L’invadenza neurale, ovvero il nostro futuro

In questi giorni molti parlano del nuovo sito https://www.deseat.me/ , un sito nato con l’intenzione di aiutare le persone a cancellare la propria identità, o una parte di essa, dal web. Dovrebbe consentire di vedere tutti i siti web in cui si è effettuata la sottoscrizione che si desidera eliminare o annullare. Deseat.me al momento è ancora abbastanza limitato perché va a rintracciare gli indirizzi di posta elettronica di Google. Lanciato il programma questo scoverà gli accessi a piattaforme, applicazioni, social network e siti web, ottenuta la lista l’utente deciderà quale sottoscrizione cancellare o tenere.

Ma un mio caro amico mi ha spiegato il rovescio della medaglia. Deseat.me ritrova automaticamente tutti i tuoi account su internet: quelli semplici alla luce del sole. Di fatto noi tutti siamo una rete, unendo i vari nodi con un algoritmo – come quello di Google – si fa una analisi neurale prendendo ogni servizio a cui sei o si è stati iscritti, si scansiona alla ricerca di tutti i link visitati, gli argomenti trattati, le ricerche fatte, chi ti ha risposto e da dove. Poi si fa lo stesso con gli account a cui siamo legati.

Si attribuisce un peso ai risultati calcolando la distanza nello spazio neurale fra le varie connessioni rilevate, così emerge un quadro abbastanza preciso di chi sei e dove operi. Se poi si possiede un account Twitter e Facebook si risale anche a chi sei, dove vivi realmente, chi sono i tuoi amici, cosa fanno e cosa dicono di te (e di loro stessi), dove lavori e con chi. E badate bene che tutto questo può essere fatto da un esperto, una persona che non ha bisogno di ricorrere a nessuno dei sistemi “governativi”.

reti-neurali

Ma non soffermiamoci troppo, sul piatto c’è ben altro: il riconoscimento facciale ormai è maturo, le città e le strade sono piene di telecamere di sorveglianza, tutto è interconnesso, e …

E nel caso basta lanciare un drone (ormai costano veramente poco) possibilmente “oscurato”…

L’intelligenza artificiale di Google – l’AI sviluppata ha creato un suo sistema per criptare i dati – ha imparato a proteggere i suoi messaggi da occhi indiscreti, cioè i vostri. Il risultato è stato raggiunto da Google Brain: un progetto di intelligenza artificiale sviluppato sul modello delle reti neurali «deep learning». Lo potete leggere ben spiegato su arxiv  https://arxiv.org/pdf/1610.06918v1.pdf .

motore-inferenzialeLe reti neurali, ovvero i sistemi informatici sviluppati sfruttando le caratteristiche dei neuroni del cervello umano, riescono a criptare le informazioni che si scambiano senza però aver ricevuto algoritmi specifici per farlo.

Voglio vedere i lor signori cosa penseranno quando arriveranno i robot da combattimento. Robot killer militari che in parte sostituiranno i soldati sul campo di battaglia: dotati di AI, autonomi nelle capacità decisionali, capaci di selezionare e colpire obiettivi senza che nessun essere umano glielo abbia indicato. Sul sito http://www.robotiko.it/ troverete il materiale che più vi interessa (come questo articolo http://www.robotiko.it/robot-killer/ ).  Stati Uniti, Corea del Sud e Gran Bretagna stanno già sperimentando robot semi autonomi, in particolare droni militari che non hanno solo compiti di sorveglianza ma hanno anche scopi offensivi. Mesi fa, un altro mio amico progettista, mi spiegava un suo innovativo progetto di difesa dove utilizzava “economici” droni adatti alla difesa di siti sensibili, vi posso garantire che i droni non erano semplici sentinelle atte a sorvegliare zone off-limits. Ora riflettete bene, i droni attualmente sono ancora comandati a distanza, ma molto presto saranno dotati di intelligenza artificiale e di sofisticati equipaggiamenti adatti a individuare e colpire bersagli in movimento.

I russi vendono già una tecnologia per motori che fornisce una generosa autonomia ai quadricotteri e buona potenza per supportare carichi pesanti: ovvero armi da fuoco ( http://russia-insider.com/en/science-tech/russian-engineer-invents-revolutionary-new-combustion-engine/ri15746 ). Non bisognerà aspettare molto tempo per arrivare a: piglia il drone, carica la foto del “soggetto interessato al trattamento”, lancialo col comando “attacca & uccidi” …

BY ALESSIA http://liberticida.altervista.org/