Siria: conseguenze, lavori in corso e… deja vu?

Iniziamo dalle conseguenze dell’acidissima situazione che si era creata un mese fa a seguito dell’incidente di Latakia, ripercorrendo, almeno per sommi capi, quanto accaduto nel frattempo.

2 Ottobre – Strani camion vengono scaricati da aerei da trasporto russi atterrati in Siria; sono i sistemi di difesa aerea S-300 che, assieme ad altri opportuni dispositivi, vengono consegnati ai siriani “free of charge”.

Nel giro di qualche settimana dalla perdita dello Il-20, le zone di cielo sotto il controllo dei temuti sistemi di difesa aerea, le cosiddette bolle A2/AD (Anti Access / Area Denial), si moltiplicano qua e là per il Paese mediorientale; una mossa doverosa, secondo il ministro della Difesa russo Shoigu, per rasserenare gli animi agitati dei vicini e ricondurli a propositi più contemplativi.

https://www.rt.com/news/440152-russia-delivers-s300-syria/

I russi hanno così fatto la loro mossa, rafforzando sensibilmente l’apparato AD Siriano e incrementando il loro deterrente; come si comporteranno a questo punto gli occidentali e gli israeliani?

È probabile che anche i “partner”, termine molto formale con cui la leadership russa definisce le sue controparti, si rendano conto che sfidare nuovamente russi e siriani comporterebbe ora un maggior rischio di schiantarsi su un fallimento plateale con conseguenze disastrose in termini di reputazione: elemento il cui peso da non è trascurare in uno scenario mediorientale.

Vista la piega presa dagli avvenimenti, è possibile che anche azioni dimostrative e di disturbo, di solito care agli israeliani, possano perdere il loro fascino.

Shoigu, il ministro della Difesa russo, prevedeva che la connessione di tutti i sistemi alla rete di difesa integrata sarebbe stata ultimata entro il 20 ottobre.

Adesso qualche nota sull’accordo di Idlib. A oggi, 24/10, lo sgombero della zona smilitarizzata non è stato ancora completato, nonostante l’impegno profuso dai turchi nel compito, fatto riconosciuto dagli stessi russi.

October 18, 16:14 UTC+3  –  Turkey has not yet implemented agreements on Idlib — Putin  –  Russian Politics & Diplomacy     http://tass.com/politics/1026678

Tuttavia, pare che la coesione tra i vari gruppi di terroristi stia venendo meno; alcuni gruppi hanno iniziato a regolare i conti tra loro con modalità molto spicce, il tutto nel mezzo di voci riguardo a strani incidenti che vedono le fine prematura di diversi terroristi; se poi questi misteriosi eventi siano opera dei servizi siriani, di pura sfortuna o di gruppi di escursionisti in verde alle prese con mappe ante 2011, è impossibile dirlo.

24 Ott  –  TURKISH DEFENSE MINISTER: LARGE NUMBER OF RADICAL MILITANTS WITHDREW FROM DEMILITARIZED ZONE AROUND IDLIB    https://southfront.org/turkish-defense-minister-large-number-of-radical-militants-withdraw-from-demilitarized-zone-around-idlib/

Insomma, fino a ora, sembra che tutto vada più o meno secondo i piani.

Vale però la pena segnalare la dichiarazione di Putin del 3 ottobre che, a mio avviso, regala il quadro migliore della situazione ad Idlib. Di seguito i punti essenziali.

ST. PETERSBURG, October 3. /TASS/  http://tass.com/politics/1024322

Dopo una introduzione su come si è giunti all’accordo su Idlib, si toccano diversi argomenti interessanti, con qualche accenno ai partner europei, sempre puntigliosi in tema di diritti umani.

  • Scontri in corso e chiarimenti.

“However, this is not what we are most worried about [scontri tra terroristi, nda]. We are instead worried that Syrian settlements, including the second-largest Syrian city of Aleppo, have been recently shelled more frequently from that zone. What worries us even more is that attempts to attack our military facilities – Russian military facilities, including the air base in Hmeymim – have been launched from that zone with the use of hand-made but still no less dangerous unmanned aerial vehicles,” Putin said.  “Because of that, we had to react, to deliver strikes at those places where the threat was coming from. This served as the main topic of last negotiations with President Erdogan in Sochi,” the Russian leader noted.

  • Aiuti umanitari. (Europa ci sei?)

“I don’t know how united Europe will act in regards to providing aid to the Syrian people, but I think that this work should be depoliticized. Syria’s population should not be divided depending on the territory where those people reside,” he said.  The Russian president noted there should be no difference from the humanitarian point of view whether people in need of aid live in areas controlled by official Damascus or in places controlled by “some kind of non-systemic opposition, militants and so on.” “Should people suffer because they live in a particular region, which is controlled by certain political forces and not others?” Putin asked.

  • Rifugiati e ricostruzione. (Europa ci sei? bis)

“According to our estimates for this year, hundreds of thousands of people have already returned home. Together with Europe, we could provide basic help with repairing sewers, restoring water supply and electricity, facilitating the restoration of infrastructure in order to be able to deliver food and different medical supplies. We could create conditions for people to return home and to live there. Isn’t it in Europe’s best interest?” Putin said.  Quindi, dopo qualche umile appello agli irreprensibili europei, il presidente russo chiude con un accenno alla risoluzione ONU 2254 in merito alla pianificazione di una road map per riportare la pace in Siria. Visto sul tiggì?

Infine uno sguardo al sud est della Siria presso l’Eufrate, zona di scontri tra le formazioni SDF curde, appoggiate dagli Stati Uniti, e l’ISIS.

Quella dell’ISIS è una storia strana sin dalle prime apparizioni in Iraq, a cui sono seguite altre stranezze in Siria. Limitandosi ai territori presso l’Eufrate, l’ISIS si batte con decisione di fronte all’avanzata di siriani e alleati nel corso del 2017 a ovest del grande fiume; mentre a est svanisce come nebbia al sole se ingaggiato da forze curde.

L’ultima curiosità in ordine di tempo capita circa due settimane fa quando i terroristi assediati da mesi dalle forze curde, in una striscia di territorio a ridosso della riva est dell’Eufrate partono all’offensiva recuperando terreno ai curdi, creando scompiglio e catturando centinaia di ostaggi, tra cui diversi cittadini europei che chissà come sono capitati da quelle parti.

https://www.ilmessaggero.it/mondo/putin_siria_isis_ostaggi_europei-4048028.html

Il contrattacco a sorpresa dell’ISIS nasce in un contesto talmente strano che ripartono puntuali ed ovvie le accuse agli americani di far finta di combattere l’ISIS, così da avere il pretesto per restare in Siria a incasinare per bene la situazione.

Staremo a vedere. Nel frattempo per chi volesse i dettagli, con ulteriori conferme sugli inconcludenti se non disastrosi attacchi aerei della coalizione, vi lascio il link sotto.

https://www.moonofalabama.org/2018/10/syria-us-again-only-pretends-to-fight-isis.html#more

Intanto nel mondo succedono cose a manetta: si parla di nuova corsa agli armamenti.

Grosso guaio al consolato saudita di Istanbul, il presidente del consiglio Conte è a Mosca, bombette vengono consegnate qua e là a New York e riprende la Coppa dei Campioni… finalmente un po’ di circenses.

MR Y