Postcards from Belgistan

Postcards from Belgistan

https://www.youtube.com/watch?v=ZDKk15KcqNk

Link: https://youtu.be/ZDKk15KcqNk

Ho avuto l’incomparabile fortuna di viaggiare negli ultimi tempi in Belgistan, un viaggio dai sapori esotici, un medio oriente a portata di mano, dove l’Islam governa in modo esemplare, un vero faro di civiltà. Sale da the in pieno centro a Bruxelles dai sapori antichi e moderni allo stesso tempo, ti puoi aggirare tra stazioni dei treni e metropolitane tra militari armati con il mitra in mano (l’esercito opera un controllo del territorio per proteggere i locali dai bianchi europei superstiti, che ogni tanto rompono i coglioni con inutili atti di finto-terrorismo), il venerdì si respira un’aria di festa che solo nelle nazioni islamiche si può trovare.

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Una Bruxelles che parla arabo, francese, inglese e fiammingo: una capitale internazionale e cosmopolita che assurge a vette inarrivabili. La nuova nazione del futuro, dove i poveri straccioni e infedeli bianchi cristiani, sono obbligati – e giustamente aggiungo – a nascondersi nei miserabili paeselli di campagna lontani dalla capitale.
La ex popolazione bianca cosmopolita finalmente è un lontano ricordo, in Belgistan ho potuto conoscere il vero volto del futuro europeo: una nazione islamica cosmopolita dove ogni precetto islamico viene virtuosamente vissuto.

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La politica di welfare in Belgio permette ai virtuosi islamici di usufruire per molto tempo del sussidio di disoccupazione. Burqa, niqab, macellerie Halal, pescherie marocchino-algerine, frutta e verdura arabe regnano sovrane. Le demoniache brasserie e boulangerie stanno finalmente scomparendo. Con gioia ho potuto notare che non è avvenuto nessun scontro di civiltà e nessun scambio culturale, qua l’Islam regna incontrastato e l’ignobile difesa dei valori europei è stata sconfitta.

L’islam radicale in Belgio è nato tra gli anni ’60 – ’70, quando il re Baldovino per garantirsi i contratti petroliferi ha fatto un’offerta al re saudita Faisal (in cambio di concessioni petrolifere favorevoli): avrebbe istituito una moschea nella capitale e sarebbero stati assunti i chierici sauditi. Nello stesso periodo entrava manodopera marocchina e turca a basso costo. La moschea di Bruxelles fu costruita nel padiglione del parco del Cinquantenario del 1879 (nel frattempo era caduto in disuso). Questo accordo del 1967 prevede 99 anni di uso senza canone di locazione. Il padiglione fu rimodellato dai sauditi e la moschea venne inaugurata nel 1978. Qua si originarono gli insegnamenti salafiti radicali provenienti da una tradizione molto diversa dall’Islam dei nuovi immigrati. La comunità marocchina proveniva dalla scuola Maliki dell’Islam, ma i salafiti hanno provveduto a ri-islamizzare questa comunità.

In questo fertile terreno gli estremisti hanno prosperato nel quartiere di Molenbeek, grazie a un sistema di governo decentralizzato, a una tradizionale libertà civile, a uno stato non-intrusivo, a servizi di sicurezza sotto-finanziati e sotto-organico. La mancata priorità di integrazione nel sistema di istruzione e nell’occupazione ha stimolato la crescita del sentimento islamista radicale. Così è nato il nuovo glorioso Belgistan.

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Mi capitata raramente di ammirare come la coesione islamica è riuscita a ottenere brillanti risultati: senza paura le comunità islamiche si sono tenute strette i veli e le ciabattine, hanno protetto gli imam ultraortodossi e hanno respinto tenacemente l’integrazione. Questo il Belgio che sognavo, questo il Belgio che finalmente ho trovato.

BY Alessia       http://liberticida.altervista.org/