La fede e le elezioni.

Oggi parliamo di fede.
Cosa c’entrerà la fede , direte voi, con le elezioni?
C’entra eccome, vedrete.
La fede, come definizione è:
La parola fede è propriamente intesa come il credere in concetti, dogmi o assunti in base alla sola convinzione personale o alla sola autorità di chi ha enunciato tali concetti o assunti, al di là dell’esistenza o meno di prove pro o contro tali idee e affermazioni.

La fede non è quindi il credere ciecamente a qualcosa senza prove o evidenze tangibili.
La fede è anche credere in un vecchietto vestito strano che a Roma parla di matrimonio gay, aborto , contraccezione , celibato ecc.ecc. senza prove tangibili dell’esistenza del tizio con la barba e il triangolo in testa che ci guarda da lassù.
E senza nessuna prova dell’esistenza di un qualsiasi rapporto esclusivo tra il tizio con i buffi cappelli e il presunto Creatore.

La fede, però, è anche il credere fermamente ad una ideologia o, meglio un qualsiasi leader, credere nella sua capacità superiore, ciecamente, con fede, appunto.
Sempre parlando, alla buona dei massimi sistemi, la fede non è altro che una espressione del nostro istinto di conservazione, una speranza che alla fine la situazione migliorerà, che la malattia porti alla guarigione e che , alla fine succeda qualcosa.
Un istinto , nulla di più.
Tornando terra terre, prosaicamente, esistono mote altre professioni di fede, in campo politico.
Un esempio , molto lampante è la fede mostrata dai seguaci di Beppe Grillo, basta leggere i commenti del blog e si rimane molte volte esterrefatti dalla assoluta unidirezionalità delle idee e dei sentimenti del suo elettorato.
Si vede che molta gente aveva ed ha bisogno di una guida e che le risposte non le trovavano né nella fede cattolica e né negli altri politici.
Spesso chiamarli “degni di fede” è davvero impossibile.
E la gente è persa tra il nano barzotto.davvero improponibile, e il centro ballerino e pronto ad attaccarsi come una remora al partito squalo vincitore..
A questo punto i partiti di sinistra e di estrema sinistra dovrebbero farla da padrone, ma lo sguardo della persona semplice e che cerca un leader, qualcuno che gli dica davvero “ce la facciamo”, si vede davanti un Bersani, un D’Alema e la Rosi Bindi, tra gli altri.
Intendiamoci, sono sempre stato uno di destra e il dibattersi ideologico del PD e compagnia l’ho sempre seguito da esterno.
Uno guarda i sondaggi e vede che il movimento cinque stelle punta al venti per cento , un dato enorme per un partito che è al suo primo esordo elettorale, e che è stato fatto con una campagna elettorale su internet e senza fondi pubblici.
E questo elettorato in buona parte sarebbe confluito nelle sinistre, sarebbe bastato cambiare tutto, ma sul serio, e cacciare via quei dieci -dodici sepolcri imbiancati che fossilizzano il partito  (buttare via l’acqua sporca senza buttare il bimbo).
Delle destre poi non ne parliamo , siamo passati dalla politica alla guerra tra bande, pochi “signori della guerra” imperversano e si spartiscono il bottino , con i vari “samurai” che combattono per il padrone e i”ronin” pronti a vendersi al migliore offerente (o a qualsiasi offerente in queste ultime convulse settimane).
Quello che so è che non mi sembra il caso di votare per nessuno dei partiti politici principali, sarebbe un vero suicidio.
Rimangono come uniche opzioni accettabili Ingroia o Grillo , non solo come voto di protesta , ma come ultima disperata possibilità di cambiare qualcosa , anche se sono davvero migliaia di anni che la gente spera in un nuovo governo che cambierà qualcosa.
E’ solo questione di fede.