Un attentato a Krkhov, in Ucraina, durante una manifestazione a favore dell’unità del paese. Il governo di Kiev ne approfitta per mandare i soldati, ma….

Come al solito le cose in Ucraina sono sempre più complicate di quello che sembrano.
22 febbraio 2015 a Karkhov un corteo sta per formarsi, un corteo a favore non della guerra, ma genericamente dell’Unità del paese.
Neanche tantissima gente.
All’improvviso scoppia una bomba ed ecco i risultati.

Alcuni morti e feriti, ancora non si sa esattamente quanti, ma la vittima più importante è quella che vedete sotto la bandiera ucraina.
Si tratta di Igor Tolmachev, un fisico, uno degli organizzatori del Maidan nella città di Karkhov, e leader politico.

Personaggio molto stimato ultimamente era molto polemico con i partiti di estrema destra e sembrava pronto a qualche azione clamorosa…
Adesso però la sua morte fa molto comodo, il presidente del consiglio di sicurezza Turcinov, ha appena ordinato una operazione ATO (Anti Terroristic Operation) anche in quella città, ovvero invierà l’esercito per tacitare i “rivoltosi”.
Mossa non del tutto inaspettata, dato che da tempo depositi di munizioni e treni saltano per aria da quelle parti, con regolarità allarmante.

La resistenza locale, ovvero i separatisti filorussi, negano di avere preso parte all’attentato, dichiarando che loro “non colpiscono obbiettivi civili”.

Intanto vediamo cosa potrebbe essere successo, i danni dell’esplosione sono veramente pochi, così come le vittime, la foto sopra, che mostra alcuni frammenti di alluminio, potrebbero far capire cosa è successo.
Molti dalle foto hanno identificato il probabile ordigno, si tratterebbe di una bomba a mano tipo RGN, attualmente fabbricata in Russia e in Ucraina.
Questo tipo di bombe a mano, di ridotta potenza, sono dotate di un sensore di impatto, una volta lanciate esplodono dopo circa un secondo dopo essere cadute a terra, e sono letali nel raggio di 4-6 metri.
Una volta lanciate, quindi esplodono proprio dove avete mirato, non ruzzolano lontano e non c’è il tempo di abbassarsi o fare niente.
Anche i “cubetti di alluminio” pare siano caratteristici del modello RGN.
Per cui parrebbe proprio che fosse il polemico Igor il bersaglio degli attentatori.
Qui prodest? a chi giova?
Non certo ai separatisti, che anzi, speravano di trovare in lui un futuro interlocutore politico dopo il collasso del governo di Kiev.
La sua morte, la morte di una persona che stava diventando scomoda in fretta, è invece capitata nel momento e nel posto giusto.
Giusto per il governo di Kiev e per alcuni partiti di estrema destra, poco rappresentati da quelle parti.
Invece di polemizzare con il governo e di denunciare abusi e ruberie delle milizie irregolari, Igor diventerà un bell’Eroe della “patria”, sepolto con la bandiera e “vendicato” dai partiti di destra che tanto osteggiava.
Film già visto.