Un parallelo tra il Dombass, la Cecenia a la Siria.

Non so bene come aggiornarvi sugli scontri in atto nel Dombass, ormai solo pochi fanatici possono parare dell’esercito “legittimo” di Kiev e dei “mercenari” russi che combattono facendosi scudo della popolazione.
Siamo avanti ad una vera e propria guerra civile, Ucraini che parlano ucraino da una parte e ucraini che parlano russo dall’altra.
Kiev ha deciso di fare una vera e propria offensiva militare contro i ribelli, e, dopo qualche successo iniziale, la situazione è arrivata in una fase di stallo.

Le “forze armate” di Kiev, composte da militari poco vogliosi di combattere e da fanatici ultranazionalisti, ha avuto alcuni successi, in particolare si tratta di “posti di blocco” dei russofoni presi d’assalto e conquistati.

Le “potentissime armi” dell’esercito ucraino sono vecchi carri armati T72, alcuni mezzi di trasporto truppe e aerei residuati dell’epoca sovietica, tutti mezzi vecchi di ameno trent’anni.<br />Niente droni o missili a guida laser.

Con questo tipo di armi anche il cannoncino in dotazione i mezzi trasporto truppe è in grado di perforare uno strato di sacchetti di sabbia di un metro come fosse un foglio di cartoncino.
In aperta campagna e davanti ad uno sbarramento approssimativo, è facile anche per truppe non particolarmente agguerrite avere la meglio.

In ambiente urbano, invece la storia è ben diversa, e una bottiglia molotov può facilmente distruggere un carro armato , per non parlare dei temibili lanciarazzi portatili che , pare, siano adesso in mano ai rivoltosi.

Un esercito tradizionale può solo reagire nel modo a loro consono, ovvero con aerei ed artiglieria, asfaltando tutto fino ad arrivare alla vittoria.

Così e stato In Cecenia, la prima guerra , con due eserciti tradizionali, era stata facilmente vinta dai Russi, malgrado molte perdite.
La Guerriglia da alta intensità seguente, ha però costretto il governo russo ad intervenire pesantemente con la seconda guerra, fatta di bombardamenti indiscriminati anche contro i civili al minimo cenno di resistenza e alla caccia spietata agli ultimi attivisti, a piedi nelle montagne, cacciati ad uno ad uno anche nei decenni successivi.

In Siria, invece le due parti sono ben delineate, il governo di Hassad controllato da religiosi di fede Alawita (una setta di derivazione musulmana) e gli Wahabiti,  mercenari e fanatici religiosi, venuti da tutto l’oriente per combattere la “guerra santa”.
Assad può vincere solo se riesce ad eliminare fisicamente tutti gli oppositori, o quasi.
Dall’altra parte i fanatici mirano a eliminare del tutto i “miscredenti”.

Ovviamente chi ha l’esercito e le armi pesanti, nello specifico i russi e il governo di Assad, se vuole vincere non può fare altro che spianare tutto  e poi cercare i sopravvissuti per farli fuori.

In Ucraina non si può fare, prima di tutto non esiste una così grande differenza tra le due popolazioni, che fino a pochi mesi fa vivevano in pace.
Un eventuale massacro sarebbe visto molto male dall’opinione occidentale, da quella ucraina e, soprattutto da quella russa, che già morde il freno e pretende un intervento militare.
Senza poter attaccare in forze con le armi pesanti , e senza missili “chirurgici” e droni per attaccare in modo “mirato”, le forze di Kiev non possono fare altro che stazionare davanti alle città occupate, altrimenti provocherebbero un massacro.

i “rivoltosi”non devono fare altro che aspettare, anche se non sconfiggono i soldati del “Banderastan”, vincono lo stesso.