La legge in Ucraina sulla soppressione della lingua russa è stata disinnescata.

Ho fatto un giro sul sito del parlamento ucraino, (quello di Kiev, vista la situazione è meglio specificare).
Insieme ad un accorato appello ai deputati di non lasciare la città (perché , se ne volevano andare?), viene pubblicata la creazione di un comitato per “On the principles of language policy,”, ovvero sul principio della politica del linguaggio”.
Come annunciato alcuni giorni fa la legge del 2012, promulgata tra tante polemiche, permetteva alle minoranze che non parlano ucraino come lingua madre, di usare la loro lingua nelle comunicazioni ufficiali con il governo, se questa minoranza superava il dieci per cento della popolazione nel distretto di riferimento.
E praticamente si parlava solo di russi e dell’est del paese, con percentuali dal 40 al sessanta per cento della popolazione, a seconda della zona.
Il fatto di costringere queste persone a usare per forza l’ucraino ha causato moti problemi, non ultimo è stata una delle scuse utilizzate dai russi per l’intervento.

Ma adesso la legge viene modificata, non è stata tolta per discriminare qualcuno , ma perché” è stata redatta male e non in modo professionale” e andava riscritta.

Paura eh?