F35: parte 2: Update

F-35: Update

F-35 durante i test sgancio armi del febbraio 2016

Update on the F-35 Joint Strike Fighter (JSF) Program and the Fiscal Year 2017 Budget Request
Committee:
House Committee on Armed Services
Date:
Wednesday, March 23, 2016 – 10:30
Location:
2118 Rayburn House Office Building

Tempo di Budget negli USA con relativa justification di spesa. Per l’occasione si ritrovano insieme Gilmore, direttore OT&E, il Gen. Bodgan, direttore del Programma JSF (Joint Strike Fighter) ora F-35 e Sullivan del GAO (cfr.1). Tutti insieme davanti alla commissione di cui sopra a raccontare come procede il programma F-35.
Ognuno fa il suo lavoro: Gilmore è in vena e descrive lo stato dell’arte snocciolando dati confermando il rapporto FY-15 (cfr.2) con qualche aggiunta, Bogdan sembra in difetto di grinta ma chiude toccando note profonde, ricordando la responsabilità del Programma verso le future generazioni e nella la difesa della “liberty” e della “way of life”. Infine, Sullivan vede dei miglioramenti nei conti, pur a fronte di significativi rischi e ricorda che il tutto ha un costo pauroso (cfr. Update).
Tuttavia, vista la sede e la circostanza, tutti gli enti in questione sono forzati a essere sintetici e diretti nelle loro esposizioni, per cui il quadro che ne deriva è più chiaro e immediato di quanto si potrebbe ricavare leggendo rapporti complessi (cfr.2) o assistendo a brevi conferenze stampa.
Sfortunatamente, o per for fortuna a seconda dei punti di vista, le testimonianze collimano tra di loro nella sostanza; in questo senso l’intervento di Bogdan è molto significativo e va letto con attenzione.
Vediamo velocemente le notizie più interessanti:

  • l’intera flotta F-35 ha superato le 50.000 ore di volo, primo passo verso il traguardo delle 200.000 ore: risultato raggiunto sommando le ore della flotta di Test, 18 aerei dedicati, a quello della flotta “operativa”, pari a circa 150 aerei a fine 2015. 

  • I voli della flotta di Test proseguono al ritmo serrato di circa 7 voli al mese (cfr.2), mentre la flotta “operativa” riesce a fare circa 14 ore di volo al mese per ciascun velivolo.

  • Le squadre di manutenzione “stanno lavorando duramente” per star dietro alla Manutenzione non Programmata (guasti imprevisti) e a quella Programmata (ispezioni di cricche varie). “Si registrano miglioramenti ma siamo sempre lungi dai modesti obiettivi che pur sono lontani dalle condizioni di combattimento” (Gilmore).

  • Tutti sono d’accordo che il Programma è “in fase di sviluppo”.

  • Continuano anche le esperienze e le esercitazioni sui velivoli “operativi”. 
  • Qui la migliore notizia in assoluto è la conferma che “celesti osservatori” seguono con attenzione il Programma F-35. L’interesse, già presente nel 2014 quando un aereo prese fuoco in decollo e nessuno si fece male, si è manifestato anche il mese scorso quando qualcosa è andato storto su un F-35 durante una prova sgancio armi in volo.

Racconta Gilmore: “[…] una bomba ha colpito una portello della stiva armi e poi è andata a sbattere contro lo stabilizzatore orizzontale danneggiandolo […]”
È doveroso ricordare che lo sgancio carichi in volo è una faccenda complicata: anche le migliori famiglie hanno avuto i loro problemi in merito, problemi di cui nessuno sente la mancanza. (cfr.VIDEO, casi simili).
Per fortuna il pilota se l’è cavata e ha riportato l’aereo alla base; voci non confermate narrano che il miracolato sia immediatamente partito alla volta di Loreto sulle orme del collega di qualche anno prima.
Quindi anche stavolta è andata bene, ma secondo le simulazioni numeriche non doveva succedere, motivo per cui nuova investigazione in corso. Chissà, che sia forse il caso di una profonda pausa riflessiva?

CONFERME E NOVITÀ

Gilmore racconta che a febbraio l’Air Force ha simulato per due volte il decollo su allarme con sei F-35, tutti gli aerei avevano il software Block 2B ed erano “preparati per un decollo rapido”.
Risultato: tutti i decolli sono falliti a causa di “[…] problemi che richiedevano spegnimento e riavvio sia dell’aereo sia dei sistemi […]”.
Niente di nuovo nella sostanza neanche per i Block3i e 3F che, pur tra installazioni e disintallazioni, continuano a inchiodarsi mentre nuove release sono in fase di sviluppo.
I numerosi test sulle differenti versioni del software proseguono, ma per ogni test passato altri se ne aggiungono in una inquietante proliferazione: a novembre 2015 il Block3i generava 78 nuovi test point ogni 100 risolti (cfr.2), quasi una sorta di moderna Idra.

Tuttora la soluzione sui Block è lontana, e su questo punto Bogdan è chiaro.

Ma la vera notizia è che il cammino di F-35 verso la perfezione non finirà con il Block3F verso il 2018 come in tanti sospiravano, ma proseguirà almeno fino al 2021.
Senza neanche avere in mano una release 2B senza bachi, il Programma ha aggiunto un ulteriore gradino alla piramide del software: il Block4, che sarà sviluppato in concurrency con gli altri Block, come da sani principi consolidati.

Ma come viene giustificato il Block4? Secondo il Gen. Bogdan, il Programma guarda oltre la fase attuale e vuole cautelarsi per mantenere la sua superiorità nei confronti di “emergenti e avanzate minacce” tramite “successive modernizzazioni”. 
Viceversa Gilmore fa notare che una “pianificazione poco chiara”, a fronte di un budget di quasi TRE MILIARDI, non sia esattamente un buon viatico.
Tralasciando ogni valutazione sulle giustificazioni del Gen. Bogdan, il nostro pensiero va ai fruitori finali di questi aerei i quali, mentre assistono sbalorditi alla progressiva trasformazione della piramide del software (cfr.1) in obelisco, vedono concretizzarsi i timori di un ulteriore aumento di costi per gli F-35 ultimo grido. 
Per il resto si conferma il quadro del rapporto [2]: purtroppo i problemi non riguardano solo il software ma anche altre “parti” sensibili, a cui difficilmente si potrà rimediare con una chiavetta usb a bordo pista (cfr.1).
Le prove di fatica procedono infatti a singhiozzo: ogni rottura non prevista richiede un’analisi, eventuale riprogettazione e/o modifica del ciclo produttivo dell’elemento in oggetto e validazione della soluzione. Se tutto quadra, allora si può coordinare l’immissione della modifica nella produzione e infine pianificare la ripresa degli aerei già consegnati con l’elemento difettato. 
Il tutto si risolve senza patemi tramite una serie di franche e costruttive riunioni interne e con i fornitori interessati, che porteranno a identificare la causa del problema e la sua soluzione, il tutto senza alcun attrito o crisi di panico. 
Si parla anche di Sicurezza sul Lavoro, sentiamo Gilmore in proposito: “[…] alla fine di gennaio 2016 il Programma aveva 931 carenze documentate, di cui 158 di Categoria 1, le carenze così definite possono causare morte, severi infortuni o malattia; possono inoltre causare perdita [totale] o gravi danni al sistema d’arma […]”.
Infine chiudiamo la sezione “magagne”, peraltro esposta per sommi capi, con questo vademecum, utile per pesare i vari imprevisti e relative soluzioni:
A parità di ore di ingegneria per identificare cause e soluzione del problema, l’implementazione è tanto più complicata e costosa muovendosi da sinistra a destra
BLOCK BUY
Forte delle buone notizie evidenziate dal rapporto OT&E-15 e approfondite sopra, il Dipartimento della difesa (DoD) è assolutamente convinto che il momento per un cambio di passo del programma JSF è finalmente giunto: i tempi sono maturi per pigiare sull’acceleratore della produzione e accendere un “block buy”, in quanto c’è bisogno di schiantare i costi verso il basso (cfr.Update, Bogdan)


Gilmore anche qui fa da guastafeste e ribadisce nella sostanza quando già scritto nel rapporto OT&E-15, a fronte di risparmi a breve termine conseguiti sui costi di acquisto i fattori negativi sarebbero preponderanti: rischi di “nuove scoperte” dai test in corso, produzione di velivoli difettati da riprendere successivamente e un fornitore poco stimolato a risovere i problemi contingenti compongono il tema. 
Segnaliamo a questo proposito che nel rapporto [2] riappare, forse con un pizzico di “senno di poi”, la raccomandazione “fly before you buy” (volaci prima di comprarlo), il motto di Pierre Sprey, uno dei più accaniti oppositori del programma JSF (cfr.6).
Vedremo come andrà a finire; comunque la situazione in un intorno del 2018-2019 potrebbe presentarsi più o meno così:
Quasi 500 aerei mal contati che difficilmente saranno “Full capability”, stando a quanto riporta Gilmore (Cfr.2). Ci si augura che questi aerei saranno più in salute degli attuali, tra i quali forse alcuni riusciranno per quella data a librarsi in volo con tutte le loro rogne miracolosamente risolte, altri ancora zoppi, altri mezzi ciechi e chissà con quale Block installato, mentre i più sfortunati destinati a essere “cannibalizzati”, meri magazzini di parti di ricambio a bordo pista
CONCLUSIONE
I soliti maligni sostengono che con il ”block buy” si voglia blindare il programma JSF, portandolo quanto prima a un definitivo punto di non ritorno, invischiando così le forze armate USA e i partner esteri in una ragnatela di infiniti upgrade, patch e miglioramenti volti a raggiungere la perfezione promessa, ogni volta a portata di mano ma sempre un passo avanti. Una sorta di moderna versione del paradosso di Achille e della tartaruga.
Staremo a vedere. Nel frattempo F-35 si conferma essere un velivolo avanzato ma complesso, figlio di compromessi importanti e dotato delle migliori tecnologie, tanto estreme quanto immature nelle loro applicazioni. 
Come se non bastasse il pesante quadro tecnico, si osservano notevoli pressioni per spingere avanti il Programma: tali azioni non aiutano il consolidamento del Programma stesso e rischiano di aggiungere altri problemi al già complicato quadro d’insieme.
In definitiva l’impressione che emerge da questo Live Update si conferma non delle migliori e in questo senso l’avvento del Block4 è davvero inquietante: forse che la fievole luce intravista in fondo al proverbiale tunnel possa essere un treno merci da 20 carri in arrivo? O piuttosto la tanto sospirata uscita a riveder le stelle?
Mr.Y
Nota di Nuke: costa, costa tanto, come previsto.
– continua –
FONTI
1. F-35: TRA COMPLESSITA’ E CONCURRENCY ENGINEERING
2. OT&E JSF FY-15
http://aviationweek.com/site-files/aviationweek.com/files/uploads/2016/01/DOT%26E%202015%20F-35%20Annual%20Report.pdf
3. OT&E JSF FY-14
https://www.documentcloud.org/documents/1667970-2014f35jsf.html#document/p21/a205884
4. GAO, rapporto 364 del 1 Aprile 2015
http://www.gao.gov/products/GAO-15-364
5. UPDATE
http://securityassistance.org/content/update-f-35-joint-strike-fighter-jsf-proram-and-fiscal-year-2017-budget-request
6. SPREY
http://blogs.star-telegram.com/files/wheeler-sprey-on-f-35-and-gates-as-in-janes.pdf
IMMAGINI
F-35
http://www.f-16.net/f-35-news-article4859.html
VIDEO
https://www.facebook.com/bloodyfighters22/videos/vb.432644333504544/692547500847558/?type=2&theater
VADEMECUM
http://www.ausairpower.net/APA-JSF-Analysis.html