Appello a Berlusconi

Caro Silvio, ho assistito con sgomento alla tua triste parabola.
Prima era facile, avevi il potere, i soldi , le televisioni e le donne.
Era facile prenderti in giro per l’altezza, per la pelata che appare e scompare, per quel tuo aggirarti come un buffoncello tra i potenti del mondo , una via di mezzo tra un Donchisciotte cinico e un giullare ubriaco.
Poi è cominciato il declino.
E abbiamo visto la rabbia, i discorsi roboanti alter calati da pisolini.
La ferocia dei tuoi servi sciocchi, il manipolo di fedelissimi che credono in un improbabile ritorno, insieme Linea Gotica, badanti  e circolo magico.

Le battute riuscivano , ma non erano più divertenti, c’era sempre un che di disperato nelle tue invettive, di patetico nelle dichiarazioni delle tue donne.
E ridicolo, nella difesa dai processi, dai Giudici Comunisti.
Patetico , non divertente.
Ormai i tuoi innumerevoli nemici hanno sentito l’odore del sangue, i processi continueranno, e , prima o poi , ce la faranno ad inchiodarti, forse prima che poi.
E la Mediaset?
I tanti tuoi amici che correvano a fare campagne pubblicitarie sulle tue televisioni spariranno come neve al sole e cercheranno altri protettori.
E le banche e altri affaristi sono lì che aspettano.
Succede a tutti , agli uomini, agli imperi e alle civiltà, si segue una parabola e , prima o poi la fine arriva, che lo si voglia o no.
E adesso , caro Silvio, senza offenderti e insultarti, provo a darti un consiglio, io , che non sono nessuno.
Perché non avere , unica volta nella tua vita, una sussulto di dignità, un ultimo discorso , davanti al al Parlamento:
non ci sto più a questo gioco, ad un paese diviso come tra opposte tifoserie, da una parte chi crede in me e dall’altra quelli che  mi odiano.
Non ci sto!
Me ne vado e vi lascio da soli!

Addio!”
Poi una uscita tra ali di folla vociante, e via, verso l’elicottero che aspetta, non troppo lontano…..
Ma non portarti dietro nessuno dei tuoi servi , a loro penseremo noi, stai tranquillo.