Ancora sulla produttività

Io di “produttività” parlo spesso, questa parola la sentite spesso anche nei telegiornali.
Ogni volta che la ascoltate dovreste avvertire un brivido gelato che vi passa per la schiena, ma questo non succede.
Alcuni me ne parlano e mi dicono che “ci sono troppe tasse”.
Certo che ci sono troppe tasse, ma se togliamo i contributi pensionistici , che servono a pagare la pensione a chi c’è già, e i contributi per il servizio sanitario, che servono a pagare gli ospedali, cosa rimane?
Rimane un parte di tasse, che serve a pagare il debito pubblico , e il vostro stipendio.
Indovinate quale sarà a diminuire, per aumentare la produttività?

Ritorniamo a bomba, aumento della produttività significa :
“fatturato per dipendente”
Ovvero a che importo di fatturato corrisponde il misero stipendio che viene faticosamente elargito ad un dipendente.

La buona notizia è che per aumentare la produttività occorre:

  • Aumentare il fatturato dell’azienda senza aumentare i dipendenti.
  • Ridurre il costo del lavoro, ovvero lo stipendio
  • Ridurre i dipendenti.
Esempio pratico è la Electrolux , l’azienda di cui sentite parlare tanto spesso in televisione, che sta implementando contemporaneamente tutte queste alternative.
Il risultato previsto di questo miracoloso aumento della produttività saranno meno dipendenti, che lavorano di più per meno soldi.
Buona notizia per gli azionisti della società e pessima per tutti gli altri.
E parliamo anche di esempi pratici:
Una società che ho frequentato per tanti anni, una piccola azienda, era composta da 250 “salariati” e quarantadue “stipendiati”.
Ora, i primi erano le classiche tute blu, e gli altri erano le piccole laboriose “scimmie da ufficio”.
Le tute blu erano quelle che venivano controllate più facilmente, era facile , dato che era possibile quantificare il loro lavoro, bastava contare i pezzi prodotti e scatenare i mastini del Controllo Qualità per assicurarsi che venissero fatti bene.
Alcune delle trovate che li perseguitavano tipo le telecamere nel piazzale e nei magazzini, per “motivi di sicurezza” che permettevano ai capireparti di scovare chi fumava o si assentava, le luci sopra i bagni che si accendevano quando uno lo utilizzava e la storia dei camici di colore diverso (blu per la prima fase, rossi per la seconde e verdi per i magazzinieri) per permettere ai responsabili di capire se uno era fuori reparto, lo ammetto, sono colpa mia.
E il layout studiato per ridurre al minimo gli spostamenti, anche quello è colpa mia.
Ma tutto questo non bastava, bisognava “aumentare la produttività”, allora ci si inventa un macchinario, un accrocco lungo quattordici metri che fa il lavoro di sei persone, oppure si compra un macchinario per la fase di taglio, che fa il lavoro di altre tre.
E il classico responsabile di stabilimento si siede al suo tavolo e controlla i bilanci.
E scopre che il costo dei centocinquanta salariati dello stabilimento principale, piccole formichine industriose, è pari al costo dei quarantadue “stipendiati” da ufficio.
Per aumentare la produttività una buona parte della produzione è stata spostata all’estero, in un paese molto meno costoso, e senza tutti quei problemi di smaltimento rifiuti e di emissioni in atmosfera, che facevano perdere tanto tempo.
Ma ora arriva il difficile, dare un taglio ai costi degli “scaldasedie”
Si comincia con l’amministrazione, alcune ragazze che passano il giorno a registrare fatture e roba simile, capitanate da una signora con gli occhi di ghiaccio.
Si scopre che la signora sa molte cose, in che armadi sono gli scheletri e a cosa corrispondono quelle fatture tra la sede spagnola e quell’azienda di Cipro che fa tanta consulenza.
Ok, non si può delocalizzare.
L’ufficio tecnico, progettisti nel settore non si trovano, bisogna formarli, trasformiamoli in partite IVA e paghiamoli solo se producono disegni, schemi  e altro.
Se non servono più basta non dargli più lavoro.
Fatto.
Personale, tempi e metodi e controllo qualità:
magazzini e produzione sono all’estero, beh, che alcuni di loro vadano all’estero.
Fatto.
Chi rimane?
Il personale delle vendite e degli  acquisti, tutte persone che sono a stretto contatto con la direzione, che maneggia i conti e che serve.
Vedere gli uffici svuotarsi li galvanizza e trasforma la loro etica lavorativa.
Le loro piccole unghiette industriose si avvinghiano alla sedia con forza inaudita.
Le ore di lavoro aumentano e gli straordinari non pagati sono la norma, fanno a gara a chi va via per ultimo, alle nove di sera spesso le luci negli uffici sono ancora accese….
Bene , l’azienda ha aumentato la produttività e fa un fatturato maggiore, ma con duecento dipendenti in meno in Italia.
Adesso capite cosa vuol dire se la vostra azienda parla di “aumento della produttività”?
La notizia è buona se siete un addetto alle vendite, agli acquisti o alle fatture di fantasia, per tutti gli altri sono cavoli amari.
Aumento della produttività vorrà dire che farete molto più lavoro con molti meno soldi, oppure che qualcun altro lo farà al posto vostro.