Kosovo e Albania : l’epicentro della malavita mondiale a poche decine di chilometri dall’Italia.

Ecco un paio di paesi di cui si parla poco, non infestati dalla malavita, ma proprio governati dai capimafia locali, entrati in politica e votati a furor di popolo.

Notizie che dovrebbero essere conosciute in italia, ma invece sottaciute e nascoste, se non in trafiletti di cronaca locale e su qualche sito di approfondimento.

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Kosovo

Il Kosovo è un nazione artificiale creata a tavolino dagli americani, per dare fastidio ai serbi e per altre ragioni di cui parleremo più avanti.

Serbi e Kosovari

da centinaia di anni anni i serbi , slavi cristiano ortodossi contendono territori attualmente popolati dai kosovari, musulmani di etnia albanese.

Americani.

Gli americani ci hanno sguazzato , in questo odio secolare e hanno fomentato i membri del’UCK, già una vera e propri mafia a prendere le armi contro i serbi.

Gli Usa ci guadagnano due basi militari nel sud est del paese, una, bella cicciotta, Camp Bondsteeel , forte di almeno settemila soldati  e Camp Monteith , ora chiuso.

Ma non solo i governi dei due paesi, Albania e Kosovo offrono aiuto contro i l terrorismo islamico. In pratica chiedono di poter fare quello che gli pare in cambio di alcune concessioni:

a) terranno buone le minoranze integraliste dei loro paesi (poca cosa, forse volutamente “gonfiata” ad arte per terrorizzare gli americani)

b) controlleranno il passaggio di integralisti verso l’europa, fornendo informazioni di Intelligence.

c) faranno finta di non vedere il frenetico vivai di prigionieri all’interno di Camp Blondsteel, all’interno di una area di detenzione ci quasi diecimila metri quadri, persone prelevate, interrogate e smistate in giro per il mondo , senza processo, nel nome della battaglia contro il terrorismo.

d) faranno finta di non vedere le tante armi provenienti dalle fabbriche della Transinistria , smistate spesso verso “terroristi moderati” di varie etnie, e pagate da americani, sauditi e altri.

In cambio di queste poche cose i malavitosi locali ottengo tutto, assolutamente tutto, potere, impunità e silenzio dei media.

il neo presidente del Kosovo, Hashim Tachi è solo uno degli esponenti della malavita al potere, nonché uno dei capi dell’UCK.

Fonti di reddito

di cosa si occupa questa malavita kosovara, insieme a quella albanese, che vedremo più avanti?

Di tante cose:

Contrabbando di carburanti. nel Kosovo ci sono almeno tremila distributori, pieni zeppi di benzina e gasolio scontati. benzina e gasolio che poi si dirigono verso le nazioni confinanti (Serbia, Macedonia, Albania e Montenegro, fino ad arriva a nord e a sud, nei paesi vicini.

Prostituzione: in Kosovo è possibile comprare e vendere ragazze da spedire nei paesi europei a lavorare.

Armi, interi convogli di armi arrivano nel paese, passando indisturbati le frontiere. Forti della “pax mafiosa locale” i vari esponenti di bande malavitose e servizi segreti possono acquistare qualsiasi tipo di arma, in qualsiasi quantità. Discrezione assoluta e pagamenti in contanti.

Droga : ormai l’intera produzione di eroina Afghana, stimata in seimila tonnellate all’anno transit ape ril Kosovo, almeno il 40 per cento del consumo occidentale.

Organi: mentre la propaganda occidentale accusava la Serbia, si dimenticava di controllare i Kosovari dell’UCK, veri “dominus” del mercato internazionale, e da molti anni, ormai.

Sigarette. le sigarette vengono prodotte in vari pesi dell’est, più che altro in Serbia, da lì interi convogli carichi di Bionde, si dirigono verso il rifugio sicuro del Kosovo dove nessuno darà fastidio ai trafficanti o toccherà i depositi.. Tutte le sigarette di contrabbando italiane provengono da li.

Una vera e propria “zona franca ” per la delinquenza. Tranquillità, “pax mafiosa “imposta dal governo locale e assoluta impunità per tutti i trafficanti che “acquistano all’ingrosso” e poi dividono i lotti in “pacchetti” più facili da smerciare. Non ho riscontri sulle smercio di medicinali  contraffatti e denaro falso, ma forse è solo perché non ci hanno ancora pensato. Se avete delle competenze in quel senso adesso sapete che là troverete tanti nuovi amici.

Albania:

In Albania la situazione è simile e allo stesso tempo diversa. La malavita albanese non è coesa come quella kosovara, è composta da tante famiglie che agiscono ognuna per proprio conto.

Inoltre il percorso di integrazione europea è avviato, e anche l’interpol ha un ufficio in loco. Ne consegue che il governo non può muoversi in modo così spudorato come i vicini “birichini”, ma quasi.

si è trovata una soluzione interessante, per questo,

Il potere ed i traffici sono stati equamente divisi tra le varie fazioni.

i politici, presidente e ministro dell’interno compreso sono esponenti delle varie cosche locali, e incassano un “pizzo” su tutte le transazioni per il disturbo.

Poi qualcuno notò un vuoto nel mercato delle droghe, e lo riempì con la produzione locale.

Marijuana.

Tonnellate, centinaia, migliaia di tonnellate di droga, di ottima qualità, prodotti dappertutto in Albania, in piena vista, visibili persino dalle autostrade, se si fa attenzione.

Fino a qualche anno fa non era così, la produzione avveniva in zone impervie, lontane dalla vista, in enclavi protette da muti invalicabili e da decine di uomini armati. Lazarat era il feudo dei trafficanti , invalicabile, un paese senza legge.

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Il caso più eclatante è stato quello del bel programma l Rai Report, che mostrava l’enclave di Lazarat e di interventi del governo albanese contro i trafficanti, scanditi da interviste a Saimir Tahiri allora ministro dell’interno albanese, tutt’ora in carica.

Mission accomplished, pareva, governo 1 trafficanti 0, tutto finito .

La realtà , come al solito è ben diversa, la produzione di marijuana si è estesa velocemente in tutto il paese, in tutte le aree coltivabili, in piena vista.

Grazie al governo, diciamo “compiacente”, la produzione  la distribuzione e il trasporto è stata divisa tra diverse bande.

I produttori, che prima producevano e vendevano la droga adesso la devono consegnare direttamente alle bande che si occupano della distribuzione, ricevendo il pagamento secondo un “prezzario” ben stabilito.

Chi non si adegua riceve velocemente la visita delle forze dell’ordine, poliziotti che li arrestano e “confiscano ” la droga.

Poliziotti, che in molte zone del paese si occupano direttamente di ritirare la droga dai produttori.

A quel punto diverse altre bande acquistano la droga già confezionata in panetti per poi occuparsi direttamente del trasporto oppure rivenderla ai tanti compratori stranieri.

Il trasporto avviene secondo direttrici ben collaudate:

  • direttamente sul traghetto, occultano nei veicoli o nelle borse dei passeggeri
  • via terra, diretta in Grecia o in Montenegro.
  • Attraverso uno dei tanti superleggeri che portano cento, duecento chili ogni viaggio, completamente ignorati dai radar e dalle forze dell’ordine italiane.
  • Attraverso i soliti “gommoni”, quelli prima utilizzati per il traffico di persone.

Insomma, dopo la nomina del nuovo ministro dell’interno albanese, il traffico si trasforma, da marginalità concorrente degli africani raggiunge minimo  il settantacinque per cento del mercato , in Italia, e non solo.

Non ho prove per collegarlo al traffico,  è solo un caso, ovvio.

Certo che è una curiosa coincidenza.

PAX CALABRESE

Il paese da anni è in preda ad una frenesia costruttiva, il paese si è dotato di un embrione di catasto e di piano regolatore, e, con un certo ordine è possibile notare “decine di chilometri” di nuove costruzioni, lungo il percorso della autostrade e strade principali. Senza esagerazione per decine di chilometri negozi, case supermercati, hotel e uffici nei centri. In parte il fenomeno è dovuto alla diaspora albanese, agli immigrati che sono tornati con qualche soldo per farsi la villetta o il negozio tanto sognato.

Ma le cosche calabresi hanno subito fiutato il business investendo milioni di euro in piccole attività di costruzione, mandando anche imprenditori a controllare tutto, occupandosi direttamente del business..

Una lavanderia di dimensioni impressionanti, a cui sono seguite le attività promosse dalle altre mafie, quelle serbe, montenegrine, kosovare, e via via fino a “stranieri” quali siciliani e ceceni.

Sono nati quindi alberghi di lusso a buon prezzo lungo le bellissime spiagge.

Inoltre, mentre i ricercati sono costretti a fare la spola tra Kosovo e Montenegro, gli esponenti dlele cosche che non sono ricercati, ma che comunque hanno bisogno di passare qualche ano tranquillo all’etero, si improvvisano imprenditori e vivono allegramente, e a buon prezzo, in Albania. Niente controlli antimafia, per loro.

Prossimamente tante aziende albanesi, paese che fa parte dello “spazio economico europeo” parteciperanno a gare di appalto, con bilanci e Durc perfettamente in regola, e con dipendenti a basso prezzo, pure.

Insomma , il Kosovo è dove si fanno i soldi veri e l’Albania, dotata di un governo stabile e di una certa “simpatia” per costoro è uno dei posti dove si spendono.

Al momento il sistema delle costruzioni è in leggero affanno  Ma i traffici vanno a mille e presto , dicono anche il business dei migranti si aggiungerà al resto.

Alcuni stanno già scaldando i motori dei gommoni, mille euro a tratta e il “migrante” arriva diretto in Italia, qualora i cattivi serbi e gli ungheresi nazisti chiudano le frontiere.

 

Che ne dite ragazzi, lo sapevate?

By Nuke di http://liberticida.altervista.org/