Quando una immagine vale più di mille parole.
L’untuoso presidente ucraino Poroshemo visita a Roma il buon Papa Francesco.
Casualmente i media ucraini cominciano a parlare in questi giorni di spostare la data di celebrazione del natale, dal 7 gennaio al 25 dicembre.
Ora, malgrado siano presenti minoranze agguerrite come gli uniati di rito greco cattolico (ovvero fingono di essere ortodossi, ma sono soggetti al papa di Roma) e di seguaci dello scismatico Filarete, la stragrande maggioranza degli ucraini è di rito ortodosso, e festeggia il Natale il 7 gennaio.
Vediamo come reagirà il metropolita di Kiev della chiesa ortodossa di Mosca Onufry, che , me lo si perdoni (anche lei, Padre Ambrogio), ha due coglioni grossi come cocomeri, e che si mangia regolarmente a colazione dei pagliacci come i governanti di Kiev.
Onufry è il tipo che è andato davanti ai familiari dei defunti nel Donbass, i civili uccisi dai bombardamenti del governo di Kiev,in piena terra separatista e ha tenuto un discorso fenomenale “ siamo cristiani e noi cristiani dobbiamo perdonare chi ha ucciso i nostri cari, per non diventare come loro“.
Poi è tornato a Kiev bello tranquillo.
Non era proprio il momento per fomentare uno scontro religioso, viste le terribili condizioni del paese.
La scusa è quella di “festeggiare il Natale come gli altri paesi civilizzati” e di “non aiutare Mosca e la religione degli invasori”.
Beh, se Poroshemo voleva far incazzare gli ortodossi ci è riuscito.
A volte, prima di slinguazzare nel posteriore gli americani e obbedire ai lor diktat, è meglio fermarsi un attimo a pensare.
Altro momento di Pazzia.
Oggi, 27 dicembre, siamo a Kirovograd, centro ucraina. Dato che nel paese deve, per legge sparire ogni riferimento al passato russo e sovietico (malgrado quella zona in particolare abbia fatto parte dell’impero russo durante gli scorsi mille anni) il nome della città deve essere cambiato.
E dire che Kirov deriva da Kreml, ovvero fortezza, cittadella, in russo. Si cambia nome solo perché in Russia c’è una città e un intero Oblast (regione) che si chiama così.
In piazza sfilano e si scontrano due opposte tifoserie, quelli che hanno votato per il nuovo nome Yelisavetgrad , la maggioranza, e i sostenitori del nome deciso dal governo locale , Ingulcheck.
Non voglio entrare in merito alla genesi dei due nomi, ma vista la situazione mi sembra solo una perdita di tempo, si rischia di dover cambiare nuovamente il nome della città a breve.
Nel frattempo che vadano tutti pure a fare Ingul.
Spostiamoci giusto più a sud, regione di Kherson, villaggio di Kransnokutsk.