Chi tocca muore ( the forbidden truth )

Ricevo e volentieri pubblico da Alessia.

Da settanta anni, parlare di lobby ebraica, significa attrarre su di sé rovina e disgrazia! 
Si può essere antisemiti senza essere nazisti e senza volere lo sterminio degli ebrei, ma si può anche essere ebrei e criticare aspramente la lobby ebraica. 
L’antisemitismo è ovviamente una forma di razzismo, ma è lo stesso razzismo che colpisce i neri e chiunque altro sia ritenuto “diverso”.

Le varie organizzazioni che compongono la lobby sono ormai visibili a tutti: gli interessi che difendono sono essenzialmente quelli economici, ai quali a volte si aggiungono gli interessi geopolitici di Israele. 
Parlare di queste lobby ebraiche è oggi ancora vietato. 
La geopolitica che prevede guerre in medio-oriente è sostenuta della lobby ebraica americana. 
La devastazione dell’Iraq, della Siria, della Palestina e in futuro dell’Iran infatti favoriscono solo Israele.
George Soros, nato György Schwartz, (udite udite da che pulpito viene la predica) ha attaccato l’American Israel Public Affairs Committee (volume 54, numero 6, della prestigiosa New York Review of Books del12 aprile 2007) ammettendo che l’amministrazione Bush ha sbagliato nel mancato riconoscimento del governo palestinese perché “la minaccia più grande per Israele viene dall’Iran e per questo una progressione verso una soluzione in Palestina aiuterebbe ad affrontare meglio quella minaccia”. 
Afferma anche che “l’attuale politica dell’amministrazione Bush non viene nemmeno dibattuta negli Stati Uniti. 
Mentre altre zone calde del mondo sono argomento di libera discussione, la critica delle nostre politiche verso Israele viene messa assolutamente a tacere”. 
Di fatto emerge la dilagante influenza dell’AIPAC sui partiti democratici e repubblicani. La missione dell’AIPAC è di assicurare il sostegno americano a Israele e nel fare ciò si è alleato strettamente con i Neo-conservatori.
Grazie alla libertà di espressione garantita dal 1° emendamento della Costituzione degli Usa, assistiamo a una corruzione che avviene attraverso i contributi finanziari concessi ai candidati politici: in questo sistema politico trionfano le lunghe e quindi costose campagne politiche. 
Queste lobby utilizzano questa forma di corruzione legale e francamente si può affermare che gli Usa hanno il migliore Congresso che i dollari possono comperare.
Oltre alla AIPAC, ci sono altre organizzazioni, e tutte perseguono lo stesso obiettivo: promuovere gli interessi di Israele negli Usa. 
Ve ne elenco brevemente qualcuna: l’ Anti-Defamation League, l’American Jewish Committee, i “think tanks” che si occupano di strategia e geopolitica come il Washington Institute for Near East Policy, l’American Enterprise Institute, la Foundation for the Defense of Democracy e B’nai B’rith. A questi vanno poi aggiunti i finanziamenti provenienti dagli enti religiosi ebraici: appare chiaro il successo ottenuto da questo gruppo etnico-religioso!
Gli ultimi tre presidente della Federal Reserve sono ebrei: 1987-2006 Alan Greenspan, 2006-2014 Ben Bernanke, 2014-“in carica” Janet Yellen. 
Questa ultima, attualmente in odore di dimettersi, verrà forse sostituita dall’ebreo con cittadinanza israelo-statunitense Stanley Fisher: costui è l’ex presidente della Banca centrale israeliana, è stato vice direttore del FMI e vice Presidente di Citigroup.   
L’industria della comunicazione, il settore bancario e le società finanziarie negli Stati Uniti sono dominati dagli ebrei, la maggior parte dei quali sono noti sostenitori di Israele.   
I contributi per le campagne elettorali sono un elemento chiave del potere ebraico come dimostra J.J. Goldberg nel libro Jewish Power: dopo la nascita di Israele sono state create strutture organizzative complesse che uniscono tutti i gruppi ebraici atti a influenzare ogni settore negli Usa.   
Roger Hilsman, che era stato nel settore dell’intelligence durante l’amministrazione Kennedy, aveva scritto: “Risulta ovvio, anche all’osservatore più distratto, per esempio, che la politica estera degli Stati Uniti in Medio Oriente, dove il fattore petrolio è fondamentale, è stata più sensibile alle pressioni della comunità ebraico-americana e al suo ovvio desiderio di sostenere Israele di quanto non lo sia stata agli interessi petroliferi americani”.   
Michael Neumann, professore di filosofia alla Trent University dell’Ontario, Canada, propone un metodo di lotta che consiste nel convincere gli americani che, dopo la fine della guerra fredda “l’America non ha più ragioni serie per sostenere Israele, mentre ne ha di molto buone per non farlo. Si immagini solo per un attimo se gli Stati Uniti cessassero di sostenere Israele e dessero anche un moderato sostegno ai palestinesi. 
Di colpo l’islam e l’America si troverebbero fianco a fianco. 
La guerra al terrore diventerebbe una passeggiata. La credibilità degli Stati Uniti nel Medio Oriente salirebbe al cielo. 
E tutto diventerebbe molto meno costoso”.   
James Petras scrive che “basta guardare soltanto ai documenti, alle testimonianze e ai rapporti dell’AIPAC e della Conferenza dei Presidenti delle Principali Organizzazioni Ebraiche d’America per notare come i sionisti si vantano dei successi ottenuti nel promuovere una determinata legislazione … e nel consegnare informazioni segrete ai servizi segreti israeliani”.
L’obiettivo delle lobby è di fomentare continuamente guerre statunitensi contro l’islam per rafforzare Israele nel medio-oriente. 
Quello che accade in medio-oriente dovrebbe far riflettere la popolazione americana, dovrebbe spingere la gente a chiedere la fine di queste guerre in questa zona martoriata, mai come ora la posta in gioco è molto alta. 
Il popolo americano non capisce che queste lobby stanno erodendo la democrazia, reprimono il dibattito pubblico, controllano i candidati e le loro campagne elettorali. 
La stampa è colpevole perché nasconde la realtà dell’inganno della democrazia.
Sono politically un-correct o sono nata nel periodo storico dove è stata repressa la libertà di parola? Quanto bisogna attendere per parlate di cosa hanno comportato le strategie dei “neo-conservatori sionisti americani” e degli israeliani in Iraq, in Libano e in Palestina? 
Come posso ritenere che la politica USA sia onesta quando ancora non prende in considerazione di mettere pace in Palestina, ma decide per tutti gli altri sulla politica da tenere con la Russia, con i Paesi Arabi e con la Cina?
Dopo l’Olocausto nessuno può toccare gli ebrei, pena l’ignominiosa stigma di antisemita. Se chiedete a cento persone il significato della parola “genocidio” tutti la assoceranno agli ebrei. 
Peccato che nessuno ricordi altri genocidi come quello del Popolo Armeno, degli Indiani d’America, degli Indios dell’Amazzonia, del Rwanda, del Congo, degli Herero … o il lento strangolamento del Popolo Palestinese.
Di sicuro però non intendo cadere nell’antico tranello di incolpare per ciò che accade solo gli ebrei. Sarebbe sbagliato affermare che gli USA sono solo condizionati dalle lobby degli ebrei: 
io semplicemente non apprezzo la politica estera USA. 
Io non apprezzo gli esperti (Henry) Heinz Alfred Kissinger e Zbigniew Brzezinski, noti manipolatori e consiglieri della politica estera americana. 
Dobbiamo capire anche che gli Usa utilizzano l’idea dello strapotere ebraico per salvarsi la faccia nei confronti di mezzo pianeta. 
Negli Usa è arrivato il momento che si svegli tutto il popolo americano: devono capire e analizzare le strategie scelte dalla loro nazione in merito al controllo del medio-oriente.
Davanti a tutto quello che sta accadendo, ebrei e non,
dovreste alzarvi in piedi e urlare: “non in mio nome” !