La situazione dell’agricoltore: Un futuro che toccherà molti

Ho l’onere e l’onore di lavorare con parecchi agricoltori, in quel mondo complicato e variegato che è la produzione di alimenti e assimilabili.

Spesso penso alla condizione di quei lavoratori, legati alla terra e, purtroppo per loro posti in una condizione particolare.

Lavoro, lavoro ed ancora lavoro, soggetti a scadenze ben precise, tipo il raccolto che deve essere effettuato in quei dieci giorni frenetici, dopo un anno di attività.

O in tanti piccoli raccolti, nel caso di aziende strutturate, che cominciano a maggio per finire a novembre inoltrato.

Immaginate la loro attività, legata al tempo, fenomeno aleatorio, con continue precauzioni per evitare malattie ed insetti, siccità ed altro.

Cinque, sei anni, o anche di più per avere i primi raccolti, in certe coltivazioni, e guadagni ridicoli nel caso di altre.

Pensate adesso alla loro situazione patrimoniale, terreni, mezzi agricoli targati e casa di proprietà, nella stragrande maggioranza dei casi, e soldi in banca, dato che non hanno né il tempo di spendere i guadagni né di investirli.

I giorni in estate che li vedrete in giro sono solo i pomeriggi di pioggia, dato che le mattine comunque le passano a riparare attrezzi e a fare manutenzione.

Gli altri giorni si lavora, per non parlare degli allevatori, che passano i giorni a nutrire da una parte gli animali, raccogliere i rifiuti dall’altra e prelevare il latte nel mezzo, di solito.

Lo stato italiano si è accorto di loro, finalmente, dopo decenni passati a fare leggi e leggine per favorirli e raccogliere i loro voti, ma questa non è una buona cosa.

Dovete sapere che, essendo inchiodati letteralmente elle loro proprietà, tutti beni mobili e immobili registrati a privati o aziende agricole, che in fondo è la stessa cosa, di solito quando gli arriva un verbale o una intimazione, pagano senza fiatare.

Purtroppo , per vie strane e misteriose, all’arrivo di un verbale ne seguono altri, e poi arrivano gli ispettori del fisco, dell’USL, della forestale e tutti gli altri avvoltoi, ognuno pronto a chiedere la sua parte.

E loro, poveretti, non possono fare altro che subire e pagare.

Come hanno fatto i loro antenati per millenni e millenni.

Ora vedo che allo stato piace questo genere di cose, ma gli altri imprenditori. quelli “normali” sono elusivi.

I “grandi” usano avvocati e professionisti come scudo, pronti a tirare in lungo cause per decenni, se serve, tanto poi c’è la prescrizione.

I “piccoli” nascondono il denaro, fatturano e non fatturano, aprono e chiudono aziende, i soliti sistemi per evitare problemi.

Il fisco e il governo se ne è accorto, e pensa alla “Soluzione Finale”, ovvero l’eliminazione del denaro contante, il modo per combattere l’evasione.

Il modo per trasformarvi tutti in agricoltori, con il capo chino davanti alla porta di casa e il cappello in mano.

Il gabelliere arriva e vi chiede una quota.

E voi pagate, e sorridete pure, altrimenti il gabelliere si offende e chiama i balestrieri che lo accompagnano..

Quando avrete dei soldi nel conto corrente ne verserete allo stato  periodicamente una quota, non importa dove essi provengano, e , se non ne saprete dimostrare la provenienza pagherete le tasse, fosse pure una vincita al gioco.

E non vivrete tutti felici e contenti, temo, inchiodati dalle carte di credito, dai conti correnti, dalle rate per la casa e l’auto, tutto a vostro nome.

Magari investire, comprarvi quell’appartamentino da tempo sognato o rilevare una azienda, in questi giorni di inferno fiscale non è una buona idea.

Vale anche per gli statali, pure i vostri soldi verranno lentamente tosati, è il Debito Pubblico che lo vuole!

Poi non dite che non siete stati avvisati.

By Nuke di Liberticida