Pianeta delle Pazze: lamette ed esigenze

Mentre googolavo Transgender Gets Mad At Gamestop Employee For Calling Him A Man

https://youtu.be/-0Br673HS_k

 

mi imbatto in questa favolosa bellezza tutta make-up & borsetta (i video continuano ad essere rimossi dal web e questa è un’altra copia https://youtu.be/LoU_FMWpOfQ) grida ad un dipendente di non chiamarla “Sir” ma “‘Ma’am”: l’impiegato si scusa di continuo per non averla subito riconosciutA, ma il modo aggressivo di ribadire la sua femminilità lascia tutti a bocca aperta. A me piace pensare che Ma’am non ha trovato il suo rasoio preferito per depilarsi: questione di feeling peeling.

Oggi però non riesco a essere delicata in questioni di rasoi e creme depilatorie, il mondo della lametta Gillette ha fatto un flop micidiale con la sua pubblicità

La mascolinità è tossica? E noi povere femmine eterosessuali che facciamo a questo punto? Il meglio che voglio da una lametta è che levi ogni singolo pelo, mio marito non vuole barba/capelli e io da minimalista giapponese ritengo ogni pelo una cosa superflua. E’ tanto difficile chiedere ad una lametta di fare il suo dannato lavoro? Levare i peli dalla pelle? Lo strumento più democratico di questo pianeta deve fare un lavoro semplicissimo: radere un pelo!

Ma tanto l’umanità si spacca la testa e si accapiglia per spaccare un pelo. Morto e defunto anche il modo di dire del mio amico bergamasco: “El tira pu see un pel de pota che cent cavai che trota…” (per la traduzione usare google).

Ma Gillette colpisce nel segno e regala ai suoi clienti uomini una borsa …

… sempre nella sua nuova campagna pubblicitaria “realizzata per sensibilizzare il maschio alfa americano” Gillette ha omaggiato questa super virile borsa rosa.

A noi femmine eterosessuali è quasi vietato desiderare un uomo eterosessuale. Noi donne abbiamo il compito di emancipare e portare in alto: femministe, nonne suffragette (che hanno bruciato i reggiseni in piazza), tutto il gruppo LGBT.

Però ai vecchissimi tempi di Sex and the City il mondo – anche se già molto improntato per il massimo rispetto di LGBT – rimaneva molto FREE: chiavare senza remissione dei peccati e non disturbare il prossimo. Peace & Love senza seghe mentali troppo propagandistiche.  La troppa libertà ha oscurato LA VERA LIBERTA’ E LE VERE ESIGENZE.

COME SCOPANO I CINESI? … Colibrì curiosi! Ebbene la sessualità nella società cinese è molto differente da quella occidentale. Hanno forse qualche tabù più di noi, ma sono stati completamente sdoganati sex toys e preservativi:  RELIGIONE OUT PLEASE!    Beh il Partito Comunista consiglia una vita sessuale molto sobria e lontana da relazioni sessuali improprie. Come qua – in Italia –  la prostituzione è ufficialmente illegale ma è praticata ovunque, l’omosessualità è legale, l’età del consenso è molto ma molto di meno rispetto alla nostra legislazione (circa 14 anni). Ma in Cina verso gli 8 anni inizia l’educazione sessuale che durerà per molti anni. Un programma lunghissimo dove si affronta sesso, igiene, integrazione sociale, sviluppo emotivo, autostima e altro. Riconfermo un detto:  “Qualsiasi cosa tu scelga di fare nella vita, è un tuo diritto e le tue scelte meritano rispetto”

Sempre mentre googolavo MA’AM per trovare altre cose divertenti, ne ho trovata una più strana.  Nel pianeta delle Pazze non manca mai nulla.  A Roma c’è un museo chiamato MAAM  Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia. Faccio qualche ricerca e approdo a Open Migration.  Rifondare Roma come città meticcia “Ho deciso di curare questo museo perché volevo cambiare idea di città”, spiega Giorgio De Finis, direttore artistico del Maam, già  antropologo e videomaker. “Essendo calato in uno spazio informale, non si tratta di un vero e proprio museo, ma di un’istituzione auto-nominata, che ha una precisa funzione”. La funzione è quella di “rifondare” Roma partendo dalla sua periferia, e darle nuova linfa con la costruzione di una “città meticcia”, da cui il nome “Metropoliz”.

In fondo all’articolo poi si legge bene un particolare: