L’anonimato in rete e l’inquisizione.

In questi giorni è nata una nuova discussione in rete sull’anonimato in rete e sulla necessità di impedirlo.
Teoricamente è possibile filtrare tutti i contenuti che passano in rete, ma, data l’immensa quantità di dati che circola, questo è davvero impossibile.
Torniamo alla foto di una signora nuda messa in rete e attribuita, erroneamente alla presidentessa della camera , Laura Boldrini, ne ho parlato qui.
Lo scandalo non è la foto , e che la Boldrini ha preteso la formazione di una squadra di sette poliziotti pe monitorare la rete e eliminare le tracce del misfatto.
Questo , però, ha bloccato le attività investigative della polizia postale, del Lazio, l’ente preposto a controllare la rete, tra le altre cose.

La polizia postale, però si deve occupare anche dei pacchi postali che spariscono, dei truffatori on line, e di altre cose, e sono notoriamente oberati di lavoro.
Una volta che le indagini sono concluse poi bisogna passare il tutto ad un magistrato, e la situazione non cambia poi molto.
Diciamolo, in Italia qualche centinaio di poliziotti e/o finanzieri , preposti a controllare la rete internet non sono poi tanti , e sono già troppo impegnati a investigare sulle truffe, sui furti di identità , pedofili e terroristi, tra le altre cose.
Anche aumentarne il numero, se ci fossero i soldi , non servirebbe a molto , contro gli “anarchici del web”.
Ricordo a tutti che in Cina ci sono letteralmente due milioni di poliziotti chini sul computer, alla ricerca di dissidenti e terroristi.
E il traffico sul web in entrata ed in uscita dalla Cina è streattamente regolato e controllato.
Malgrado l’enorme impegno dello Stato i dissidenti riescono a comunicare tra di loro e all’esterno, con cautela ma ci riescono.
E non rischiano una condanna minima, ma i lavori forzati, anni a spaccare le pietre.
Quindi le risorse della polizia sono insufficienti , i modi per collegarsi , oltre che i provider, sono innumerevoli, mancano i soldi, ma c’è ancora qualcuno che vorrebbe “censurare internet”.
Parliamo dell’aspetto pratico della questione, in rete spesso non si è anonimi, io , per esempio, posso essere abbastanza facilmente collegato a quello che scrivo e, se esagero ,ne rispondo.
Magari ho preso le mie precauzioni , ma , alla lunga se cerco guai li trovo.
Una persona che ne capisce qualcosa, di computer, e se è determinata, invece, può rendersi virtualmente irrintracciabile e fare e dire , con certi limiti, quello che vuole.
Non mi sembra il caso di parlare di proxy o di Tor o di quant’altro chi lo sa già non ne ha bisogno e chi non lo sa si documenti e tragga le sue conclusioni.
Personalmente ritengo che il cercare di mettere una qualche forma di censura alla rete è come impedire lo scaricamento illgale di libri e di film.
In pratica è così facile scaricare che è insensato mettere dei divieti, così come è facile essere anonimi in rete, se uno lo vuole.
E aumentare il controllo sul web serve solo a rendere i trasgressori più abili a dissimulare le tracce.
Ricordo semrpre il detto di Churchill:

Se due persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” gli fai la multa, se venti persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” chiedi loro di spostarsi, se duecento persone fumano sotto il cartello “divieto di fumare” togli il cartello.