Iran. Gli Stati Uniti e il mondo multipolare preso in faccia. Il ruolo di Israele.

È ora di provare a tirare un po’ le fila della megacrisi sfiorata tra Stati Uniti e Iran il 20 giugno scorso. Una prima riflessione, scritta con le notizie ancora calde, era questa: http://www.orazero.org/trump-un-grande-bluff-o-golfo-del-tonchino-redux/ dove già c’erano fondati dubbi sulla manipolazione della tensione tra i due Paesi. Vediamo di aggiungere qualche elemento alla singolare vicenda. L’ipotesi che la crisi fosse spontanea come i fiori a primavera non trova molti riscontri già un mese prima dell’abbattimento del drone.

UNA CRISI COSTRUITA AD HOC

14/5 – Fox News – Tucker Carlson criticizes John Bolton and Trump for planning war with Iran

Qualche punto interessante:

  • per Bolton una guerra con l’Iran sarebbe come Natale, Ringraziamento e compleanno tutti insieme…;
  • una crisi “manufactured”;
  • Iran e USA (con… sfumature N.d.A.) desiderano distruggere lo stesso obiettivo: l’ISIS.
  • NON ci sono informazioni che l’Iran voglia attaccare forze americane nella zona, anzi, tutto il contrario;
  • desiderio di certe persone vicine al presidente di creare le condizioni di un nuovo “Gulf of Tonkin…”;
  • niente di buono per l’America e il popolo americano;

e altro ancora.

20/6 – NYT – Il drone è caduto, ecco qualche indizio sugli incendiari e su chi frena: i soliti noti e i militari rispettivamente. Iran Us Drone https://www.nytimes.com/2019/06/20/world/middleeast/iran-us-drone.html Mr. Trump’s national security advisers split about whether to respond militarily. Senior administration officials said Secretary of State Mike Pompeo; John R. Bolton, the national security adviser; and Gina Haspel, the C.I.A. director, had favored a military response. But top Pentagon officials cautioned that such an action could result in a spiraling escalation with risks for American forces in the region.

21/6 – FoxNews – Un riassuntino per non farsi fregare. Tucker: US came within minutes of war with Iran https://www.youtube.com/watch?v=-c0jMsspE7Y

Anche qui un po’ di cosette:

  • gran colpo di Trump, che blocca una rappresaglia “esagerata”, ribaltando le tesi dei suoi consiglieri: una decisione catastrofica che poteva mettere fine alla sua carriera politica “in un minuto”;
  • soddisfazione di Bolton sui clamorosi successi nei “regime change” in Libia e Iraq;
  • sempre Bolton entusiasta che già nel 2017 annunciava alla folla il rovesciamento dell’Iran pianificato per il… 2019.

Le ultime due da vedere per credere.

Quindi fermi tutti. Ma cosa è successo?

La premura di Trump sulle 150 probabili vittime della rappresaglia americana sembra una motivazione un po’ debole per lo stop; bastava tirare a un deposito di rottami nel deserto, o a una qualche grotta persa nelle montagne e proclamare di aver colpito importanti obiettivi, ma invece niente. Come mai Trump avrebbe cambiato idea, ammesso che fosse davvero convinto di attaccare l’Iran e stesse quindi recitando la parte del condottiero?

DETERRENZA O FIUTO?

23/6 – Secondo il WSJ sarebbe stato il capo degli Stati maggiori, il generale dei Marines Dunford, a tirare fuori le motivazioni giuste di fronte a Trump. Trump Bucked National-Security Aides on Proposed Iran Attack These people want to push us into a war… It’s so disgusting,’ president told confidant https://www.wsj.com/articles/trump-bucked-national-security-aides-on-proposed-iran-attack-11561248602

Proviamo a indovinare cosa potrebbe aver detto Dunford a Trump per raffreddare i suoi bellicosi propositi. Forse un discorso veloce e sintetico in stile militare? “Signor presidente, possiamo tirare delle belle mazzate agli iraniani, se Lei ce lo ordina.” “Dovremo stare attenti alla loro difesa aerea; hanno materiale russo importante, da cui hanno derivato sistemi nazionali con cui hanno tirato giù e hackerato diversi nostri droni…”

https://www.rt.com/news/462471-iran-us-drone-collection/

“…ma è la minaccia dei loro missili balistici che è difficile da contrastare… Se attacchiamo, da ogni montagna del Paese salterà fuori un lanciatore mobile che tirerà alle nostre basi ai confini dell’Iran, nel Golfo e anche oltre…”.

E via più o meno di questo passo. Magari anche un piccolo cenno all’arsenale di missili antinave iraniani e al fatto che le difese antimissile di americani e alleati… sono ben lungi dall’essere perfette.

A questo punto la visione di numerosi body bags, allineati a Dover AFB, potrebbe aver chiuso definitivamente la questione per Trump. Forse. O forse sono state determinanti le critiche sugli scarni vantaggi per gli USA nel caso di una nuova guerra nel Golfo Persico e sulle viceversa disastrose conseguenze per la carriera politica di Trump. Infatti, Trump è stato eletto proprio per evitare altri coinvolgimenti militari all’estero che nulla c’entrano con il MAGA (Make America Great Again). A chi gioverebbe quindi una bella guerra con l’Iran, oltre alla lobby dei produttori di armi, che però già così va alla grande? Forse l’intervento militare americano contro l’Iran farebbe la gioia delle leadership saudita e israeliana che vedrebbero così avverarsi una specie di sogno a lungo bramato.

GIOCO PERICOLOSO

Una bella stranezza di questa vicenda è che buona parte delle informazioni concernenti le presunte minacce iraniane pare siano arrivate dagli israeliani, non molto neutrali sulla questione in essere. 16/5 “In meetings in Washington and Tel Aviv in the past few weeks, Israeli intelligence warned the United States that Iran or its proxies were planning to strike American targets in Iraq, a senior Middle Eastern intelligence official said. Israel also warned of Iranian attacks against Saudi Arabia and the United Arab Emirates, American allies that are enemies of Iran. https://www.nytimes.com/2019/05/16/world/middleeast/israel-iran-netanyahu-war.html

Bello e di ben più ampio respiro invece il pezzo di Newsweek, che non dimentica le improbabili premesse dell’invasione dell’Iraq nel non tanto lontano 2003. 16/5 – Newsweek – Should Trump Administration Be Trusted on Iran? Israel Gave U.S. Missile Reports and Experts Are Wary “With Bolton leading the charge against Iran at home and Israel feeding information from abroad, concerns have been raised that the U.S. was once again on its way to war against a Middle Eastern adversary based on a questionable pretext, as it did in 2003 against Iraq. https://www.newsweek.com/trump-administration-iran-israel-reports-1428048

Bolton e soci stanno giocando una partita pericolosa in cui Israele, secondo le fonti, sta recitando un ruolo tutt’altro che trascurabile.

Qui un’ottima investigazione: 21/5 – American Conservative – Do Iranian ‘Threats’ Signal Organized U.S.-Israel Subterfuge? The intel they’ve provided is thin, the origins murky and suspect haven’t we heard this story before? https://www.theamericanconservative.com/articles/do-iranian-threats-signal-organized-u-s-israel-subterfuge/

Certo che, con queste premesse, gli incidenti alle petroliere in porto a Fujairah (12/5) e nello stretto di Hormuz (13/6) possono essere rivisti in un’ottica molto più incline all’ipotesi della provocazione sotto falsa bandiera, inscenata per preparare una risposta militare americana. http://www.orazero.org/aggiornamento-sulle-due-petroliere-in-fiamme-come-inventarsi-un-nemico/ http://www.orazero.org/ultima-ora-due-petroliere-in-fiamme-nel-golfo-di-oman/

Quindi in sintesi, tutti contro i pazzi mullah che minacciano il mondo? In effetti i mullah sono così pazzi che non hanno mai invaso nessun Paese per rubargli terra e risorse, né vicino né lontano, in un centinaio di anni se non di più; non hanno la fissa di dover esportare la loro versione di Islam a tutti i costi e con la violenza, sono nemici acerrimi di ISIS-terroristi-vari-moderati o meno, non hanno la minima intenzione di sciamare in Europa a frotte e infine hanno pure dichiarato più volte ai massimi livelli che non gliene frega niente del nucleare per scopi militari… (hanno capito come farne a meno). Pazzi davvero, bisogna dargli addosso alla svelta.

Per fare un favore a chi? Ai sauditi e ai loro vassalli, fieri esportatori dell’Islam più radicale e violento? A Israele? A chicchessia? No grazie, se volete fare guerra all’Iran, prego arrangiatevi. C’è solo da augurarsi che il tono delle provocazioni non salga a livelli più alti; una riedizione dell’incidente di Latakia in chiave Iran-USA, forse già sfiorata il 20 giugno, potrebbe avere esiti nefasti e imprevedibili. Comunque, a quanto pare, anche questa volta Trump l’ha schivata.

EUGENIO F. di Liberticida