.
Gli inesperti segnalatori addetti alle lampade della Porter fanno un casino, logico e la Iowa non riesce a capire cosa vogliono questi sfigati:
“siluro?  dovete virare cosa?”
Dopo secondi interminabili Wilfred decide di trasmettere, recupera una parvenza di dignità e lancia poche parole, destinate ad essere memorabili: “Leone , leone, virate a dritta!” subito dallo Iowa (leone) gli chiedono: “cosa succede” – “siluro in acqua , virate a dritta!
L’agitazione si fa frenetica in tutta la flotta,  lo Iowa, al suono delle sirene vira disperatamente.
Roosevelt, carrozzella e tutto, si fa portare sul ponte, per assistere alla scena, gli agenti dei servizi segreti che lo scortano tirano fuori la pistola, pronti ad un disperato tentativo di far saltare il siluro all’ultimo momento.
Il siluro passa vicino alla corazzata, per poi esplodere a poche centinaia di metri, in mezzo alla scia delle eliche.
A quel punto tutti sono nervosi, gli enormi cannoni dell’Iowa sono puntati contro la Porter, così come le armi del resto della flotta.
Parte una richiesta di spiegazioni, e il povero Wilfred non può fare altro che concludere la sua carriera con un mesto: “scusate, un siluro è partito per sbaglio, colpa mia”.

Ordini secchi impongono alla nave di fare rotta immediatamente verso le vicine Bermuda, lì la polizia militare prenderà in consegna tutto l’equipaggio, cuochi compresi, per interrogarli duramente.
L’errore pare fu di un oscuro marinaio, che aveva dimenticato la carica di lancio all’interno del tubo contenente il siluro.
Condannato a dodici anni di lavori forzati fu subito graziato dal presidente, preso da compassione.
Con un nuovo comandante la nave, diventata lo zimbello di tutta la Marina USA, si dirige verso le isole Auletine, dove conterà pinguini per quasi un anno.
Ogni nave da guerra amica che li incrociava li salutava con il ormai classico “non sparate siamo repubblicani” e le prese in giro dei marinai della Porter durante le licenze e gli sbarchi divennero quasi leggendari.
L’anno passa tranquillo, e i marinai lavorano duro per risollevare la reputazione della loro nave.
Reputazione che si appanna nuovamente, quando, durante una interruzione della missione in Alaska  un marinaio ubriaco decide di sparare un colpo con uno dei cannoni da cinque pollici, colpendo disgraziatamente il giardino del comandante della base.
Proprio durante una festa.
Ops.
Un nuova capitano, il terzo, sale a bordo, destinato ad essere dimenticato come i suoi predecessori, forse finiti in Patagonia, a contare bottoni in qualche magazzino , se gli è andata bene.
Ma non è finita, ovvio, l’esperienza insegna che qualcosa partito male si solito si conclude anche peggio, e questa storia non si smentisce.
La guerra incombe, e la Porter, insieme alla sua reputazione, si dirige verso la guerra, adibito più che altro a pattugliamento antiaereo.

Dopo tante sventure si comporta bene, a parte una bordata che centra una nave alleata… ops.

Senza fare vittime, però.

Alla fine il destino cinico e baro ci mette lo zampino, sotto forma di un attacco di aerei kamikaze giapponesi.
Ne abbatte diversi, ma l’ultimo rimane a galla e la Porter, facendo manovra ci va a sbattere contro facendolo esplodere.

Ops.    L’ultimo, stavolta.

Diventa così la detentrice di tre memorabili record, mai superati da nessuno, nella marina statunitense:

  • L’unica nave ad aver avuto l’intero equipaggio fermato dalla polizia militare, ed in una unica occasione.
  • L’unica nave ad essere stata affondata da un aereo abbattuto.
  • L’unica nave di scorta ad aver lanciato un siluro contro l’incrociatore che doveva scortare.

Affonda così, in silenzio, il 10 giugno 1945 e senza fare vittime, dopo aver distrutto le carriere di tre capitani, in meno di due anni di servizio.
Nessuna vittima, a parte i piloti degli aerei giapponesi.

P.S. Che filmone che verrebbe fuori da questa storia.

By Nuke