Gennaio 2014 , la fine del contratto “from Megatons to Megawatts” e dell’uranio a basso costo…

Usciamo dall’orbita ucraina e parliamo di altro, oggi.parliamo del trattato START (Strategic Arms Reduction Treaty) un accordo bilaterale tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica sulla riduzione degli armamenti nucleari. Il trattato, firmato il 31 luglio del 1991 da George Bush (padre) e Mikhail Gorbochev, prevedeva che ciascuna delle due superpotenze non potesse avere più di 6.000 testate nucleari montate su non più di 1.600 missili balistici intercontinentali. 

Rimaneva l’immenso problema di come smaltire le ventimila testate atomiche russe in eccesso, un paese allo sfascio non sapeva come gestirle.

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Venne trovata una soluzione, l’uranio “military grade” delle bombe , poteva essere trasformato in combustibile semplicemente riducendone il tenore di uranio 235.
Venne così avviato il contratto “from Megatons to Megawatts“, 500 tonnellate di uranio “militare” russo vengono spedite , due tonnellate alla volta, negli stati Uniti, per essere trasformate in uranio in grado di alimentare le centrali Usa.
Al modico costo di 17 miliardi di dollari.
L’ultima spedizione è avvenuta nel Gennaio 2014, e attualmente è in lavorazione presso le centrali della United States Enrichment Corporation (USEC) , la società americana che si occupa del lavoro.
Il costo , che sembra elevato , pari a circa  34 milioni di dollari la tonnellata, può sembrare elevato, ma da ogni tonnellata di questo materiale, si sono ricavate quasi trentuno tonnellate di combustibile per le centrali usa, oltre quindicimila tonnellate in totale.
Il materiale russo per il combustibile è costato circa un milione e settecentomila dollari la tonnellata.
Che hanno alimentato metà delle centrali nucleari Usa dal 1995 fino ad adesso.
L’altra metà è stata alimentata dall’uranio ricavato dalle bombe Usa , ovviamente.
Vediamo un po i costi del combustibile sul mercato. 
Il materiale fissile costa mediamente due milioni e settecentomila dollari la tonnellata.
I russi hanno consegnato il combustibile nucleare già pronto e “diluito”, agli americani.
Gli Usa ci hanno comunque guadagnato , ad aiutare i Russi.
Non che ci fossero dei dubbi in proposito. 
Il materiale delle tante bombe realizzate dalle due superpotenze era il frutto di decine di anni di scavi forsennati, che hanno prosciugato i giacimenti “economici”, la relativa abbondanza di materiale proveniente da queste bombe ha anche “drogato” il mercato , causando un ribassamento dei prezzi ed una corsa a costruire nuove centrali (25 solo in Cina).
Adesso, però il combustibile della testate  in “eccesso” russe e americane è finito , e il prossimo combustibile nucleare, dovrà essere estratto dai giacimenti in giro per il mondo. 

La produzione mondiale di combustibile, per tutte le centrali nucleari del mondo è di circa diecimila tonnellate all’anno, e non potraòà acerto aumentare i di molto
Il combustibile ricavato dalle testare americane e russe e che ha alimentato congiuntamente le centrali Usa, dal 1995 fino ad ora è pari al materiale estratto attualmente  in diversi anni di tutte le miniere di uranio del mondo.

Tutte.

Adesso le centrali usa dovranno “scavare” il combustibile per le loro centrali, e saranno in competizione con tutti gli altri paesi, che, nel frattempo, ne hanno costruite e altre ne stanno costruendo, a ritmo sempre più sostenuto.

Non occorre essere un genio per immaginare che gli Usa ridurranno le esportazioni di uranio  e che il costo del materiale fissile è destinato ad aumentare, essendo venute meno le testate nucleari fabbricate durante la Guerra Fredda.

Siamo sicuri che il nucleare sia l’energia “pulita ed economica” del futuro?

Tutti i nodi energetici stanno venendo al pettine, ed in fretta. 

la prossima volta parleremo delle riserve di gas naturale europee ed in giro per il mondo , e scopriremo che l’Ucraina c’entra, e parecchio.