Metodi di difesa dagli zombie – seconda parte.

Dopo aver presentato la sottocultura Usa Zombie-based, adesso parliamo delle armi da fuoco appositamente realizzate.

Tipica è la gamma di munizioni anti Zombie realizzate dalla Hornady, casa americana famosa per i suoi studi sull’efficacia delle loro opere , le loro pallottole “uccidono meglio”, non lo dicono proprio espressamente, ma mentre altre case come Lapua, parlano di velocità terminale e precisione, loro dicono “effetto immobilizzante e grande profondità di penetrazione”.
Un approccio molto macho  con il proiettile, con ovvi riferimenti sessuali, .
Ingegneria al servizio dello sterminio, la loro cartuccia calibro 41 “critical defense” per le piccole armi da taschino è un qualcosa di allucinante, dovrebbe essere vietato anche in ambito militare un aggeggio del genere.

Detto questo, passiamo alle armi

Questo è un modello commerciale , il Doublestar Zombie X AK 47, si tratta di un Ak 47 normale , con caricatore da 100 colpi e colorato in stile Zombesco e dotato di una motosega a batteria , funzionante, naturalmente.
Il prezzo non è ancora stato stabilito, è un modello nuovissimo.
La batteria è nel calcio, per bilanciare il peso.
Il modello precedente , sempre della Doublestar e tutt’ora in commercio è questo:


Zombie Slayer, 1249 dollari di fucile “ready for apocalypse”

Eric e Barry , della Moss Pawn in Georgia hanno realizzato questa cosa, “Mall Tactical NinJa Zombie Destroyer”, in pratica il solito scassone AR 15 derivato dall’M16 militare infarcito di caricatori e accessori vari, neanche Godzilla potrebbe portarlo in giro.
Sull’M16 e i suoi derivati si potrebbe dire molto , basti dire che fanno così schifo che i viet cong non li prelevavano dai marines morti, ma questa , come si dice, è un’altra storia.
Se uno ha tempo e voglia di leggere articoli, blog e altro sull’argomento appare chiaro che ci sono tre scuole di pensiero, sull’arma ideale da utilizzare contro gli zombie:

Gli Esagerati: armi da guerra , grosso calibro e tante pallottole.

I Rifinitori : armi compatte, leggere, per mirare con cura, a colpo sicuro e magari con il silenziatore.

Gli Spappolatori: un fucile a pallettoni è la “morte sua”.

Per finire parliamo di questi ultimi, i veri tradizionalisti del settore.

Molti in Usa preferiscono sparare americano , quindi un bel calibro 12 Mossberg, come questo , facile, affidabile e robusto , spappolerà molti cervelli, ad un prezzo ragionevole.
Negli Usa costano usati dai 50-80 dollari in su, meno di una cena al ristorante.

I puristi nei blog dicono che, contro le orde di zombie,  cinque colpi nel caricatore sono pochi (davvero!), allora ci si rivolge ad armi russe, come questa, il Saiga 12, fucile semiautomatico con caricatore da 28 colpi, cartucce a pallettoni calibro 12 ognuna con 8 simpatiche sfere di piombo al suo interno.
Per un totale, calcolatrice alla mano, di 336 pallettoni.
Non sono pallini da caccia, occhio, ognuno di essi è l’equivalente di una pallottola calibro 9.
Notate anche l’estremità anteriore della canna, dotata di  punte per sfondare  , un sostituto della baionetta, esce proprio dalla fabbrica di Izmash così, pare che agli americani piaccia moltissimo.

Adesso, oltre all’aspetto macho della faccenda proviamo ad analizzare per quale motivo uno dovrebbe comprare e possedere un oggetto del genere.
Per la caccia non è molto adatto, a meno di predare anatre grosse come ippopotami.
Si potrebbe utilizzare per una rapina in banca o per demolire quelle casette in canniccetto e cartongesso che in Usa si usano tanto (beh, più divertente della ruspa),  certo non per difesa personale, a meno di non credere davvero a orde di zombie famelici in agguato….
In ogni caso tutte le armi che ho indicato in questi speciali non sono coperte dal divieto che intende metter su  Obama, solo la capienza dei caricatori potrebbe essere limitata a 10 colpi, come in California.

Il Mossberg, poi , negli Usa non è considerata una vera e propria arma negli stati Uniti , ma più che altro lo intendono come un utensile per andare a caccia.
E, come al solito , si tratta di un problema culturale, qui da noi  carabine e fucili sono alla portata di (quasi) tutti , e ci si può andare a divertire al poligono senza troppi problemi, d’altro canto se si va in giro con accrocchi del genere le nostre forze dell’ordine non si dimostreranno troppo comprensive.
Negli Usa, invece, ormai gli appassionati si riuniscono in apposite “feste zombie”, con tanto di armi personalizzate, fiumi di birra e sagome di zombi da sforacchiare, una sorta di “catarsi attiva”.

Per quanto riguarda il fenomeno , che vedremo nella sua dimensione globale , anche italiana, non è finita qui.