Lo Shale gas americano può salvarci dalla dipendenza del gas russo?

I giornali e i media mainstream negli “approfondimenti” sulla crisi ucraina stanno facendo molte illazioni sulla presunta futura “indipendenza energetica” degli Stati uniti e dello shale gas che inonderà il nostro mercato, in sostituzione del gas che vi vendono a caro prezzo quei cattivoni dei russi.

Lo shale gas , o gas da argille è sostanzialmente gas metano estratto mediante la frantumazione idraulica delle rocce, ovvero spingo acqua additivata di sostanze chimiche al suo interno per “spingere” fuori il gas e portarlo in superficie.
Il pozzo , poi richiede continue trivellazioni e pompaggi di acqua, e dopo pochi anni non rende più.
Dato chei pozzi del metano tradizionale , tipo quelli russi, durano per decenni e richiedono meno energia, non ci vuole molto a capire che il gas russo al pozzo di estrazione costa molto meno di quello americano.<br />
Non contento sono andato a vedere a quanto viene venduto il gas metano in giro per il mondo.

In america adesso viene venduto intorno ai duecento dollari ogni mille metri cubi.
Il gas Russo viene venduto a 350-400 dollari , sempre per mille metri cubi.
Nei paesi asiatici, tipo il Giappone, il gas viene venduto anche a settecento dollari.

Come mai tanta differenza?

Per via di una caratteristica intrinseca del gas metano , le difficoltà di trasporto.

Normalmente si usano dei gasdotti, delle condutture interrate, che necessitano ogni cento -centocinquanta chilometri delle stazioni di pompaggio, che servono a riportare il gas in pressione lungo la rete.
Tipo quelle che i russi adesso potrebbero mettere in Crimea in un ipotetico gasdotto South Stream.

Il gasdotto è il sistema più economico, dopo l’investimento iniziale si continua per decenni senza grossi problemi.

Ma c’è un altro sistema per il trasporto , il GNL , ovvero Gas Naturale Liquefatto.

Si prende il nostro bravo metano , lo si liquefa e lo si carica a meno 163 gradi su delle metaniere, ovvero dei giganteschi thermos che trasportano il gas liquido e freddissimo lungo gli oceani fino al rigassificatore, un altro gigantesco impianto che fa evaporare lentamente il liquido e ripompa il gas nelle tubature.

Si può capire che il tutto consuma molta energia, bisogna costruire la nave, gli impianti e raffreddare il gas.
Il GNL è la soluzione ideale per gli stati asiatici, dove non c’è fisicamente il metano , come il Giappone e dove fisicamente, anche per via del rischio sismico , non è possibile portare tubi subacquei.

Ma il giochino costa caro e i giapponesi pagano il gas quasi il doppio di noi europei.

Perché allora ogni tanto si parla di rigassificatori qua in Italia, quando sarebbero costosi, pericolosi e antieconomici?

Per utilizzare il gas americano , che là in america costa tanto poco….

Costa poco perché  il metano è difficile , se non impossibile da stoccare una volta estratto e i gasdotti negli stati Uniti non sono molto diffusi.
Dato che in vicinanza dei pozzi non ci sono tante aziende attrezzate per utilizzare questo gas , per la legge della domanda e dell’offerta, occorre diminuire il prezzo, fino a trovare degli acquirenti.
Ma anche se gli usa realizzassero dei gasdotti fino alle coste, degli impianti di liquefazione e ci inviassero cortesemente il gas, probabilmente il costo del prodotto finito supererebbe di molto quello del gas russo, anzi sicuramente lo farebbe.

Dove sarebbe l’affare per noi europei?

L’affare sarebbe che che costa molto caro ma  non è gas di quei cattivoni dei russi.

Ma i soldi sono soldi, e non si spiega perché gli americani non si affrettano a portare il gas in Giappone e a fare un sacco di soldi.

Prima di tutto costerebbe molto il trasporto, e gli impianti di rigassificazione lavorano mediamente al 30 per cento della loro capacità.
Per via del costo il gas trasportato via nave non viene molto utilizzato , a favore di altre fonti energetiche più economiche, e le aziende che si occupano di trasporto e gassificazione sono quasi tutte in perdita, nel mondo.
Non solo, c’è il grosso problema dei russi, se si accorgono del business possono inviare loro il gas in Asia , in fondo a loro estrarlo costa molto meno,  sono comunque concorrenziali., inoltre le navi devono fare molta meno strada per arrivarci.
Gli americani potrebbero costruirsi una bella rete di gasdotti per il loro uso interno, ma si tratta di investimenti enormi e che cominciano a rendere dopo tanti anni, quando magari i pozzi si sono esauriti.

Insomma, gli Usa devono trovare dei polli disposti a comprare il loro gas ad un prezzo fuori mercato, e subito, per motivi tecnici non possono fermare le estrazioni, fermare un pozzo significa chiuderlo.
E i maggiori consumatori siamo noi europei, legati a doppio filo a quei russi cattivi.
Russi cattivi che potrebbero anche farci un piccolo sconto in caso di bisogno.
A loro il gas che passa nelle condutture ucraine costa anche cinque volte meno rispetto al prezzo che paghiamo noi.

Da dove passa la maggior parte del gas russo diretto verso l’Europa?

Dall’Ucraina?

Non dico che questo sia il principale motivo che ha spinto gli americani a favorire il colpo di stato a Kiev e a incrinare i rapporti tra Russia e Europa, ma senz’altro è uno dei motivi, un business da parecchi miliardi.