L’intervista a Casaleggio – Non è che ogni tanto dice delle cazzate?

Scusate il titolo leggermente provocatorio, ma ogni tanto desidero essere insultato da qualche esponente del M5S, se non succede ci rimango male.
Casaleggio, il misterioso “consigliori” di Grillo ha rilasciato una intervista.
Malgrado tutto i toni sono tranquilli, l’eloquenza è sufficiente, ma qualche dubbio mi è rimasto.
Come al solito , invece di travisare o modificare il Casaleggio pensiero riporto testualmente alcune sue osservazioni non siamo dipendenti di Libero, noi.
Che sia Casaleggio a parlar di Casaleggio.
La democrazia diretta sostituisce il Parlamento?
«È più corretto dire che ne muta la natura, gli eletti devono comportarsi da portavoce, il loro compito è sviluppare il programma elettorale e mantenere gli impegni presi con chi li ha votati. Ogni collegio elettorale dovrebbe essere in grado di sfiduciare e quindi di far dimettere il parlamentare che si sottrae ai suoi obblighi in ognimomento attraverso referendum locali».

Quindi dovremo riformare la democrazia rappresentativa, chi riesce a ingraziarsi gli elettori rimane, gli altri fuori!

e ancora:

Lei ha sostenuto che la politica del futuro sarà fatta dai cittadini senza intermediazione dei partiti. Un sistema di democrazia diretta implica modifiche sostanziali della Costituzione, quali?
«Le più immediate sono il referendum propositivo senza quorum, l’obbligatorietà della discussione parlamentare delle leggi di iniziativa popolare, l’elezione diretta del candidato che deve essere residente nel collegio dove si presenta, l’abolizione del voto segreto, l’introduzione del vincolo di mandato. È necessario rivedere l’architettura costituzionale nel suo complesso in funzione della democrazia diretta».
 Questa democrazia diretta mi sembra sempre di più la dittatura della maggioranza, il cinquantuno per cento comanda e la maggioranza decide, chi non è d’accordo viene fatto fuori.
Tutto molto bello, ma io , che sono sempre stato orgogliosamente parte di una minoranza, sono preoccupato.
E poi non basta votare e decidere una cosa, per riuscire a farla, mi sa.
Proviamo a pensare ad una legge di iniziativa popolare, mille uro al mese per tutti.
Passerebbe con il novanta per cento dei voti, ma i soldi dove si troverebbero?
E poi l’abolizione del voto segreto perché?, per punire i dissidenti?

Dov’è la democrazia? tanto varrebbe eleggere un portavoce e lasciar votare solo lui (aha!, ecco il punto!) .

In un sistema di democrazia digitale come avviene la selezione della leadership e della classe dirigente?
«La selezione deve essere fatta “dal basso”, dai cittadini, che propongono le persone più adatte e di cui conoscono la storia e le competenze. Va considerato che il concetto di leadership è estraneo alla democrazia diretta. I movimenti di democrazia diretta rifiutano il concetto di leader. Occupy Wall Street, per esempio, ha coniato per sé stesso il neologismo leaderless, senza leader».
Bella idea, la massa che decide, senza leader, che si dovrebbe automaticamente regolare.
Come? Se mettiamo insieme dieci Grillini in una stanza e parliamo seriamente di problemi concreti, come la crisi degli alloggi, l’Euro e similia, avremmo più di dieci idee diverse, uno o due di loro cambierebbero idea nel mezzo del dibattito.
Finora il movimento è rimasto coeso perché esiste un leader e il suo portavoce che sono più uguali degli altri.
Altro che uno vale uno.
Poi Casaleggio parla della Rete, che magicamante ci cambierà la vita e ci renderà tutti liberi.

Questa non è una cazzata, ma un movimento che si proietta decisamente nel mondo dei massimi sistemi, della democrazia digitale , del popolo della Rete che decide, dell’espressione della maggioranza e non della minoranza, ecc. ecc., si perde in diatribe stupide e caziose su scontrini e soldi da restituire, e dà una pessima impressione della sua democrazia interna.

Bravo Casaleggio, anche tu hai partecipato ad una vera e propria rivoluzione, un partito , o movimento o quel che è che è venuto su dal nulla, senza soldi, senza ideologia, ed è arrivato a risultati impensabili solo alcuni anni prima.

E poi la magica rivoluzione della rete si è scontrata con il mondo reale, con i compromessi della politica, e soprattutto con il fatto che non esiste una vera lista di cose da fare , e non esiste uno straccio di ideologia comune.

E forse è quella la vera rivoluzione, ridurre il consenso ad un sondaggio, di volta in volta si sceglieranno gli argomenti che interessano all’elettorato, e su quelli si baserà l’azione politica.

Una vera rivoluzione copernicana, del modo di pensare e della società.

Rischia di finire male, molto male , se non stiamo attenti.