Una analisi dal punto di vista militare della guerra in Ucraina. Dopo le elezioni può succedere di tutto.

Stancamente continua al “tregua” nel Dombass, con l’esercito ucraino che bombarda sporadicamente anche le zone abitate da civili, soprattutto nelle città e le azioni di guerriglia intentate dai separatisti, che si spingono ben oltre le zone da loro occupate.
Ogni tanto un treno carico di munizioni  esplode misteriosamente, e alcune granate di notte rotolano sotto i piedi dei soldati ucraini nei posti di blocco, così, tanto per tenerli svegli.
Malgrado il freddo la situazione rimane incandescente, nel totale disinteresse dei media, così come la terrificante guerra in Cameroun e Nigeria contro i fondamentalisti, assolutamente non coperta da giornali e siti di News.
Provate a chiedere in Nigeria o del Dombass cosa gliene frega a loro di un soldato morto ammazzato in Canada…

Una cosa posso dirvi, gli ucraini non sono esattamente come i russi, di indole tranquilla e pacioccona, quasi, ma feroci e implacabili se provocati pesantemente.
Gli ucraini, e lo dico senza cattiveria ,sono invece tenacemente testardi.
Sia dall’una che dall’altra parte, e le quasi incalcolabili vittime tra i soldati dell’esercito regolare di Kiev  ne sono la prova.
Stime prudenti parlano da sei a dieci vittime dell’esercito regolare ucraino contro una dei ribelli, una cosa mai vista, nelle ultime guerre.
I soliti antirussi parleranno di un intervento diretto dell’esercito russo, come se i tanti mercenari polacchi e americani intervenuti dall’altra parte non contassero.
I mercenari, in realtà spesso combattono anche peggio delle forze regolari, non dispongono di una rete di supporto di artiglieria, carri e aerei come un esercito vero e sono più che disposti a darsela a gambe alla prima difficoltà.
Combattono per i soldi, non per una patria o un ideale.
La guerra nel Dombass è sempre stato un conflitto particolare, cominciato per gioco e finito negli scontri ferocissimi di agosto e settembre , con migliaia di vittime anche solo in singole battaglie.
E’ ora che qualcuno ne parli anche in Occidente.
I due eserciti erano armati sostanzialmente con le stesse armi, tutti vecchi accrocchi dell’esercito sovietico, fermi da decenni.
L’esercito ucraino è stato oggetto di un drastico ridimensionamento negli anni precedenti la guerra, tutti gli ufficiali e sottufficiali sospettati di essere collusi in qualche modo con la Russia sono stati allontanati e sostituiti da soldati di provata fede “ucraina”.
Ovviamente tutta gente disposta ad eseguire gli ordini del governo centrale di Kiev senza fiatare
Si vedrà poi che la maggior parte di costoro non aveva idea di cosa fare durante un vero combattimento.
Dopo i tanti abbattimenti dei primi mesi l’aviazione di Kiev sparì dal teatro di guerra, per mancanza fisica di mezzi e di piloti disposti a farsi abbattere.
Rimasero le forze classiche delle guerre del passato.
Fanteria, mezzi blindati e artiglieria.
La fanteria di Kiev è composta più che altro da coscritti, poco armati e poco addestrati, vera “carne da cannone”, tutta gente che ha pochissima voglia di farsi ammazzare..
I blindati, con pochissime eccezioni mezzi degli anni 60 e settanta dello scorso secolo venivano utilizzati come supporto per la fanteria e mandati avanti in un tentativo di “sfondare” le linee nemiche.
Ovviamente le perdite sono state elevate, si stima il sessantacinque per cento dei mezzi dell’esercito siano stati distrutti o catturati.
L’artiglieria di Kiev invece funziona bene, anche se le armi sono obsolete e poco precise, si tratta solo di piazzare le batterie e fare calcoli di balistica, e di far fuoco contro il bersaglio indicato.
Spesso hanno scoperto che i separatisti sono più veloci e fare i calcoli e a piazzare le batterie, ma in complesso gli artiglieri di Kiev sono potenzialmente in grado di pensare a fare ritorno a casa, prima o poi.
Altra componente dell’esercito di Kiev sono le milizie della “guardia nazionale”, ovvero composte da volontari provenienti dai partiti più o meno di estrema destra, intrisi di fervore patriottico e poco altro, vogliosi di combattere ma particolarmente poco efficaci contro avversari armati come loro.
Dalla parte dei separatisti abbiamo invece una fanteria preparata e coordinata con i mezzi blindati, ovvero due forze che si sostengono a vicenda durante gli attacchi, e un artiglieria composta da piccoli gruppi mobili e molto precisi, tutti volontari locali e ormai veterani.
La quasi totalità di costoro è composta da abitanti del luogo, contrariamente a quanto asserito dai medi ucraini, con il solo sostegno di alcuni “volontari”.
Malgrado i separatisti continuino ad affermare di essere divisi in tante compagnie “indipendenti” in realtà questi hanno dato prova di una spettacolare coordinazione in caso di bisogno, secondo una dottrina in voga nelle scuole militari russe, la “guerra di rete”.
In pratica si tratta di un metodo di coordinazione di eserciti composti da tanti piccoli gruppi, ognuno dotato di fanteria, mezzi blindati e artiglieria, spostati dove serve in tempo reale durante i combattimenti.
Più o meno quello che sta facendo l’esercito siriano di Assad negli ultimi anni, da quando ha cominciato a prendere sul serio l’iniziativa e a riconquistare parte del territorio.
I generali Ucraini parlavano del loro esercito come di un “orso che combatte contro le vespe”.
E una spettacolare differenza tra i due schieramenti è data dai vertici politici.
In Ucraina il potere è gestito dal governo centrale di Kiev, attualmente presieduto dal presidente Poroshenko, anche se il gorgo in cui è immerso , tra oligarchi ingombranti , partiti nazifascisti e governi occidentali che premono, si fa fatica far capire chi controlla chi.
Nel Dombass ancora non c’è un governo centrale e il territorio è controllato a vario titolo da esponenti comunisti, del partito delle regioni, da persone colluse son gli oligarchi, varie ed eventuali.
In pratica gli ordini di Poroschenko, di chiudere la questione entro poche settimane hanno portato a una tragica sconfitta dell’esercito di Kiev, con un numero di morti ancora da quantificare, si pensa di almeno diecimila vittime, ovvero un terzo del totale impiegato.
Solo durante i combattimenti della città di Liovask, si stima abbiano perso la vita almeno duemila soldati ucraini, attualmente calcolati come “dispersi” o “disertori” dal governo di Kiev, e parliamo di solo una delle zone dove i combattimenti sono stati feroci negli scorsi mesi.
Della 83 compagnia ucraina, partiti in 4500 , finiti circondati nei pressi di Saur Mogila , vicino al confine con la Russia e ritornati in 85 ho già parlato.
in queste “sacche” ovvero zone dove erano circondati dei militari dell’esercito di Kiev si è svolto un dramma sempre dimenticato dai media.
I separatisti gli avevano promesso salva la vita, in cambio dell’abbandono di tutti i mezzi blindati e delle armi, potevano salire sui camion con i soli fucili e andarsene.
Il governo di Kiev gli aveva impedito di arrendersi e gli aveva dato l’ordine di rompere l’accerchiamento e di far ritorno.
Alle minima mossa gli artiglieri dei ribelli hanno aperto il fuoco e concluso la faccenda.
карта боевых действий 19-20 октября
Ancora adesso le mappe della zona del teatro dei combattimenti sono emblematiche.
Ci sono ancora zone con piccoli gruppi di soldati ucraini circondati, anche lontano dalle le linee del fronte, sena possibilità di ricevere carburante, viveri e munizioni.
Eppure non si arrendono.
Inoltre nell’aeroporto di Donetsk alcuni piccoli gruppi di soldati ucraini continuano e resistere, pur se circondati, grazie a bunker e tunnel sotterranei presenti in abbondanza nella zona.
In alto nel centro del Dombass, potete vedere quella piccola protusione, composta dalla cittadina di Lutigino, controllata dall’esercito di Kiev.
Li i combattimenti si sono fermati, per i momento o quasi, anche se si continua a sparare tutti i giorni.
E la situazione dei militari ucraini in quella zona in caso di ripresa dei combattimenti diventerebbe presto difficile.
I separatisti hanno fatto del rinchiudere i nemici in piccole zone per poi bombardarli con comodo una vera e propria forma d’arte.
Malgrado tutto, e anche contro la logica, i soldati non danno segni di ripiegamento, disposti a farsi ammazzare pur di non cedere un palmo, forse in previsione di un improbabile arrivo delle truppe NATO di supporto.
Lo dicevo che sono testardi, da quelle parti.
Malgrado la Russia abbia fatto capire chiaramente che i separatiti non devono attaccare e malgrado il governo di Kiev non abbia alternativa al trattare con i russi, probabilmente una delle due parti proverà a fare qualcosa tra qualche giorno, subito dopo o a ridosso delle elezioni.
Della stramba situazione economica in Ucraina e in Russia, in questi giorni, ne parleremo la prossima volta.