Alcune note sull’aeroporto di Donetsk, tanti morti per pura propaganda.

Avevo parlato in passato dei due gruppi di terminali dell’aeroporto di Donetsk, i vecchi costruiti in epoca sovietica e quelli nuovi costruiti per i mondiali.
Avevo parlato anche dell’importanza strategica del primo gruppo, quello sovietico, pieno zeppo di bunker sotterranei collegati da tunnel progettati per permettere a gruppi di partigiani di tenere duro fino all’arrivo dei rinforzi.
Questi tunnel hanno permesso ai soldati ucraini di tenere duro fino ad un mesetto fa, quando sono stati snidati dai tunnel , con il gas, le bombe, il fuoco e l’allagamento.
Malgrado questo gli ucraini hanno tenuto duro fino ai giorni scorsi, quando anche i nuovi terminale sono stati conquistati dai separatisti.
Non credete alle voci che parlano del prosieguo della resistenza, i combattimenti si sono spostati nelle città vicine.
Mi sono rotto la testa per capire il motivo di tanta follia, i terminal nuovi erano palazzoni di cemento armato, con tanto terreno libero intorno, chi usciva era preda ideale di artiglieri e cecchini nemici, e lo stesso valeva per i rinforzi.
C’è chi ha detto che si trattava di “una testa di ponte” per entrare nel territorio controllato dai separatisti, chi ha detto che la torre di controllo era un luogo ideale per dirigere le artiglierie, ma la verità è che non valeva la pena, dal punto di vista militare.

realizzato al “volo” per il mondiale del 2012…

 si, è la torretta di un carro armato, volata sul piano superiore del terminal.

qui i soldati di Kiev avevano “parcheggiato” in buon ordine i loro mezzi militari.

espansione dell’aeroporto inaugurata a gennaio 2013…

Come vedete, a seguito dei combattimenti le strutture dell’aeroporto necessitano di riparazioni…
Anche un pazzo fanatico capirebbe che la situazione dei resistenti era insostenibile, senza energia, acqua corrente e riscaldamento, circondati da ampi tratti di terreno scoperto la sconfitta era inevitabile.
Eppure hanno combattuto e i separatisti non hanno parlato di prigionieri, solo di armi americane rivenute tra le macerie, ed i corpi..
Alla fine , per capire questa pazzia la storia russa ci viene in aiuto.
Durante quella che viene chiamata a Mosca la “grande guerra patriottica”, ovvero la Seconda guerra mondiale, sono avvenuti diversi avvenimenti particolari.
ALcune città sovietiche, circondate dalle armate tedesche, e nell’impossibilità di ricevre rinforzi, hanno resistito contro ogni logica
Tutti hanno sentito di Leningrado, di Stalingrado  e della battaglia di Mosca, ma nell’immaginario sovietico fecero particolare presa l’assedio di Brest e di Odessa.
Queste due città ebbero sorti simili, prese di sorpresa nel 1941 resistettero il più possibile all’assedio delle forze tedesche, enormemente preponderanti.
Dopo la resa gruppi di resistenti continuarono a combattere per mesi nel sottosuolo, fino al loro annientamento.
Ormai i tedeschi erano avanzati dentro al Russia di centinaia di chilometri e nessun rinforzo sarebbe potuto arrivare a costoro.
Dati che quella che è in corso è una guerra civile, occorre ribadire quel è l’obbiettivo delle due parti in causa:
Il controllo di fette sempre più grandi di territorio e, soprattutto, della popolazione che lì abita.
La propaganda è un’arma forse più importante delle bombe.
Il governo di Kiev poteva parlare, fino a poco tempo fa, dell’eroica resistenza dei “cyborg”, come venivano chiamati gli “imbattibili” soldati che resistevano alle “forze armate russe”, e i separatisti dicevano, sconsolati :”non riusciamo a conquistare quel cazzo di aeroporto”.
Bene, la propaganda ucraina adesso ha un nuovo tono, dall’indomita resistenza si è passati, in pochissimo tempo alla “vittoriosa ritirata strategica contro il nemico scoraggiato e disorganizzato che avanza lentamente”.
Da questo punto di vista la tenuta e la conquista dell’aeroporto e le terribili battaglie che ne sono scaturite, potevano avere un senso.

Spero che i giornaloni si ricordino di parlarne , ogni tanto di questa guerra, in fondo siamo a poco più di un’ora di aereo di distanza….
Ma no, è più importante parlare di quei cazzoni di Charlie Hebdo, evidentemente.