Byoblu, Preiti, il pentito Bonaventura e la teoria del terrore (Gomblotto!)

Stanno succedendo tante cose, alcuni esempi:

  • Non ci sono i soldi per ridurre le tasse, l’IMU e l’aumento dell’IVA. Ma va? Non l’avrei mai detto.
  • Letta, Alfano e gli amichetti democristiani stanno facendo le manovre per resuscitare la Balena Bianca, o perlomeno qualcosa di simile, e se ne è accorto anche Berlusconi. Anche questo non l’avrei mai detto.
  • Non appena lo spread si alzerà, per qualsiasi motivo , il debito pubblico diventerà insostenibile, e allora….che cosa succederà non lo sa nessuno, ma si profileranno tempi interessanti.

Arriviamo alla notizia di oggi.

Questa vignetta del geniale Makkox racconta in sintesi una storia vera, ovvero un interessante post del blog Byoblu, di Claudio Messora.<br />
Il titolo del post: “Un piano del terrore: la ‘ndrangheta dietro a Preiti?” lascia poco spazio all’immaginazione.

Siamo nelle acque profonde del complottismo sfrenato.

Raccogliamo alcuni dei punti salienti del ragionamento espresso su Byoblu, e commentiamoli.

la famiglia Preiti è vicino ad ambienti legati alla ‘ndrangheta.

Questo non possiamo escluderlo, però essere un mafioso non ti porta automaticamente pronto a sparare ai poliziotti  nel piazzale di Montecitorio.

Però stavolta la cosa sembra diversa, e non a caso Preiti non è partito dalla stazione di Rosarno, ma da quella di Gioia Tauro.

E qui la faccenda s’ingrossa.

Come saprete, preti viveva a casa dei genitori, in Via A….o 10 a Rosarno , in linea d’aria dista dalla stazione di Rosarno meno di un chilometro e mezzo, e in macchina sono2,3 chilometri, mentre per andare nella stazione di Gioia Tauro, lungo la stessa linea ferroviaria ,Preiti ha dovuto prendere l’automobile e fare circa 13 chilometri.
Mistero.
Però uno che va a Roma con una pistola per sparare ai politici, raramente si comporta in modo razionale, prima.
Diciamo che questo è l’unico ragionamento plausibile di tutto il post.

In realtà è proprio se penso a Preiti come un disperato che i conti non tornano. Se io non avessi un lavoro e non riuscissi ad arrivare a fine mese, perché dovrei partire il giorno prima dell’attentato e pagare un pernottamento in hotel, anziché prendere il treno la mattina stessa?

Mai sentito parlare di ricognizione?
quando si deve andare a far danno farci un giro uno o due giorni prima, aiuta.

E poi c’è la pistola: se fossi in condizioni economiche così disastrate, la prima cosa che farei sarebbe andare a rivendere una pistola, comprata al mercato nero, che vale da sola almeno 1200 o 1300 euro.

Il ragionamento di Luigi Bonaventura, pentito calabrese che ha scritto queste cose , è chiaro:
“perché spendere tutti quei soldi per comprare un’arma illegale, quando poteva prendersi il porto d’armi e avere armi migliori spendendo molto meno?”

Il ragionamento non fa una grinza, tranne per il fatto che Preiti era domiciliato a Rosarno, ma risultava ancora residente ad Alessandria.
Sarebbe dovuto tornare ad Alessandria per poter ottenere il porto d’armi e la sua situazione familiare, di disoccupato e con problemi familiari, non lo avrebbe certo aiutato ad ottenere il documento.

Si spiega così la pistola con matricola abrasa, senza neanche un caricatore di riserva.

E il cellulare intestato ad un extracomunitario?

Neanche quello è strano , è prassi comune , quando si ha bisogno di una sim “anonima” andare da un negozio di telefoni compiacente per farsene dare una, intestata ad un tizio ignaro.
Prima dello scandalo delle SIM anonime della TIM, erano in vendita anche su Ebay.

Il povero Messora è caduto nella trappola dei complottisti, quelli che vedono misteriose trame di super esseri intelligentissimi, pronti a cambiare il mondo , se non facciamo qualcosa.

No , caro Claudio, anche i cospiratori sono dei poveri cazzoni come noi comuni mortali, e sbagliano,

Il più delle volte i cospiratori non ci sono proprio….